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THE BOY: il climax che non arriva mai.

THE BOY: il climax che non arriva mai.

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53110Greta, una giovane donna americana dal passato burrascoso, si reca in un villaggio inglese, dove l’aspetta un lavoro e presumibilmente una nuova vita. Il suo compito è quello di fare da baby sitter al piccolo Brahms, il figlio dei signori Heelshire, ma durante il primissimo colloquio il bambino si dimostra essere in realtà una bambola di porcellana. Poco dopo, Greta sarà costretta a rimanere sola con la bambola, e proprio da questo momento la storia pare destinata ad un ineluttabile incupimento.

Williama Brent Bell(L’altra faccia del diavolo), regista più che affine al genere horror, dirige stavolta un’opera difficilmente etichettabile, a metà fra il thriller e l’horror, con qualche tinta tragicomica. L’allestimento scenografico favorisce, almeno nella prima parte, una sana curiosità da parte dello spettatore. Siamo di fronte alla ormai consueta abitazione isolatissima, nel bel mezzo della campagna inglese, e tutto sembra rimandare, seppure in un contesto storico contemporaneo, al classico clima gothic. Sembra infatti di osservare il castello maledetto del recente Crimson Peak di Guillermo Del Toro, dove le suggestioni e le piccole paure sono quasi obbligate. Anche la storia, che pure ricorre a un archetipo dell’horror (la bambola), sembra poter reggere, svilupparsi concretamente; la suspense, infatti, perviene, e non in pochi momenti: per chi ha visto il film, la scena della doccia, con le dovute giuste proporzioni, sfrutta le ombre e i riflessi ispirandosi idealmente al thriller di stampo hitchcockiano. Infine, quell’atmosfera spettrale, che ad un certo punto sembra davvero prendere corpo, pare funzionare e addirittura potersi collegare ad altri ottimi modelli come The Others, di Alejandro Amenabar.

Si giunge però ad un secondo tempo mostruosamente deludente, dove le scelte narrative appaiono totalmente inadeguate. Se nella prima parte del film sono infatti avvertibili i canoni del genere horror/thriller, adesso tutto crolla per lasciare spazio ad una costruzione cinematografica che non ha più niente da dire, piena di sequenze discutibili, dove non è più chiaro quale sia la vera direzione nella quale il regista intenda muoversi; si passa dalla suspense al phatos furbo, finto, persino ridicolo.

The Boy, in conclusione, è un film perdibile. Le aspettative, che sicuramente non erano elevate, si sono confermate tali. Un prodotto forse potenzialmente avvincente, ma gestito talmente male da palesarsi più che modesto.

Luca Di Dio