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“Hardcore” di Ilya Naishuller: le emozioni di una GoPro. Recensione

“Hardcore” di Ilya Naishuller: le emozioni di una GoPro. Recensione

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Hardcore

Hardcore

HARDCORE, di Ilya Naishuller : recensione. Henry, dopo un grave incidente, è quasi in fin di vita: il suo volto è tumefatto e ha perso gli arti.
Sua moglie riesce però a salvarlo attraverso l’uso di una potente tecnologia, tramutandolo così in un Cyborg. Ma da adesso in poi, Henry sarà costretto a vedersela con un bel po’ di terroristi al soldo di Akan, un malvagio famelico di potere.

Scritto e diretto da Ilya Naishuller, HARDCORE si presenta come un film assolutamente nuovo ed elettrizzante. Comunque lontano dall’essere cinema di alto livello, l’aspetto che più sorprende di questo lungometraggio è la capacità del regista di ribaltare, rivoluzionare la prospettiva dello spettatore in sala, che non è mai un osservatore passivo, ma diventa piuttosto il protagonista effettivo dell’avventura cinematografica che ha di fronte. Questo è possibile grazie alle riprese, effettuate interamente con telecamere GoPro, che ci donano inquadrature dinamiche, iperrealistiche, da capogiro.

Stilisticamente interessante e con una regia davvero innovativa, soprattutto nelle scene a tinte splatter e più in generale in quelle di combattimento corpo a corpo, questa pellicola resta però, forse consapevolmente, un “giocattolo”, più che una grande prova filmica. Crescendo, infatti, HARDCORE si palesa sempre più per quello che realmente vuole essere: un misterioso universo dominato dalla spettacolarizzazione della violenza, che cerca di coccolare un pubblico giovane, con non pochi riferimenti agli elementi della “ Galassia Nerd “ (molte sequenze ricordano fortemente i videogames).

Tutto sommato resta comunque un film da vedere, che garantisce un buon livello di intrattenimento, anche grazie ad una sceneggiatura con non pochi momenti divertenti.

Luca Di Dio