Ai Nastri d’Argento o ai “nastri di partenza”? Outfit da “incubo”
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Siamo lontani anni luce dal red carpet di Cannes, dove le signore che indossavano ballerine sono state “gentilmente allontanate”…I Nastri d’Argento rappresentano uno dei premi più ambiti del cinema italiano perché assegnati dai giornalisti che si occupano di cinema. E’ vero non esiste un “dress code”, per la cerimonia di presentazione delle cinquine di candidati, ma è anche vero che la cerimonia prevede la presenza di telecamere, fotografi e di un lungo red carpet per accogliere le star del momento. Fatta eccezione per la signora Morante, vera icona di stile ed eleganza e per il francese Lambert Wilson, le signore (e alcuni signori) presenti al MAXXI per la nomination ai Nastri, sembravano essere passate da lì quasi per caso, pronte più ai “nastri di partenza” che ai Nastri d’Argento. Eppure la moda italiana fa scuola nel mondo! Vogliamo dare la colpa alla crisi economica? Anche no.
Proviamo a fare, così per gioco, senza voler offendere alcuno, una specie di classifica dei peggio vestiti della serata. Cominciamo dal look scelto da Luigi Lo Cascio, una scelta davvero singolare: camicia rossa sotto una giacca nera…sarà pronto per interpretare il nuovo Dylan Dog? Più che indagatore dell’incubo, un incubo di abbinamento. Se la cavano bene Favino, Davoli e Scianna, tra i più eleganti.
Non è passato inosservato nemmeno il paltò di Sabina Guzzanti, addirittura acquistato in Turchia, ha dichiarato ai fotografi, che copriva (nascondeva) un abito simil-maculato dall’aspetto vintage di un colore non ancora pervenuto, “La trattativa” con il commerciante turco non ha dato buoni frutti.
Che dire della simpatica Valeria Bruni Tedeschi, se non altro lei, che è sorella della famosissima modella e premier dame, Carla Bruni, avrebbe potuto chiedere un consiglio. Invece si è presentata ai fotografi pronta per partire per il week end, con tanto di valigia: una bellissima borsa di Armani che non ha lasciato nemmeno per salire sul palco. L’ha tenuta stretta facendo equilibrismi con il microfono in mano pur di non mollare la presa.
Dalla fotografia delle attrici tutte insieme, ne esce un quadro abbastanza completo, se si dovesse assegnare un voto solo la Jasmin Trinca raggiungerebbe la sufficienza (l’unica in gonna).
Le considerazioni un po’ velenose sullo “stile”, gli outfit per dirla in termini moderni, partono da un’idea (retrò?): il mondo del cinema dovrebbe rappresentare un modello per le “persone comuni”, un simbolo di qualcuno che non incontri tutti i giorni al supermercato o che, se lo incontri al supermercato, ti accorgi che ha quel quid in più che lo ha reso famoso. Inoltre, aggiungerei, che l’Italia ha sfornato i più grandi stilisti al mondo, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta , sarebbe anche un bel modo di promuovere lo stile Made in Italy che il mondo ci invidia. Una proposta: proviamo ad essere più glamour nelle occasioni ufficiali.
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