“I Silenzi di Federer” raccontati da Francesco Giorgino per l’audio libro biografico
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“I colpi che Federer gioca sembrano allo stesso tempo sopraggiungere e sopraggiungergli. Gioca meglio a tennis perché gioca meglio il tennis. Sembra posseduto da una preoccupazione cosmica, l’avversario è portato a pensare che stia meditando su qualcosa di ben più importante di quello che sta avvenendo in campo. Federer dà costantemente l’impressione – tra due colpi, due scambi, il cambio di campo – di guardare oltre le tribune, di avere lo sguardo perso nel vuoto, di non vedere niente, di pensare senza curarsi del match, di pensare o tutt’altro che al diritto appena sbagliato o riuscito. I suoi movimenti fluidi, eleganti, che producono un’impressione di facilità, lasciano altresì credere di tendere ad altro che alla disputa del punto”, si legge ne “I Silenzi di Federer” di A. Scala, da cui sono tratti gli audio racconti, un libro audio a cui ha prestato la voce il giornalista Francesco Giorgino.
Una scrittura penetrante quella di Scala valorizzata dall’interpretazione di Francesco Giorgino, un giornalista fra i più apprezzati, ma anche uno studioso di comunicazione e di scienze sociali, oltre che esperto di tennis. Un’interpretazione capace di schiudere nella prospettiva semantica il ricorso da parte di Scala a significanti verbali evocativi, a tratti allegorici, finalizzati a concettualizzare con costanza il gioco di Federer, il suo stare in campo, il senso di appartenenza ad un sistema in cui si fondono e confondono performance e comportamento.
“Ho sempre considerato il tennis una grande metafora dell’esistenza umana. Il tennis è uno sport di situazione, individuale, che incarna le grandi contraddizioni della postmodernità: individualismo libertario e soggettività del desiderio, sfida continua nella costruzione dell’assetto relazionale con gli altri, governabilità piena delle categorie “arbitrio”, “necessità” e “caso”, binomio etica ed estetica. Questo libro, da me interpretato nella lettura per la sua versione audio, ne è la conferma. Celebra la grandezza di un mito del tennis, Roger Federer, esalta il suo stile unico e irripetibile, combatte la dittatura degli stereotipi e dei frames mediatici. Ma soprattutto edifica il rapporto fra lo sport e la verità dell’essere, scacciando nelle retrovie la verosimiglianza dell’apparire, che è frutto maturo della società dello spettacolo.” (Francesco Giorgino)