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Phoenix di Cristian Petzold: una chiave di lettura originale

Phoenix di Cristian Petzold: una chiave di lettura originale

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PHOENIX  di Cristian Petzold. Recensione di MK . Film particolare,  che sullo sfondo di una Berlino subito dopo il 1945 racconta la storia  di una ebrea vista dagli occhi di un regista tedesco. Lo stratagemma del film è abbastanza inverosimile,  ma intrigante,  lo stile di   conseguenza  è molto distaccato, con poca azione  che si limita quasi ad una testimonianza di un fatto improbabile,  giocato  a distanza, quasi in chiave descrittiva.

Il  marito Johnny, che solo all’ultimo capirà di aver sbagliato tutto è la cifra di un dopoguerra dove i sentimenti non esistono più, c’è solo la sopravvivenza. Nelly, invece con una speranza incrollabile cercherà, nonostante tutto sia contro di lei, di scoprire se il marito l’abbia mai amata.  Si sa, negli equivoci e nello scambio di identità si basa molta  filmografia,  ma in questo caso lo stile asciutto, il ritmo alquanto lento fanno di questo film un gesto più simbolico che narrativo  con vari spunti di riflessione.  La sofferenza  e il dubbio sono il  costante della protagonista che dopo aver  vissuto l’ olocausto  torna in una Germania distrutta che  fa da sfondo al suo dramma. Va a cercare i luoghi della memoria e il marito che la crede morta. Ma non gli rivelerà  la sua identità, quasi in un un gioco doloroso ella cercherà di recuperare il suo passato, scoprendo che tutto era un’illusione.  Il marito, che non è ebreo,  tradisce le sue speranze, dimostrando di aver cancellato i loro ricordi, segno di uomo superficiale,  dove ora il suo unico intento è quello di appropriarsi del suo patrimonio. Per questo cerca di cambiare le sue fattezze e i modi  per farla somigliare alla moglie e quindi ritirare i suoi beni.  Forse il regista ci vuole dare una chiave di lettura sul vero motivo  dell’ olocausto, dove forse il vero intento dei nazisti era appropriarsi dei patrimoni degli ebrei?  Certo non si capisce se Johnny  sia tedesco o no, in questo caso si può dire che  il regista  ha voluto mettere un nome quanto mai americano per evitare critiche da patria.  Nell’insieme un film non banale che non lascia indifferenti.  Il titolo parla di una fenice che risorge dalle ceneri del suo passato, infatti,  solo  quando il marito infine la riconosce, solo allora se ne va per sempre.

 

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