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Marco Bocci è “Modigliani” al Teatro Quirino fino al 20 marzo

Marco Bocci è “Modigliani” al Teatro Quirino fino al 20 marzo

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Marco Bocci. Ph. Sabina Filice

Marco Bocci. Ph. Sabina Filice

MODIGLIANI in scena al Teatro Quirino
Quattro donne, tra le tante altre, fondamentali nella vita del grande pittore toscano, quattro stagioni delle sua travagliatissima vita di uomo, un modo di vivere disordinato che ha avuto grande influenza sull’arte pittorica di uno dei nostri autori più famosi: questo l’ambiente nel quale si muove il lavoro di Angelo Longoni in scena al Teatro Quirino dal 8 al 20 marzo prossimi e che riguarda la vita di Amedeo Modigliani.
Marco Bocci, mattatore assoluto sul palcoscenico, descrive ed interpreta magistralmente le passioni, i vizi, le virtù di un artista che ha senz’altro influito pesantemente sulla storia artistica italiana e non solo del novecento: l’autore delle “ donne dal collo lungo “ è descritto efficacemente attraverso una interpretazione si può dire “ unica ed ineguagliabile “ perché in grado di evidenziare non solo l’artista, il cui tratto viene soltanto sfiorato dal testo, ma soprattutto l’uomo, le sue passioni, le sue storie d’amore con le donne che maggiormente hanno influito sulla sua vita, da Jeanne Hébuterne a Kiki de Montparnasse, da Anna Achmatova a Betraice Hastings ognuna delle quali per un verso o per l’altro amate alla follia ed al centro della sua vita in quel di Parigi.
Dicevamo di quattro donne e di quattro stagioni: la vita di Modì salta dall’amore per una prostituta a quello per una poetessa sua affine intellettuale ed in grado di “ gestirlo “ positivamente in quei suoi vizi che sono stati l’alcool e la droga, da una furibonda relazione con una donna che crede in lui, Beatrice Hastings, e che lo induce ad abbandonare la sua passione per la scultura che gli provoca la tisi, fino ad arrivare alla relazione con Jeanne Hèbuterne che dopo avergli dato un figlio, muore suicida, incinta di un altro figlio del pittore, quando egli muore di tubercolosi.
Il mondo femminile è al centro di questo appassionante spettacolo che è andato in scena proprio l’8 marzo, festa della donna, un omaggio quindi ai valori splendidi che la donna rappresenta anche nel mondo dell’arte: un omaggio che rappresenta l’aiuto che la donna è in grado di fornire al suo compagno uomo in ogni occasione, completandolo ed incrementandone le capacità, gestendolo e dirigendolo.
Molto efficaci le interpretazioni di Romina Mondello ( Beatrice Hastings ) e quella di Claudia Potenza che interpreta l’ultima donna della vita di Modigliani e quella di Vera Dragone nella parte della poetessa russa sposata con un poeta ma follemente innamorata del pittore toscano: la loro intesa intellettuale e fisica è descritta perfettamente e chiaramente appare l’effetto calmante della poetessa sul grande pittore; bella ed intrigante Giulia Carpaneto nella parte di Kiki.
Da parte sua Marco Bocci ha mietuto talmente tanti applausi a fine serata che appare quasi inutile sottolinearne l’efficacia interpretativa nel ruolo controverso e contradditorio del pittore di Livorno coinvolto in quattro storie d’amore che hanno rappresentato e rappresentano ancora gli ideali di libertà, bellezza, verità ed amore, le stesse parole chiave di quel movimento di artisti provenienti da ogni parte del mondo ed insediatisi a Parigi: Utrillo, Picasso, Soutine, Brancusi, Rivera, tutti nomi noti e che Modigliani ebbe a conoscere grazie alla modella e prostituta Kiki de Montparnasse.

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