“Regression” di Alejandro Amenàbar, thriller psicologico dai risvolti imprevedibili
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REGRESSION di Alejandro Amenàbar. Recensione in anteprima di MK
Film inteso, pieno di sfaccettature, un triller psicologico su uno sfondo horror, ambientato negli anni 70 in una tipica cittadina del Midwest americano. Il tema è di un tipico horror : il diavolo e i riti satanici avvenimenti che hanno catalizzato in quegli anni l’attenzione dei media e del cinema, con l’enorme successo dell’ “Esorcista” ma anche di “Rosmery Baby”. Il film racconta anche dei mezzi scientifici che allora rivoluzionarono il modo delle indagini poliziesche come la macchina della verità e la regressione ipnotica che aprirono uno spiraglio nel mondo dell psiche. Alla fine del film capiamo che il regista vuole forse porre un quesito che è quello che la psiche ci inganna molto più del diavolo stesso, alla quale lasciamo solo il compito di ispirare i nostri incubi e le nostre paure. Si scoprirà che i molti avvenimenti scabrosi raccontati da lucidi o in regressione dai protagonisti sono dettati da stati allucinatori o peggio ancora invenzioni e accuse atte a distruggere le persone che si odiano. In questo caso la protagonista femminile Angela Gry (Emma Watson) porterà accuse infamanti verso il padre John, tra l’ atro perseguitato a sua volta, non si sa se a torto o a rgione, da enormi sensi di colpa. Il regista non vuole prendere una posizione definitiva sull’ argomento e lascia allo spettatore la facoltà di credere o non credere alla verità o falstà dei fatti. Che la mente dell’ uomo è un universo insondabile lo sapevamo già dalla psicanalisi di Freud ma in questo caso la storia sembra quasi un voler prendere le distanze da un fenomeno assai discusso come i satanismo. Tratto da una storia vera che alla fine non accertò nessun colpevole, il film finisce per sdrammatizzare il fenomeno delle messe nere e dei riti satanici spostandolo su un piano allucinatorio, fenomeni che purtroppo sono stati piu che accertati. L’ ottimo regista e sceneggiatore Amenàbar cerca con successo di ricereare lo stile filmico di allora grazie accorgimenti tecnici nella fotografia, nei dialoghi e nei tempi dilatati della recitazione. Tutti gli attori recitano ottimamente e Etan Hawke nella parte del detective spicca con la sua tensiva carica emotiva che riesce fin dall’inizio del film a inserire nel personaggio. E un film non banale, intelligente che ci sprona a riflettere su questioni importanti. Stilisticamente riesce a fondere una giusta dose di triller, horror e film psicologico senza cadere in nessuno stereotipo e senza violentare lo spettatore, come spesso avviene in altri film di genere. Regista giovane e con grandi curiosità e grandi capacità che si è cimentato già in generi assai diverse come “Agorà” o “Il mare dentro” tutti film riusciti, che ci fanno ben sperare per il futuro.
Regressione è stato presentato a Roma in anteprima dal regista Alejandro Amenabar, sarà nelle sale dal 5 febbraio 2016
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