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Rossella Paone, scrittrice calabrese, conversa con Andrea Giostra di Arte, di Scrittura e di Creatività.

Rossella Paone, scrittrice calabrese, conversa con Andrea Giostra di Arte, di Scrittura e di Creatività.

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“Il Profumo della Dolce Vita” ha incontrato Rossella Paone, scrittrice calabrese, nata a Catanzaro, con dimora a Gasperina, una piccola cittadina di poco più di duemila anime, che domina la costa Ionica della Calabria, ma con una storia centenaria perché sorta intorno al ‘600 e ha vissuto momenti di grande importanza commerciale e politica. Questo per dire che Rossella nasce in una cittadina ricca di cultura e di storia che certamente l’avranno segnata positivamente e tutte le storie che si raccontano in Paese certamente le avranno lasciato un’impronta culturale importante. Si laurea presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Catanzaro “Magna Graecia”. La sua passione per la scrittura è inarrestabile e dopo la Laurea in Giurisprudenza inizia la professione di giornalista, diventando ben presto pubblicista, collaborando con diversi quotidiani ed emittenti locali. La sua direttrice professionale Rossella la traccia con un suo personalissimo aforisma: “Scrivere è la mia passione senza tempo, raccontare, “disegnare” sensazioni, stati d’animo, frammenti di vita”.

Rossella ci racconta la sua vita di artista, di scrittrice, di Donna creativa che con i suoi racconti, le sue storie, emoziona i suoi lettori e trasmette un pathos che lascia il segno e molti motivi di riflessione e di immaginazione. In fondo la fantasia è la base della creatività!

Ciao Rossella, e benvenuta presso la nostra Redazione. Grazie per aver accettato il nostro invito per questa intervista-conversazione. Di solito la prima domanda che faccio agli Artisti che intervisto è questa: “Vuoi presentarti ai nostri lettori come Donna, prima che come scrittrice e come artista?

Sono una donna dinamica, ho sempre molte idee per la testa e cerco di concretizzarle con impegno e tenacia. Sono altresì particolarmente sensibile e ciò mi permette, nel bene e nel male, di cogliere diverse sfumature della vita che amo raccontare nei miei libri. In molti evidenziano in me la solarità; diciamo pure che faccio parte della categoria di persone a cui piace vedere il bicchiere mezzo pieno, se non del tutto!

Rossella, quando e come hai scoperto il Tuo talento per l’Arte in generale e per la scrittura in particolare? Ti ricordi qualcosa che è accaduto dentro di te che ti ha portato a questa scelta? Quando è avvenuta questa svolta così importante per la tua vita, che ti ha segnata e che ancora oggi ti fa riflettere rispetto alla scelta di vita che hai fatto?

Scrivere ha sempre fatto parte della mia vita, la mia prima maestra, Paola Ranieri, che ricordo con grande affetto, raccontava ai miei genitori della mia fantasia sfrenata e della passione per la scrittura sin dai suoi primi insegnamenti. È parte di me, la scrittura, oltre qualsiasi episodio consapevole, non potrei farne a meno, anche se dovessi scrivere solo per me stessa!

Quindi Rossella, è una passione che già nutrivi in età infantile, da bambina delle elementari! E questo è veramente bellissimo perché la tua è una passione pura e incontaminata! Io la vedo così.

Rossella, mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero rispetto ad una bellissima frase incisa nel grande Frontale del Teatro Massimo di Palermo, famoso perché costruito da due dei più grandi architetti del XIX secolo, Giovan Battista Filippo Basile e il figlio Ernesto Basile. Il Teatro Massimo di Palermo è il secondo più grande d’Europa per grandezza e capienza di spettatori e possiede una qualità acustica terza in Europa solo dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. La frase incisa sul Frontale è questa: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu, Rossella, leggendo questa frase cosa ti viene in mente, a cosa pensi, cosa ti ispira che vuoi dirci riflettendoci un po’ su?

Credo che l’arte sia la più grande e stupefacente rappresentazione della vita, è per certi aspetti lo specchio della vita, dunque guai a non cogliere l’occasione per guardarsi dentro, per osservare il mondo, crescere e migliorare! La frase, quindi, mi pare davvero appropriata.

Chi volle che venisse scritta quella frase sul frontale del Teatro Massimo di Palermo fu l’allora potentissimo e coltissimo Ministro della Giustizia e delle Poste del Regno d’Italia, Camillo Finocchiaro Aprile. Si narra che lo stesso Ministro con questa incisione sul Frontale del Teatro Massimo di Palermo, abbia voluto pubblicamente dare all’Arte, in ogni sua forma espressiva, un’importanza e un mandato molto importanti: la crescita culturale e civile di un intero popolo, di una nazione, non può che passare dall’arte, dalla cultura. Ma questo, è chiaro a tutti, nasce già dall’Antica Grecia e arriva fino agli Antichi Romani. Secondo te, Rossella, oggi cosa fanno gli artisti per rispettare questo mandato così importante? Un mandato che parte da molto lontano come abbiamo detto. Oggi, nell’anno del Signore 2016, è ancora così? È l’Arte il fulcro della cultura e della crescita civile e civica di un popolo, di una nazione, della nostra Italia se vogliamo rimanere nel “nostro piccolo”?

L’arte è pur sempre arte, non giudicabile per molti aspetti, ma comunque rappresentativa della cultura degli esseri umani. Ogni artista vive l’arte a sua immagine e somiglianza o, comunque, a sua ispirazione, spesso non comprensibile agli altri in prima istanza. In generale, non è agevole coglierne sempre il significato, l’arte è anche mistero!

Sai Rossella che su questo io non sono d’accordo! Per me l’Arte è tale solo, e soltanto se, sa scatenare emozioni nell’osservatore, nel lettore se parliamo di letteratura. Se non ci sono emozioni, se non “esplode” alcun pathos, alcuna “trepidazione” che scaturisce dall’“incontro” tra la Persona e l’Opera dell’Artista, di qualunque disciplina artistica essa sia frutto, per me quella non è Arte, è qualcos’altro. Ma di sicuro non è Arte! Altrimenti il rischio è che chiunque si può auto-definire artista solo perché “crea”, dal suo narcisistico punto di vista, delle “cose” che ritiene “oggetti artistici” e che invece rimangono semplici “oggetti” senz’anima!

Foto Paone 005Saprai bene, Rossella, che sempre più spesso, negli ultimi dieci anni, i giovani artisti (e non solo!) vanno via dall’Italia, e come ci dicono tutti gli studi e le ricerche sociologiche fatte in materia di emigrazione giovanile, questo numero aumenta di anno in anno, esponenzialmente. I giovani non vedono nessuna speranza, non vedono nulla che possa dare loro un’opportunità di farsi conoscere, di mettersi in vista, di sperimentarsi come professionisti o come giovani artisti, se parliamo di Arte. In Italia è tutto in mano alla politica più mediocre che questa nazione abbia mai avuto. E tutto passa dalla politica e quindi dalla mediocrità, mai dalla meritocrazia e dal talento. Da quello che emerge da queste ricerche sociologiche realizzate da diverse Università italiane, manca la speranza, mancano le opportunità: è questo a mio avviso il vero problema che va affrontato con determinazione e forza. Cosa pensi di tutto questo? Cosa può fare la scrittura e l’arte in generale per arginare questa emigrazione giovanile che sembra non arrestarsi più. Una emigrazione che è trasversale e riguarda tutte le professioni e tutte le forme artistiche se parliamo di Arte. L’Italia sta diventando “un paese per vecchi”, parafrasando un bel film dei Fratelli Coen (ma che parlava d’altro!). Il nostro paese è stato per millenni, dal tempo degli antichi romani, la capitale del mondo culturale. Adesso è una terra di vecchi o di stranieri trapiantati qui e che lentamente ed inesorabilmente la stanno occupando facendola loro e trasformandola adattandola alle loro radici culturali e alle loro matrici politico-religiose. E tutto questo non sta facendo altro, molto lentamente, che cancellare le nostre origini e la nostra antichissima ed importantissima storia culturale e civile. Tu cosa ne pensi? E’ veramente così oppure,malgrado gli studi sociologici realizzati e pubblicati da diverse riviste scientifiche italiane e internazionali, sono “discorsi da bar” che lasciano il tempo che trovano?

Siamo d’accordo, Andrea, sull’importanza di suscitare emozioni, ma il fatto, eventualmente, di non emozionare cento non toglie la possibilità di emozionarne uno! Il mondo è bello perché è vario, come spesso si dice!

Per quel che concerne i cosiddetti “cervelli in fuga” si verificano dati alla mano e, in particolar modo, quando le professioni riguardano arte e cultura il percorso si fa più arduo. Quanto al nostro patrimonio artistico-culturale, è immenso, è conosciuto in tutto il mondo, è ricco di storia. Non penso potrà mai essere cancellato da alcuno, sebbene vada preservato e tutelato con grande cura. Inoltre, l’arte è fantasia, genialità, quindi troverà sempre il modo di emergere, di oltrepassare i confini, di “disperdersi” e di riemergere ancora una volta e un’altra ancora!

La vita è emozione, Rossella, se non c’è emozione non c’è vita, ma solo un sopravvivere piatto scorticato di emozioni vitali. E l’Arte nasce proprio con questo obiettivo ancestrale: trasmettere pathos ed emozioni empatiche vitali ai lettori, agli spettatori, agli osservatori, agli amanti dell’Arte! Cosa può fare secondo te oggi la letteratura, la scrittura, l’arte in generale, per dare emozioni e coinvolgere sempre più persone a leggere e ad amare l’Arte? Saprai di certo che l’Italia, tra i paesi dell’Unione Europea, è il paese dove si legge meno, anche se si comprano tanti libri! Sembra un paradosso ma è così. E’ come se il possedere un libro, un romanzo, desse per scontato che, magicamente, il possesso del libro si trasformasse in detentore intellettuale del sapere che c’è scritto nel libro. Di un libro, però, che quel compratore non leggerà mai. In Italia spesso funziona così. E allora cosa possono fare gli artisti, cosa proporresti tu ai tuoi colleghi artisti considerato che tu, Rossella, sei a pieno titolo parte di questo mondo affascinate e straordinario, almeno visto da fuori?

Per carattere non mi permetterei mai di indicare il sentiero da seguire come se fossi più avanti di qualcun altro, non mi appartiene questo modo di pensare. Piuttosto è una mia convinzione che l’arte non possa prescindere dai sentimenti autentici dei suoi autori che in quanto tali, anche quando non condivisibili, non possono non lasciare una traccia importante, uno spunto su cui riflettere. Dunque, per me è fondamentale emozionarsi attraverso la propria arte per emozionare.

Si dice sempre – ed io ne sono convinto! – Rossella, che le migliori Opere nascono sempre dai grandi dolori, dalle grandi perdite, dalle grandi sofferenze, dalle grandi sconfitte, dai grandi lutti, dalle grandi umiliazioni. Fa parte della vita dell’uomo di sempre. Secondo te è vera questa “convinzione”? Può un artista che “non ha vissuto” esperienze forti nella sua vita reale e quotidiana essere un buon interprete per creare Opere che sappiano trasmettere emozioni e pathos nel lettore, nello spettatore, nell’osservatore?

Personalmente ritengo che le migliori opere nascano dalla realtà ben amalgamata con la fantasia, non è detto che ad ispirare debbano essere sempre e solo realtà tristi; un bel paesaggio, ad esempio, richiama belle emozioni da raccontare, e pure gli aspetti nostalgici che talvolta lo accompagnano non devono essere per forza struggenti. È chiaro che ogni storia ha poi il suo fascino e le sue ragioni d’essere. Il tutto scaturisce anche da cosa si vuole raccontare e da cosa ispira a farlo. Non vi è una formula precisa da seguire puntualmente, ma occorre lasciarsi trasportare dalla spontaneità, dalle sensazioni, dalle emozioni!

Sai bene, come tutti gli artisti, che l’inizio della carriera è piena di difficoltà, di problemi, di insidie, di incontri “poco raccomandabili”, soprattutto se sei una giovane ed inesperta artista presa solo dalla passione e dalla speranze che possono annebbiare la vista che ci consente di vedere con chiarezza la cruda realtà. Tu, Rossella, quando eri all’inizio della tua carriera ed eri una giovanissima artista con i tuoi sogni e le tue speranze, quali difficoltà hai dovuto affrontare? Quali sono stati i momenti più duri ed insidiosi che hai incontrato nella tua carriera artistica e che hai dovuto superare con tutte le tue forze e con la tutta tua determinazione arrivando ad essere quello che sei oggi: una scrittrice che ha una sua visibilità e un suo pubblico riconoscimento?

Al di là della carriera, la vita, straordinariamente bella, è estremamente complessa, le difficoltà, le delusioni, i passi che talvolta subiscono un arresto, accadono, a prescindere dalle fasi iniziali di un percorso; anzi le disillusioni, strada facendo rischiano ancora di più di far sentire la fatica. L’importante è credere nel proprio lavoro e svolgerlo con onestà, dignità, impegno e passione autentica. Queste componenti vincono sul resto, e non sono solo belle parole poiché non è affatto semplice credere sul serio oltre ogni ostacolo. È una grande sfida con se stessi e con gli altri, e la vita lo dimostra prima o poi!

Per quanto mi riguarda rimango una gran sognatrice con l’ingenuità del primo giorno, ma allo stesso tempo ho la consapevolezza, l’ho sempre avuta, grazie agli insegnamenti della mia famiglia, che i sogni vadano conquistati e che nessuno ti regala niente. Anche perché i sogni vanno inseguiti con il batticuore!

Foto Paone 018Hai perfettamente ragione Rossella! I sogni vanno inseguiti con tenacia per poterli realizzare nella vita reale, ma ci vuole passione, talento, determinazione, fatica, sudore, esperienza, e “non-arrendersi-mai”! Solo così si ottengono i risultati veri che danno soddisfazione una volta che li hai raggiunti. E tu mi sempre proprio una di queste Donne. Non avresti ottenuto i risultati che hai ottenuto altrimenti! (sorrido!).

È vero, secondo te Rossella, quello che dicono i grandissimi artisti di ogni tempo che non basta il talento e la passione per riuscire nella professione e per avere successo? Ci vuole altro ancora oltre al talento e alla passione? Se è così, cosa serve secondo Te in Italia per avere successo e diventare famosi nella propria Arte?

Credo, Andrea, ci voglia determinazione, motivazioni forti, vere e personali, in quanto gli ostacoli fanno parte della vita e ci sono a prescindere dal talento e dalla passione.

Rossella, Tu hai mai pensato, da quando fai questa professione, di mollare tutto e fare altro solo per non dover affrontare e risolvere i problemi che quotidianamente ti si presentando davanti?

Non ho mai pensato di mollare. E’ chiaro che a volte possono verificarsi dei momenti di sconforto. E’ accaduto anche a me in diverse occasioni di sentirmi scoraggiata; i progetti culturali trovano spesso le porte chiuse, ma di mollare non ho mai voluto a che saperne per la motivazione che scrivere fa parte di me al di là della visibilità. E poi credo che ogni professione comporti delle difficoltà, non ci sono strade facili se vuoi raggiungere l’obiettivo con capacità e dignità.

Ma adesso Rossella, ti pongo una delle mie domande classiche che faccio quasi a tutti gli artisti che intervisto. Io da adolescente, ma anche da adulto, sono stato e sono tutt’ora un gradissimo lettore di quello che ritengo sia stato e sia tutt’oggi, il più grande scrittore del profondo dell’animo umano della storia dell’uomo. In uno dei suoi romanzi più conosciuti e più belli, “Memorie dal sottosuolo” pubblicato nel 1864, Fëdor Michajlovič Dostoevskij scrive, tra le righe, della “Teoria dell’Umiliazione”. Negli anni ’90, alcuni scienziati e psicologi americani, ne hanno fatto una vera e propria teoria psicodinamica, un modello psicologico che parte dal presupposto che, sintetizzandolo, dice che: “sono più le umiliazioni che subiamo nella nostra vita ad insegnarci a vivere meglio e a sbagliare sempre meno: si impara dalla propria esperienza di vita e dai propri errori, soprattutto quando sono gli altri a farceli notare e magari ridono di noi!”. Rossella, nella tua carriera artistica hai mai subito delle umiliazioni professionali che ti hanno lasciato un segno doloroso e indelebile, ma che al contempo ti hanno fatto crescere professionalmente e ti hanno dato più forza e più determinazione per continuare a seguire la tua passione e il tuo talento?

Più che altro mi sono confrontata con la delusione credendo erroneamente nella spontaneità e nell’impegno altrui; a volte sono gli altri a mostrarsi diversi da come sono realmente per attirare fiducia, a volte siamo noi che vediamo negli altri ciò che non sono. Il segreto, a mio avviso, è di credere in primis in se stessi e nel proprio progetto. Non pensare di potersi affidare agli altri. Non sarebbe nemmeno giusto farlo!

Rossella, oltre alla scrittura, a scrivere i tuoi Romanzi, i dedichi ad altro lavorativamente? Hai detto prima che fai anche l’avvocato. Come fai a conciliare queste due professioni?

Sì, Andrea, svolgo, altresì, la professione di avvocato che, in quanto impegnativa, a volte ha comportato dedicarsi alla scrittura di notte!

Saprai di certo, Rossella, che Franklin Delano Roosevelt, voluto dagli americani per ben quattro mandati presidenziali consecutivi, in uno dei suoi discorsi pubblici più famosi, pronunciò queste parole: “L’uomo che scrive, l’uomo che mese dopo mese, settimana dopo settimana, giorno dopo giorno fornisce il materiale destinato a plasmare il pensiero del nostro popolo è sostanzialmente l’uomo che più di chiunque altro contribuisce a determinare la natura del popolo e il tipo di governo che esso deciderà di darsi.” Tu che sei una scrittrice , cosa pensi di queste parole di Roosevelt? Che senso avrebbero se venissero dette oggi? E’ così ancora oggi nel 2016?

Credo che da sempre la parola sia una grande arma e, a tal proposito, mi permetto di riportare un meraviglioso pensiero di Emily Elizabeth Dickinson (1830-1886), una grandissima poetessa americana di fine ‘800, che una volta scrisse: «Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.» Riconosco in pieno il potere della parola a prescindere dalle fasi storiche e dagli uomini che le governano. Purtroppo non sempre si ha la consapevolezza della responsabilità della comunicazione e delle professioni artistiche.

Verissimo quello che hai detto Rossella! Ma sai che più di trent’anni dopo queste parole pronunciate da Roosevelt, il potente Ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945 e tra i più influenti gerarchi nazisti, Joseph Paul Goebbels, immaginiamo noi “ispirato” dalle parole di Roosevelt, ideo delle tecniche di propaganda così efficaci e così dirompenti da portare Adolf Hitler al potere in Germania e ad inventarsi il motto “Ripetete una cosa qualsiasi cento, mille, un milione di volte e diventerà verità.”? Oggi secondo te il mondo della letteratura, del giornalismo, dello scrivere sui blog, sul web, sui nuovi mezzi di comunicazione, è affetto dal metodo Goebbels? Se sì o se no, vuoi dire ai nostri lettori perché secondo te?

Ripetere a volte può influenzare, ma in realtà ciascuno ha il proprio pensiero e il proprio modo di vedere le cose, o almeno dovrebbe essere così a prescindere dall’eco altrui. Sentire i pareri di tutti è un bene, ma è importante crearsi la propria opinione. Crederci non convincersi è per me la linea guida.

Foto Paone 037Rossella, saprai benissimo che il padre del giornalismo moderno è Joseph Pulitzer! Sai che molti dei giornalisti che conosco, non conoscevano affatto il ruolo che Pulitzer ha avuto storicamente nel giornalismo: è stato un vero e grandissimo giornalista ed è stato colui che ha creato la prima scuola di giornalismo al Mondo, negli U.S.A.! Pulitzer, alla fine dell’800, scrive un piccolo ma intenso Saggio “Sul giornalismo”, pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri Editore, che definisce il ruolo etico e morale che un vero giornalista deve avere, con queste parole: “Un giornalista è la vedetta sul ponte di comando della nave dello Stato… Non agisce in base al proprio reddito né ai profitti del proprietario. Resta al suo posto per vigilare sulla sicurezza e il benessere delle persone che confidano in lui.”? Cosa pensi di questa definizione così forte e così importante? Oggi è ancora così?

Il giornalismo è responsabilità, passione, vocazione, impegno, curiosità, stupore, quindi, sposo in pieno questa definizione. Per molti ritengo sia ancora così, forse non per tutti!

Io, Rossella, sono meno diplomatico di te. Penso che oggi il “giornalista” immaginato da Pulitzer, che lui voleva formare eticamente e moralmente con il suo modello di formazione ed attraverso la sua scuola di giornalismo, non esista proprio più! Sono rari i casi di professionisti che si dedicano al giornalismo come ad una “missione” con i principi ispirati da Pulitzer. Parlo del nostro Paese ovviamente, l’Italia! Ma chiaramente questo è un altro tema che non possiamo approfondire qui.

Rossella, chi sono stati i tuoi “Maestri d’Arte” nella tua carriera artistica. Che Scuole hai frequentato, se si può parlare di Scuole quando si parla dell’arte dello scrivere? Pensi che per scrivere da professionisti occorra frequentare delle Scuole di scrittura, oppure dev’essere talento puro e cultura che ognuno di noi può coltivare autonomamente in qualsiasi università o frequentando semplicemente un Liceo, o leggendo moltissimi Classici della letteratura? Cosa ci dici in proposito? Qual è il tuo pensiero in merito?

Penso al talento puro, come una sorta di vocazione innata, supportato naturalmente da una base culturale che può provenire da formazioni diverse. Io ho frequentato il Liceo Scientifico e subito dopo la Facoltà di Giurisprudenza.

Chi sono i tuoi modelli, Rossella? Quelli che consideri i Grandi della letteratura di ogni tempo e che ti hanno ispirato e che ti ispirano tutt’ora quando scrivi? E perché proprio loro, cosa hanno di particolare rispetto ad altri Grandi scrittori?

Mi hanno sempre affascinato, in contraddizione con la mia solarità, la tristezza leopardiana e la “quiete” delle sue descrizioni. Il mio libro preferito invece è Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci (1929-2006), straordinaria nel raccontare la vita oltre la vita stessa e nell’emozionare senza frasi ad effetto, con un linguaggio diretto, anche duro, ma autentico.

Sai Rossella che quando frequentavo il liceo, Giacomo Leopardi (1798-1837), insieme ad Ugo Foscolo (1778-1827), erano i miei poeti preferiti? Ho letto moltissime loro poesie ma anche scritti, lettere, insomma ho “divorato” un po’ del loro modo di vedere il mondo, la realtà, la vita, ma soprattutto la morte! Sono stati dei Grandissimi poeti e lo sono tutt’oggi! E i Grandi poeti non muoiono mai, almeno era quello a cui tendeva Ugo Foscolo con i suoi scritti e con le sue poesie: l’immortalità letteraria! Molto affascinante come pensiero.

Ma adesso, Rossella, parlaci del tuo lavoro. In cosa consiste esattamente? Qual è la tua vera passione professionale che ti ha portato a fare quello che fai oggi con estrema diligenza e professionalità? In cosa consiste quello che fai, al di là dello scrivere? Quali sono i tuoi veri obiettivi interiori quando realizzi una tua Opera? Qual è la soddisfazione umana che cerchi quando progetti e scrivi un racconto o un romanzo?

Come giornalista mi occupo prevalentemente di politica, ma anche di cultura e sociale in uno spazio settimanale, S1 Magazine, che si propone di sentire le diverse voci in ambiti fondamentali della nostra quotidianità. La scrittura, ribadisco, è la mia grande passione. I miei obiettivi interiori e, altresì, la soddisfazione più grande? Far arrivare i miei pensieri scritti lontano e paradossalmente più vicino possibile ai miei lettori!

Rossella, nella presentazione di uno dei tuo romanzi scrivi queste parole: “E’ la ricerca di se stessi, è l’istinto che conduce alla verità. E’ il bisogno di libertà… E’ il sogno che si interseca con la realtà, fino a confondersi, a fondersi, attraverso l’intervento sagace della fantasia dell’Autrice, della fantasia del lettore che accoglie la sua richiesta e ne fa un’interpretazione propria, personale…”. Cosa vuoi dire esattamente con queste parole?

Queste frasi sono tratte dalla prefazione della Kimerik, la Casa Editrice del mio libro “Di mare in cielo, la mia quarta pubblicazione e il mio primo romanzo. Il testo mette in evidenzia la ricerca di se stessi, soprattutto in mezzo alle grandi difficoltà. Credo fermamente che la ricerca di se stessi sia fondamentale per andare avanti nella vita in ogni situazione. Conoscere se stessi, anche per potersi confrontare bene con gli altri.

Considerato anche il momento storico-culturale-economico che sta vivendo il mondo intero, che probabilmente è uno dei peggiori della storia dell’Uomo, come collochi il lavoro che secondo la Tua prospettiva ognuno di noi deve fare, che per te appare molto importante, rispetto alla “ricerca di sé stessi”, all’“istinto che conduce alla verità”, al “sogno che interseca la realtà”, alla “fantasia”? Qual è il ruolo che Tu dai oggi, nell’anno del Signore 2016, a questi importantissimi concetti anche alla luce dell’importanza di cui deve ri-appropriarsi l’Arte che ancora una volta possiamo sintetizzare con le bellissime parole che Camillo Finocchiaro Aprile volle fossero incise nel Frontale del Teatro Massimo di Palermo: “«L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire.»?

L’arte è l’essenza della vita, pertanto, va alimentata e cullata come una creatura da preservare con cura e amore; va ricercata dentro noi stessi, nelle nostre emozioni, nelle nostre percezioni, oltre che nel mondo intorno a noi. L’arte va espressa come un sentimento! A volte in maniera più esplicita, altre allusiva, ma mai indifferente!

Rossella, quali sono i tuoi lavori artistici ai quali tieni di più e perché? Quali sono le tue Opere che ritieni più importanti e che ti hanno dato soddisfazione e gioia professionale, ma anche umana? E perché, se vuoi raccontarcelo?

Foto Paone 015Carillon, il mio libro di fiabe, che puntualmente mi riporta nel mondo fantastico dei bambini, attraverso il loro stupore, le infinite domande e le loro verità ricche di sfumature che a volte da grandi si fa fatica a intravedere. “Di mare in cielo”, un romanzo che racconta il profondo legame che si instaura tra madre e figlia anche quando non può essere vissuto concretamente a causa di un incidente stradale che provoca il coma della madre quando la figlia ha soli due anni. È una storia molto particolare che riserva parecchi colpi di scena. C’è il dolore ma anche molta speranza e persino gioia.

Hai toccato un tema importantissimo: la Speranza! Credo sia la “forza” che inseme all’Amore fanno andare avanti il mondo. Senza Amore e senza Speranza la vita di ogni essere umano sarebbe una “tabula rasa illibata”, e al contempo insignificante proprio perché illibata!

Ma adesso, Rossella, raccontaci a cosa stai lavorando in questo periodo? Ci vuoi raccontare le Opere alle quali ti stai dedicando, magari dicendoci qualcosa in anteprima? Quando potranno goderne i tuoi lettori, i tuoi fan, i lettori del nostro Magazine?

Sto lavorando innanzitutto alla promozione del mio romanzo “Di mare in cielo, uscito a gennaio di quest’anno, 2016, ma continuo, altresì, ad essere presente nelle scuole per raccontare ai bambini le fiabe del mio “Carillon e il loro lieto fine tutto da conquistare!

Rossella, se durante una passeggiata, facciamo finta in un parco pubblico, due bambini di dieci anni si avvicinano a te e di dovessero fermare per chiederti: “Rossella, ci spieghi cos’è l’Arte?”, cosa diresti loro perché abbiano chiara la definizione di Arte con parole semplici che può comprendere un bambino di dieci anni? Cosa faresti per far capire loro la Bellezza dell’Arte e riuscire a trasmettere anche la tua passione per il Bello, per la Creatività, per la Fantasia per l’Immaginazione?

L’arte è l’insieme dei colori della vita, potreste voi comporre i vostri fogli bianchi senza colorarli?

Bella definizione Rossella, mi piace! (sorrido!).

Rossella, adesso, per concludere la nostra bella conversazione, una domanda molto semplice ma che io amo moltissimo perché ci riporta in un baleno alla nostra infanzia, ai nostri sogni di bambini, alle nostre speranze infantili di sognatori: qual è il tuo sogno nel cassetto che fin da bambina ti porti dentro e che oggi vorresti realizzare?

Dare forma alle mie creazioni attraverso l’interazione con i miei lettori, trarne spunto per nuove occasioni di conversazione e di confronto. Per svelare e far scoprire nuovi mondi oltre le nostre quotidianità, ma talvolta anche oltre la fantasia superata dalla stessa realtà!

Foto Paone 076Grazie Rossella per essere stata con noi e per averci raccontato la tua storia di artista, il tuo percorso professionale, duro, ma avvincente e ricco di soddisfazioni. Grazie anche per le tue anteprime che ci hai presentato e per i lavori ai quali ti stai dedicando e dei quali ci hai parlato. Per tutto questo, Rossella, io e la Redazione de “ilprofumodelladolcevita.com”, ti facciamo il nostro più grande in bocca al lupo e ti auguriamo un futuro professionale ricco di belle soddisfazioni e di successi fruttuosi. Grazie ancora e buona fortuna.

GRAZIEEEEEE A VOIIIII!!!!! (Rossella sorride soddisfatta, ci saluta affettuosamente e va via con la certezza che tra qualche tempo la richiameremo per un’altra intervista!)

 

Per chi volesse saperne di più su Rossella Paone, ecco alcuni interessanti link che il lettore può facilmente consultare:

Rossella Paone – sito-web ufficiale:

http://rossellapaone.wix.com/rossellapaone ;

Rossella Paone – slide-show photos by Andrea Giostra:

https://youtu.be/LFBne_o76rw

Rossella Paone – Pagina Facebook ufficiale:

https://www.facebook.com/rossella.paone.9 ;

Rossella Paone – Presentazione del Libro di favole “CARILLON”:

https://www.youtube.com/watch?v=8KfE_2btYRY ;

Rossella Paone – Di mare in cielo nei colori dell’Alba:

https://www.youtube.com/watch?v=4WCAco87uLI ;

I lettori che volessero conoscere l’autore dell’intervista, Andrea Giostra, possono consultare la sua Pagina Facebook Ufficiale:

https://www.facebook.com/AndreaGiostraFilm/ .

 

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