La triste fine di Laura Antonelli, morta sola e dimenticata

Si è spenta a Ladispoli (RM), dove viveva da tempo, l’attrice Laura Antonelli, 74 anni, ex icona sexy degli anni Settanta. Secondo quanto riportato dal Corriere.it, la donna sarebbe stata stroncata da un infarto ed è stata ritrovata questa mattina nella sua abitazione dalla signora delle pulizie. La sua carriera era esplosa nel 1973 grazie al ruolo della provocante cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, film culto del genere erotico, ma aveva subito un brusco arresto nel 1991, quando venne arrestata per spaccio di stupefacenti (nella sua villa di Cerveteri vennero ritrovati 36 grammi di cocaina) e assolta solo dopo dieci anni di processi. Un’esperienza che la traumatizzò e dalla quale non si riprese più e alla quale si aggiunsero diversi interventi di chirurgia estetica mal riusciti che, nel corso degli anni seguenti, deturparono il suo bell’aspetto. Negli ultimi anni si era ritirata a vita privata e viveva con la pensione minima e l’aiuto dei pochi amici rimasti, tra i quali l’attore Lino Banfi che aveva denunciato ai media le sue tristi condizioni. Eppure fu l’attrice stessa a dichiarare di non essere interessata ad aiuti di alcun genere.

Una vicenda davvero triste e a tratti inspiegabile, quella della Antonelli, che aveva dimostrato di essere anche un’ottima attrice, in grado di spaziare dal genere drammatico al comico: dal 1973 in poi, visse oltre un decennio di ascesa inarrestabile, recitando in tanti successi come Sessomatto di Dino Risi, L’innocente di Luchino Visconti, Il malato immaginario di Tonino Cervi al fianco di Alberto Sordi, Passione d’amore di Ettore Scola. Negli anni Ottanta fu invece protagonista di tante commedie più leggere, come Viuuulentemente mia! con Diego Abatantuono, Grandi Magazzini di Castellano e Pipolo, Rimini Rimini e Roba da ricchi  di Sergio Corbucci. Con gli anni Novanta iniziò anche il suo declino: il caso giudiziario la fece isolare dall’ambiente cinematografico e la portò a chiudersi in se stessa. Quando, nel 2010, Banfi si espose pubblicamente per chiedere al governo un aiuto economico per farla vivere più dignitosamente, lei affidò al suo avvocato una lettera per il Corriere della Sera, dove scriveva “Ringrazio Lino Banfi e tutti coloro che si stanno preoccupando di me. Mi farebbe piacere vivere in modo più sereno e dignitoso anche se a me la vita terrena non interessa più. Vorrei essere dimenticata“. Tristemente, queste sue parole sono state prese alla lettera: Laura Antonelli è morta da sola e da sola ha vissuto gli ultimi vent’anni di una vita che ha conosciuto sì grandi gioie ma, soprattutto, grandi dolori.