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“Il Principe abusivo” al Sistina, continua il successo della favola moderna

“Il Principe abusivo” al Sistina, continua il successo della favola moderna

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Il Principe Abusivo_foto Francesco Squeglia_7929

Il Principe Abusivo_foto Francesco Squeglia_7929

IL PRINCIPE ABUSIVO A TEATRO Sono in corso al teatro Sistina di Roma, dal 2 marzo e fino al prossimo 3 aprile, le repliche di uno dei più affascinanti spettacoli di questa stagione, un lavoro che rappresenta l’adattamento teatrale dell’omonimo film del quale l’ottimo Alessandro Siani ( al secolo Alessandro Esposito ) fu regista ed interprete, un film che segnò l’esordio come regista dell’attore napoletano la cui carriera iniziò in un locale storico di Napoli vicino al celebre Monastero di Santa Chiara, il “ Tunnel Cabaret “: parliamo di “ Il Principe abusivo, a teatro “ che Siani interpreta in tandem con un Christian De Sica clamorosamente in forma.
I due si esibiscono all’interno di una favola che Massimo Romeo Piparo, patron del Sistina, ha portato in teatro grazie alla fantastica collaborazione scenica di Roberto Crea, le coreografie di Marcello Sacchetta, i costumi di Elenora Rella e le musiche di Vincenzo Incenzo.
Tutto il cast del quale, oltre a Siani e De Sica, fanno parte una splendida Elena Cucci ( la principessa inappagata perché i giornali di tutta Europa non parlano di lei ), una napoletanissima Stefania De Francesco ( la cugina di Antonio De Biase, scansafatiche napoletano alquanto scaltro e furbetto ), Antonio Fiorillo e Raffaele Musella ( Sasone e Lelluccio, amici per la pelle di Antonio De Biase ) ed una lunga serie di altri personaggi ( il re ed il principe Gherez ) oltre ad una brava Jessica Quagliarulo, è talmente ben diretto e coordinato da Siani stesso ( anche autore dei testi ) che l’insieme contribuisce ad un vero e proprio unicum da definirsi difficilmente eguagliabile in termini di pura ed accattivante comicità: un successo di pubblico, un clamoroso exploit non tanto da parte di Christian De Sica dal quale si attendeva un semplice conferma ( senz’altro arrivata ) ma quanto dall’erede di Massimo Troisi che ha saputo vestire di modernità e di attualità una storia possibile ed enormemente attuale, con tanto di protagonista disoccupato, di donna triste ed incompiuta, di insegnante di buone maniere apparentemente super partes ma che, alla fin fine, si evidenzia uomo come tutti gli altri anche in grado di innamorarsi e di accostarsi alle abitudini del popolo.
In breve, la storia: una principessa di nome Letizia cerca notorietà in Europa e tra i sudditi del piccolo regno del quale suo padre è il re mentre il padre cerca di instaurare rapporti economici con una nazione vicina inducendo la figlia a sposarne il figlio del re: a Letizia la soluzione non piace perché non le darebbe la notorietà alla quale ambisce ed allora suo padre incarica il ciambellano di corte di escogitare un metodo per rendere visibile al pubblico la figlia: l’incaricato, un grande De Sica, propone un piano azzardato: far innamorare la principessa di un poveraccio ignorante, volgare, incolto e farla sorprendere dai fotografi di vari rotocalchi in modo tale che tutti sappiano, attraverso le foto pubblicate, della storia e lei divenga oggetto della tanto desiderata attenzione da parte del pubblico; il progetto prevede, però, che prima del matrimonio, il “ fidanzato “ venga sorpreso in dubbia compagnia per far si che le previste nozze saltino e la principessa sposi così il principe propostole dal padre che in tal modo avrà raggiunto due scopi: dare notorietà alla figlia ed instaurare rapporti economici con la nazione vicina.
Tutto sembra andare secondo i piani previsti, fino a quando il ciambellano non si innamora della cugina di Antonio De Biase ed i ruoli dei protagonisti si mescolano talmente che il pout poury che ne viene fuori sconvolge ogni previsione, la realtà salta fuori e………………..
Il pubblico è veramente attratto e diviene compartecipe dello spettacolo dimostrandolo con una lunga serie di applausi a scena aperta, un vero e proprio apprezzamento per la fatica di tutto il cast e per la storia raccontata, una storia semplice che parla di amore, di ricchezza e povertà in maniera velata da un tantino di simpatica malinconia ma in grado di raggiungere il cuore fino a trasformarsi in una inesauribile comicità, con tante sorprese ( i danzatori che allestiscono le scene, per esempio, o la veloce e puntuale variazione delle scene effettuata dagli stessi attori in maniera discreta ed efficace ) che attraggono e convincono anche di più della versione cinematografica che pure ebbe il suo meritato successo nell’anno 2013: una favola moderna in cui ricchezza e povertà evidenziano come il ricco trovi parenti tra gli sconosciuti ed il povero trovi sconosciuti tra i parenti, con una morale: i radicati pregiudizi dei ricchi nei confronti dei poveri possono saltare a causa della forza dell’amore, una morale ben evidenziata dalla sapiente direzione artistica di Alessandro Siani cui non è da sottovalutare l’esperienza supercollaudata di un figlio d’arte del calibro di Christian De Sica.
Alla premiere dello spettacolo, che ci ha permesso di scoprire una “ strana coppia “ formata da due attori assai diversi tra loro ma in grado di rendere altamente e di tenere in piedi uno spettacolo di grande caratura, ha assistito un nutrito parterre tra i quali si sono notati una splendida Mara Venier e Serena Grandi, Enrico Vanzina e Neri Parenti, Piera Detassis e Luca Verdone, Alessandro Circiello, Rossella Brescia, Tiziana Rocca e tanti altri tra i quali Alda D’Eusanio, Patrizia Pellegrino, Costanza Caracciolo ed il Direttore Generale dell’Unicef Paolo Rozera.

Immagini di Francesco Squeglia

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