“Criminal”: Kevin Costner un cattivo-buono. Recensione
Condividi questo articolo:
CRIMINAL di Ariel Vromen. L’agente dell’Intelligence statunitense Bill Pope (Ryan Reynolds) viene brutalmente assassinato da un commando di terroristi. La CIA vuole però recuperare a tutti i costi la memoria del defunto; l’unico ad essere in possesso di informazioni decisive per la salvaguardia dell’intero pianeta. Il lavoro viene affidato al dottor Franks, che, grazie ad una tecnica scientifica in via di sperimentazione, trasferirà la memoria di Bill direttamente nel cervello di un detenuto freddo e pericoloso: Jericho Stewart (Kevin Costner). L’obbiettivo è salvare il mondo da guai imminenti.
CRIMINAL, diretto dal regista israeliano Ariel Vromen (THE ICEMAN), è un film decisamente poco allettante e indubitabilmente maldestro. Il primo quarto d’ora risulta sostanzialmente godibile, grazie alle riprese aeree, ai piani sequenza tipici del genere d’azione/spionaggio e ad un ritmo piuttosto incalzante, che fanno quasi ben sperare. Ma i restanti 100 minuti sono la rappresentazione filmica del “nulla” più totale. La sceneggiatura, infatti, fa acqua da tutte le parti, lasciando cadere non poche sequenze nell’oblio della goffaggine, o peggio, del ridicolo. La storia, quella di un criminale apatico e spietato che si redime diventando un uomo empatico e sensibile dopo un trattamento clinico, sembra infatti non avere consistenza, e anzi, rimanda a tematiche già sviluppate in film più che dimenticabili come SELF/LESS, dove avveniva un trasferimento non di memoria, ma di coscienza.
Anche sul fronte “recitazione”, CRIMINAL è una pellicola tutt’altro che convincente. La sceneggiatura impedisce probabilmente uno sviluppo interessante dei personaggi, che appaiono quasi indistinguibili, tanta è la loro piattezza e la loro mancanza di personalità; attori del calibro di Tommy Lee Jones e Gary Oldman sembrano lì solo di passaggio. Purtroppo, anche Kevin Costner nei panni del “cattivo” non riesce proprio ad essere credibile…
Sicuramente al di sotto delle aspettative, CRIMINAL è in conclusione un film perdibile.
Molto accattivante risulta essere la parte emotiva, il messaggio morale del film che vede il recupero di coscienza (seppure in maniera artificiale e fantasiosa) di un incallito criminale che finalmente scopre i sentimenti. Impara la distinzione tra il bene e il male e soprattutto, impara a mettere in primo piano l’amore per qualcuno che non è se stesso. L’happy end, un po’ scontato, mette l’animo dello spettatore in pace lasciando aperta la speranza lasciando a Costner il ruolo di “bravo ragazzo”.
Luca Di Dio
Nelle nostre immagini Kevin Costner e Ariel Vrmen a Roma per la presentazione di “Criminal” in anteprima, giorno in cui è stato consegnato a Costner il Nastro d’Argento internazionale 2016.