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“Chiamatemi Francesco” il ritratto di un Uomo destinato a dedicarsi agli altri. Recensione

“Chiamatemi Francesco” il ritratto di un Uomo destinato a dedicarsi agli altri. Recensione

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Papa Francesco

“CHIAMATEMI FRANCESCO” di Daniele Lucchetti. Recensione di Andrea Gentili
Dire di questo film che è bello è semplicemente riduttivo perché in effetti ci troviamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro che racconta il percorso seguito da Jorge Bergoglio dall’età di venti anni – quando è impegnato prima come studente, poi come giovane alle soglie della vita di relazione – e poi come uomo che sente, con la chiamata, l’imprescindibile necessità di dedicarsi agli altri.
Il suo carattere forte e dolce al tempo stesso lo induce a scegliere uno tra i più rigorosi ordini sacerdotali, quello dei Gesuiti, per dedicarsi all’assistenza dei bisognosi del Giappone, ma i suoi superiori, paradossalmente, non lo ritengono adatto per le missioni umanitarie e di evangelizzazione: lo destinano ad espletare il suo sacerdozio proprio nella sua terra natale, l’Argentina, all’epoca di Videla, dittatore spietato.
Le doti “ manageriali ” di Padre Jorge si evidenziano immediatamente e viene nominato Padre Provinciale dei Gesuiti per l’Argentina con l’incarico di dirigere il complesso sistema di preparazione dei seminaristi e di risanare le finanze dell’istituto di formazione: già in questa fase della sua operatività emerge evidente il carattere forte e deciso, un carattere che oggi, alla luce di alcuni scandali verificatisi all’interno della Curia romana e delle dichiarazioni di Papa Bergoglio, riconosciamo coerente con la sua forte ed onesta personalità.
La resistenza verso il regime dittatoriale argentino, le vicissitudini affrontate da quando venne nominato Arcivescovo di Buenos Aires fino ai successi mietuti a favore degli emarginati sono narrate in maniera esemplare, senza vuoti ed in forma assolutamente facile da seguire, con pathos crescente ogni volta che si verificano situazioni anche difficilissime da affrontare e che la tenacia e soprattutto l’intelligenza di Jorge riescono a superare con successo.
Una pellicola che non è un vero e proprio film ma un documentario sul percorso che il figlio di una famiglia di immigrati ha seguito, certamente per ispirazione divina, fino alla sua nomina al vertice della chiesa cattolica: Bergoglio è oggi così perché è stato altrettanto nel passato, non ha paura perché ha passato nella sua vita alcuni inferni e…. qualche purgatorio, è un uomo ed un gesuita che crede.
E’ inevitabile, data la carica che il film origina nello spettatore, parlare più del Papa Bergoglio che del film in se stesso, un film dotato di un cast straordinario fatto di artisti argentini, cileni, spagnoli che hanno saputo dare la massima credibilità ai personaggi interpretati, tutti realmente esistiti, e che ha saputo trasformare una storia passata in un vicenda attualizzata in grado di descrivere la vita di un uomo che sa catalizzare su di se l’energia di un intero continente, un continente che ancora oggi mostra profonde piaghe e che ancora non riesce a risolvere il problema assillante dei desaparecidos.
Due nomi da citare tra tutti i bravissimi attori: Rodrigo De La Serna ( Jorge da giovane ) e Sergio Hernàndez ( Bergoglio in età avanzata ), ma una particolare citazione meritano anche Muriel Santa Ana, Jose Angel Egido, Alex Brendemuhl, Mercedes Moran, Pompeyo Audivert e Paola Baldini che interpretano i personaggi più importanti nella vita di Bergoglio
Questa pellicola, che uscirà in Italia il 3 dicembre prossimo, descrive esattamente la emergente figura di un uomo che ha saputo, e sa ancora, porsi al servizio degli ultimi, degli emarginati, dei poveri con una esaltante umiltà non disgiunta da una carica di energia in grado di affrontare ogni ingiustizia ed ogni prevaricazione, e lo descrive in maniera sapiente, con un’arte sottilmente efficace: alcune sequenze, come quelle che descrivono la dittatura dei generali o la missione pastorale di Jorge Bergoglio tra i poveri delle favelas non solo vanno direttamente al cuore, ma lasciano dentro ognuno di noi un filo di speranza grazie soprattutto alle interpretazioni di attori veramente straordinari che riescono in maniera efficacissima a spiegare i settanta anni di vita di questo straordinario personaggio venuto da lontano, i momenti più significativi della sua vita, l’uomo, il pastore che è ora, per grazia di Dio, diventato Pastor Angelicus.
Una frase di Papa Bergoglio: “ Anch’io sono stato giovane. Sono stato innamorato. Ero ambizioso. Volevo andare dall’altra parte del mondo, pensa “ spiega l’uomo, il sacerdote, il Papa che è oggi, un Papa che ha sofferto, lottato ma che ha soprattutto e sempre vinto qualsiasi battaglia grazie all’amore ed alla dedizione. Ed in lui, ora speriamo.

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