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Maria Laura Moraci: giovane e talentuosa attrice e danzatrice. Attivista e poliedrica artista Romano-Sicula, conversa di Arte con il nostro Magazine.

Maria Laura Moraci: giovane e talentuosa attrice e danzatrice. Attivista e poliedrica artista Romano-Sicula, conversa di Arte con il nostro Magazine.

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Moraci_10“Il Profumo della Dolce Vita” ha incontrato Maria Laura, che vanta un bagaglio di esperienze artistiche straordinariamente articolato e poliedrico. Ha lavorato con grandissimi Maestri, tra cui Pupi Avati, che certamente le hanno lasciato un impronta professionale di un certo spessore culturale ed artistico. Ha maturato un’interessante esperienza di attrice teatrale che ci faremo raccontare. Ci faremo dire qual è, secondo lei, la differenza tra recitare in Teatro e al Cinema per quella che è la Sua esperienza. Oltre ad essere una danzatrice, insegna ai bambini judo, praticato fin da giovanissima anche a livello agonistico, e quindi ha una conoscenza del suo corpo e dell’uso che ne può fare che per un’Attrice è una cosa estremamente importante, se non fondamentale. Maria Laura ci racconterà, cos’è l’Arte per lei, e la sua esperienza come artista e attivista, di occupante dai 17ai20anni del Teatro Valle Occupato che ha contribuito a farla diventare la giovane donna che è ora.

 

Ciao Maria Laura, il nostro magazine online, “ilprofumodelladolcevita.com”, è molto giovane ed è letto da giovani artisti del mondo del cinema, della TV e dello spettacolo. Quale giovane magazine, di recente, abbiamo avuto l’idea di dare visibilità, attraverso le nostre interviste, non solo ai grandi artisti di fama internazionale e italiana, ma anche a giovani e giovanissimi artisti, per farsi conoscere meglio. Ma cosa diresti di te in poche righe ai nostri lettori che volessero conoscerti meglio e non solo attraverso il Grande e il Piccolo schermo?

Innanzitutto ciao Andrea e ciao a tutti i lettori! Beh, di me in poche righe posso dirvi che ho 22 anni e sono nata e vivo a Frascati, in provincia di Roma, nei così detti “castelli romani”.. Frascati è famosa per vino, porchetta e ville tuscolane, quindi di me posso dirvi subito che sono una di buona forchetta, moltomolto golosa! (ride) No vabbè, di me posso dirvi che sono una ragazza come tante, a cui piace osservare, ascoltare, riflettere, sognare e lottare per ciò in cui crede.. Mi piace vivere insomma! Le mie due principali caratteristiche sono l’esser molto sensibile ed estremamente combattiva. “Mia dolce rivoluzionaria”, hai presente quella canzone?! Ah, e sono logorroica, ma questo non c’era bisogno di dirvelo vè!? (ride) Da ora cercherò di essere più sintetica..

Moraci_04Maria Laura, ecco la domanda che a me piace moltissimo perché ci riporta d’improvviso alla nostra infanzia: qual è il Tuo sogno nel cassetto di bambina che vorresti oggi si realizzasse?

Beh dall’elementari, ho sempre avuto in maniera innata un forte senso di giustizia, il sentire su di me soprusi che vedevo e di conseguenza una grande volontà di combatterli per cambiare le cose. In questo credo abbia anche contribuito la visione de “I cento passi” a 6anni, o de “La Siciliana Ribelle” a 15anni che mi hanno portato poi a informarmi e interessarmi nel corso degli anni, sulle vicende relative alla mafia e più in là ai fatti di cronaca passati e attuali. Il mio sogno era dunque quello di diventare magistrato, procuratore antimafia. Inoltre come altro sogno avevo quello di diventare una poetessa, e scrivo poesie dalla quinta elementare. Poi senza dubbio, c’era l’amore per la recitazione e la danza che mi hanno portato a scegliere di studiare per essere quello che sono. Ma tra quei due primi sogni, vorrei si realizzasse il secondo; per ora sono state pubblicate solo alcune poesie in una raccolta fatta con altri poeti. Vorrei pubblicare un libro di poesie solo mio. Riguardo al primo sogno, ci ho rinunciato perché dopo il liceo classico, il mio studio si è dedicato esclusivamente alla recitazione e alla danza, ma non ho rinunciato alla giustizia e al voler mutare lo stato delle cose; ho solo cambiato lo strumento con cui farlo, ossia attraverso spettacoli e film di denuncia sociale e di attualità, (che sono quelli che preferisco) oltre che con l’attivismo.

Moraci_09Raccontaci un po’ in grandi linee della tua formazione attoriale e non.. 

Allora.. Ho iniziato a 5 anni judo e a 6 la danza moderna e contemporanea. E dopo un po’ di anni, a praticarli entrambi a livello agonistico. Ho fatto il liceo classico e proprio a scuola, in quinto ginnasio, ho iniziato per la prima volta in assoluto a 15anni, a studiare recitazione con un corso di teatro fatto dal 2009 al 2011 con Melania Fiore e in seguito un corso di recitazione più cinematografica a Trastevere con Luciano Miele dal 2011 al 2012. A loro due sarò per sempre legata e grata, non solo perché lei, la prima maestra donna, e lui, il primo maestro uomo a insegnarmi quest’arte, ma perché sono stati anche maestri di vita, che li rende tuttora per me due preziosi esempi, due modelli da seguire per sempre. La mia formazione come attrice è iniziata così, per poi proseguire con numerosi stage, masterclass, laboratori e workshop che durano tuttora e dureranno sempre, perché credo non si smetta mai di imparare, crescere e migliorarsi. Finito il liceo classico, ho fatto un anno tutti i giorni i corsi professionali presso “TeatroAzione” e due anni presso “StudioCinema” alla fonoroma, dove poi mi sono diplomata e ora sto frequentando la “YD’Actors”, la scuola di Yvonne D’abbraccio dove ho vinto una borsa di studio.

Moraci_02Quali difficoltà hai incontrato nel tuo percorso professionale che vuoi raccontarci?

Di difficoltà sì ne ho incontrate, ma le incontro ancora e le incontrerò sempre. In primis perché per quanto possa essere per me il lavoro più bello, interessante e stimolante del mondo, è anche tra i lavori più precari, nulla è mai certo e ci si trova spesso anche davanti a molte ingiustizie. Quello che credo però è che se uno ha davvero talento e passione, prima o poi verrà “ripagato” di tutto il sudore, gli sforzi e i sacrifici che ha fatto. Magari non subito, però pianopiano, se lo merita davvero prima o poi uscirà fuori. La meritocrazia in Italia è un mostro sconosciuto o in via di estinzione. E’ il paese purtroppo del “tutto e subito”, in cui ci sono persone che pretendono di “arrivare” a tutti i costi senza fare nessun percorso di crescita né umana né artistica, e che pensano esclusivamente all’apparire e all’avere e non all’essere. La cosa più assurda è che negli ultimi anni queste persone, riescono senza nessuno sforzo e merito, e vedi passartele davanti, superando provini dove purtroppo dare il tuo massimo spesso non basta e non conta. Quindi la difficoltà più grande è proprio il sopportare questo e il resistere, non rinunciare mai a quello per cui hai studiato e continui a studiare. La difficoltà è il non mollare ciò che ormai è la tua vita stessa.

Hai fatto altre esperienze lavorative prima di dedicarti a tempo pieno alla professione di attrice? E che qualità si dovrebbero avere per fare questo mestiere?

Purtroppo non posso dire di farlo a tempo pieno, in quanto quando non sono impegnata con prove o sul set, lavoro come segretaria presso il Tusculum Sport Center di Frascati, la palestra dei miei genitori, dove sono praticamente cresciuta. Inoltre, quando riesco, lavoro anche come hostess. Ovviamente nella mia vita al primo posto c’è la recitazione e la danza e quando mi chiamano per provini o lavori, è la mia priorità. Ad ogni modo, la prima qualità per un’attrice, a mio parere, è l’umiltà, ossia l’affrontare qualsiasi situazione, provino, ruolo etc mai in maniera presuntuosa o superba. Inoltre credo che lo spirito critico e di osservazione sia fondamentale, insieme al non prendersi mai troppo sul serio, avendo autoironia. Anche l’accogliere le critiche e i suggerimenti è importante al fine di migliorarsi e quindi l’ascolto è una qualità essenziale per mettersi al servizio del regista e degli altri attori. Infine, mai dimenticarsi come base il senso del gioco (to play/jouer), del divertirsi, senza però mai perdere di vista la serietà che contraddistingue un professionista.

Moraci_11Maria Laura, qual è il lavoro a cui sei legata in modo particolare sia professionalmente che affettivamente? Vuoi raccontarcelo?

Senza dubbio l’esperienza con Pupi Avati, che mi ha scelto lui in persona dopo avermi vista ad una masterclass dove ci insegnava e all’interno della quale avevo fatto sei scene diverse. L’esperienza nel suo mediometraggio “Un viaggio di cento anni”, andato in onda su Rai1 a maggio2015, è stata davvero emozionante, perché ambientata negli anni ’40 e come mi disse lui stesso, doveva essere molto simile a quella di Anna Magnani in Roma città aperta di Rossellini, e per me è stato un onore provare ad esser all’altezza. Il ruolo era quello di una donna straziata dal dolore, per l’ingiustizia subita, esser allontanata dal suo amato uomo, destinato ai campi di sterminio nazisti solo perché ebreo. La scena la vede alla sua ricerca disperata all’interno di un vagone, nel momento in cui sta per esser deportato, finché lo trova e cerca in tutti i modi di salire e andare con lui, tirarlo giù e scappare, ma con le due SS che la tirano le è impossibile, finché si dimena con forza urlando piena di angoscia, liberandosi per pochi attimi dai due uomini per dare l’ultimo saluto, l’ultimo bacio e abbraccio di addio prima di essere allontanata per l’ennesima e definitiva volta. Per me è stato un emozione forte e intensa, immedesimarmi completamente in quella situazione, cercando di raccontare con veridicità, il dramma di quegli anni e dell’Olocausto, che non si deve assolutamente dimenticare. I due attori che facevano le SS ne hanno prese di pizze e sgomitate vere, ero proprio dentro il personaggio e mi dimenavo come una pazza, come avrei fatto io stessa se fossi stata in quella situazione.

Quando hai deciso di fare questa professione e ne hai parlato con i tuoi genitori, cosa ti hanno detto? Sappiamo tutti che il mondo dello spettacolo, del cinema e della TV in genere, sono mondi molto difficili e pieni di insidie. I tuoi genitori sono stati tuoi alleati da subito oppure hanno cercato di dissuaderti?

I miei genitori, non hanno MAI cercato di dissuadermi, per il semplice fatto che se io sono felice e una cosa mi fa stare bene, lo sono anche loro e fa stare bene anche loro di conseguenza. Quindi sì, sono stati da subito miei alleati, ma neanche come quei genitori che “puntano” sui figli e che hanno aspettative ecc.. La scelta di fare questo mestiere è solo mia e loro anzi avrebbero preferito di certo una fisioterapista come figlia, avendo le palestre, o un lavoro diverso, ma mi hanno accettato e mai imposto nulla. Mio fratello è archeologo e mia sorella ha fatto filosofia.. Una famiglia particolare insomma! (ride) Comunque è stato un processo abbastanza graduale, nel senso che ho iniziato a studiare recitazione a 15 anni e verso i 19 anni ho avuto la mia prima esperienza lavorativa, decidendo che questo diventasse il mio mestiere tutta la vita. Ovvio, spesso manifestano ancora un po’ di preoccupazione e ansia nei miei confronti, ma credono in me e sono orgogliosi del mio non accontentarmi e della mia ostinazione nel fare a tutti i costi ciò che mi piace.

Moraci_03La persona che ringrazieresti per la tua carriera professionale?

Non è solo una.. Sarò forse ripetitiva, ma senza dubbio in primis i miei genitori appunto. Se mi scelgono ai provini è merito anche alla formazione teatrale e cinematografica che ho avuto e avrò ancora grazie proprio al loro lavoro e ai sacrifici che hanno fatto e fanno per permettermi di studiare, pagando scuole, stage vari ecc. Senza dubbio, ci deve essere un talento, una bravura naturale in chi vuole fare questo mestiere, ma secondo me è fondamentale anche studiare, ed osservare, “rubando” dalla vita quotidiana e da altri attori e registi. Bisogna allenarsi con costanza per migliorare sempre di più. Ad ogni modo, ringrazio i mie genitori non solo per il supporto economico, ma anche e soprattutto per quello morale, perché mi hanno sempre sostenuto, non impedendomi mai di realizzare i miei sogni. Poi ringrazio tutti i registi con cui ho lavorato, per avermi scelta e aver creduto in me, facendomi vivere esperienze sempre nuove, interessanti e molto intense. La mia carriera professionale la devo anche a loro per aver contribuito alla mia crescita artistica e personale. Per ora rivivrei tutto. Quindi un grazie ancora a ciascuno di loro, e a tutti gli insegnanti che ho avuto, ma soprattutto grazie a tuuutti i miei famigliari, e alle amiche e agli amici veri che mi sopportano, standomi sempre vicino. La persona che ringrazio di più, è soprattutto Fiamma Consorti, la mia agente dell’agenzia To Play, che ha creduto e crede in me. Grazie!

Qual è l’esperienza che ti ha reso la giovane donna di ora, artista e attivista?

Una delle esperienze che ha contribuito maggiormente a rendermi quella che sono ora, è senza dubbio quella come occupante per 3anni al Teatro Valle Occupato, dai 17ai 20anni. Il Valle ha una storia lunga e complessa, che ahimè, non ha ancora un lieto fine. Sono quasi 2anni che è chiuso. Un teatro del 1727, il più antico di Roma che era ancora in attività.. Ora chiuso. Adesso è complicato parlare dell’esperienza in poche righe, perché finirei per minimizzare e banalizzare tutto. Posso dire però, che il Valle per me è stata la più bella storia d’amore che potevo sognare di avere nel corso della mia vita. E per ora è stata anche la più lunga! (ride) Al Valle sarò sempre debitrice di emozioni, perché mi ha insegnato e arricchito moltissimo nella recitazione come attrice e umanamente come persona. Il Valle non era solo un BENE COMUNE di per sé, ma per l’intera comunità. Per me rappresentava la Vita, le menti e i corpi attivi, i cuori pulsanti, i sorrisi e gli occhi stupiti.. Era Esserci, Avere e Dare un Senso.. Era Condivisione, Partecipazione, Informazione, Formazione.. Il Valle era Libertà e Amore, Lotta e R-esistenza, Conoscenza e Rivoluzione, Bellezza e Magia. Era Prendersi Cura di ciò che ha un Valore Inestimabile e Inestinguibile. Era Trasparenza, Confronto, Incontro, Scontro e Scambio di saperi e punti di vista diversi. Era Dialogo, Dibattito e Discussione. Storia e Cultura. Era Sete di Sapere, perché “Sapere è Potere”. Il Valle lo vedevo come Bene, Medicina, Terapia, Catarsi. Era Essere Se Stessi, Non arrendersi Mai, Sognare e Sperare. Era Evoluzione e Cambiamento, Migliorarsi e cercare una Soluzione Insieme. Il Valle per me era una Certezza. E ora mi sento un po’ persa, ancora in una sorta di lutto. Ma quei sorrisi, occhi e mani di quei fratelli e quelle sorelle non li dimenticherò mai. *E fu Amore e fu Rivoluzione*

Moraci_06Maria Laura, se dovessi spiegare ad un bambino di 10anni cos’è l’Arte, cosa diresti e come gli racconteresti l’Arte secondo la tua esperienza professionale e secondo il tuo pensiero?

Ad un bambino non gli direi la definizione di Arte, ma neanche ad un adulto in realtà, perché l’arte non si può spiegare si dovrebbe solo vivere, creare, e/o ammirare. Nel momento in cui tenti di etichettarla, la banalizzeresti. Gli mostrerei piuttosto un quadro, un disegno, una foto; gli farei vedere una scultura, un palazzo o gli farei sentire una poesia o una canzone; o gli farei vedere un film o un balletto; o leggere un fumetto o un romanzo. E infine guardandolo negli occhi gli direi “questa è arte”. C’è una definizione di arte che mi piace molto: “L’arte è tutto ciò che gli esseri umani definiscono arte!” ed è assolutamente la verità, cioè l’arte non è altro che la visione, la sensazione, la percezione che gli individui hanno di essa. L’arte è connessa a qualsiasi forma di creatività e può suscitare diversi tipi di emozioni, e può anche trasmettere insegnamenti. L’arte siamo noi stessi visti dall’esterno, esprime la nostra interiorità umana attraverso varie forme. L’arte è comunicazione, l’espressione del sé, sia legata a un aspetto tecnico e sia ad uno emotivo ed intimo. Per me, l’arte è mettere a nudo la mia anima, per lasciare una qualche traccia in questa esistenza. La danza e il cinema sono la sesta e settima danza, e senza l’arte sarei morta, non sarei più io. L’arte per me è linfa vitale, ciò che muove tutto.

Maria Laura, tu hai delle bellissime esperienze di Cinema, sia con lungometraggi, medi che con corti, ma hai anche delle bellissime esperienze a teatro. Secondo Te qual è la differenza tra questi due Mondi della recitazione che in fondo sono Mondi paralleli ma certamente non sovrapponibili?

Ti parlerò non delle differenze tra cinema e teatro, ma delle differenze nella recitazione.. Dunque, prima di tutto, in teatro, l’attore deve amplificarsi sia vocalmente che gestualmente, al fine di esser recepito in modo istantaneo, dalla prima all’ultima fila. Nel fare questo, dovrebbe rimanere credibile, e non è affatto semplice.. Quindi sono assolutamente necessari a teatro, la chiarezza, una grande gestualità e il volume della voce, non è un caso che dopo un po’ da spettatori a teatro ci concentriamo a guardare le labbra dell’attore. L’attore cinematografico, al contrario, deve fare un lavoro accurato sul dettaglio, sul micromovimento e sulle sfumature gestuali e vocali. C’è diciamo un “asciugamento” della recitazione, in senso realista e naturalista. La prima necessità è quindi quella di risultare sempre credibili, e lo sguardo, gli occhi sono fondamentali, perché sono ciò che comunicano allo spettatore e ciò su cui infatti si concentra maggiormente. Ma ci sono comunque eccezioni tipo Fellini, che è l’esempio della teatralizzazione dell’interpretazione cinematografica, utilizzandola sia in senso straniante che comico. Ma in generale, un’interpretazione teatrale cozzerebbe con la fluidità del film, facendogli perdere la credibilità. Quindi chi dice che il teatro è più difficile o viceversa, non lo capisco perché entrambe hanno difficoltà diverse dovute a diverse esigenze. Di differenze ce ne sono svariate, ma l’ultima che mi viene in mente è che l’attore di cinema non vive le cose in ordine cronologico, facendo scene dove si sposa quando ancora deve girare quella del primo bacio etc.. Mentre l’attore di teatro si può immergere, fare un viaggio, vivendo tutto di seguito, ogni evoluzione del personaggio. Se si sceglie di fare dei tic o cose particolari in un ruolo, l’attore di cinema deve sempre ricordarsi cosa, come e perché le ha fatte, avendo sempre misura e massima concentrazione. E non è affatto semplice. A teatro se sbagli, non puoi fermare lo spettacolo, ma devi sempre continuare.. Nel cinema se sbagli puoi rifare altri ciak, ma allo stesso tempo una scena la si inquadra da diverse angolazioni e più volte e bisogna sempre ricordarsi esattamente anche i gesti e le parole ripetendole sempre uguali sennò poi non si può montare la scena.. E inoltre se c’è una scena particolarmente forte e intesa, tipo un pianto o una lite, la si deve ripetere e rivivere più volte e sempre come se fosse la prima volta in maniera vera e viva. Queste le principali differenze nella recitazione in grandi linee. Poi il modo di interpretare, la strada, può esser la stessa ma le necessità diverse perché dettate da esigenze diverse, ripeto (nel cinema decide il regista se fare un primo piano stretto, un dettaglio, un totalino ecc).. 

Maria Laura, io amo da sempre Dostoevskij. In uno dei suoi romanzi più celebri e più belli, “Memorie dal sottosuolo” del 1864, parla, della “Teoria dell’Umiliazione”. A partire dagli anni ’90, alcuni scienziati e psicologi americani, ne hanno fatto una vera e propria teoria psicodinamica, un modello psicologico che parte dal presupposto che: “sono più le umiliazioni che subiamo nella nostra vita ad insegnarci a vivere meglio e a sbagliare sempre meno: si impara dalla propria esperienza e dai propri errori, soprattutto quando sono gli altri a farceli notare e magari ridono di noi!” . Maria Laura, partendo da questo assioma scientifico, hai mai subito delle umiliazioni professionali che ti hanno lasciato il segno ma che al contempo ti hanno fatto crescere professionalmente e ti hanno dato più carica e più forza per continuare nella tua carriera artistica?

Sì certamente, mi capita tuttora, e non solo nel campo lavorativo ma anche affettivo. Da un po’ di tempo ormai cerco di prendere sempre il meglio da ogni cosa e mi dico che se una cosa è andata così è perché doveva accadere e tutto ha una sua logica, un suo senso. Facendo così ormai evito anche di sentire un senso di colpa e di impotenza immotivato, che non porterebbe da nessuna parte, solo a stare peggio e non a crescere e migliorare. Ovviamente ciò non significa che quando vivo umiliazioni sto zitta, non faccio nulla e subisco e sopporto il corso delle cose. Ogni volta anzi faccio tutto il possibile per cambiarle, ma quando ciò non basta e non dipende da me, mi comporto come ho detto prima. Comunque grande Andrea, anche io adoro Dostoevskij e per quanto riguarda i suoi personaggi mi sta molto a cuore uno in particolare, che rappresenta per certi aspetti il mio alter ego.. Sto parlando di Myškin del suo romanzo L’idiota, il principe che soffre di epilessia, tema ricorrente in diversi suoi romanzi, soffrendone l’autore stesso.

Moraci_05Cosa stai girando questo periodo, ti potremmo vedere a breve in altri lavori? Progetti per il futuro?

Questo periodo sto girando Youtopia, un lungometraggio di Berardo Carboni, con A.Haber e D.Finocchiaro. Una storia davvero molto particolare e originale! ..Mentre presto uscirà in tv sulla Rai un docufilm “Il sole è buio” di Giuseppe Papasso, che tratta della violenza sui minori, e in cui le musiche originali sono di Ennio Morricone! ..Il 6 Maggio invece c’è stata a Napoli l’anteprima nazionale e la conferenza stampa, al Cinema Metropolitan, del corto di 27minuti in cui sono l’unica protagonista femminile. Il corto, dei Fratelli Borruto, si chiama “Strade da Amare: la scelta giusta” ed è stato promosso dal Ministero dell’Infrastrutture e dei Trasporti. E’ infatti il primo social movie sulla sicurezza stradale, e ci sarà una replica il 25 Maggio al Cinema Pierrot di Napoli. Per me tutto questo è davvero entusiasmante ed emozionante.. Sono molto felice! Poi continuo a lavorare sempre come ballerina di danza moderna e contemporanea per il violoncellista Fabio Cavaggion e spero di fare anche esibizioni fuori il Lazio e l’Italia. Ecco, i miei progetti futuri sono questi: continuare così, lottando sempre per ciò in cui credo.. fare in eterno teatro, cinema, tv e danza. Per ora dal 2013 ci riesco, speriamo continui sempre così! Incrociamo le dita! “Sono fiero del mio sognare.. di questo eterno mio incespicare.” Guccini. 

Grazie Maria Laura per averci dedicato il tuo prezioso tempo e in bocca al lupo per il tuo futuro di attrice e di artista che speriamo, noi de “ilprofumodelladolcevita.com”, sia sempre più prestigioso e importante. Speriamo di incontrarci di nuovo per una nuova intervista tra qualche tempo per raccontarci ancora dei tuoi successi. Grazie e alla prossima.

Grazie a te e a tutti i lettori! E’ stato un vero piacere! Luuuuuuuunga vita al lupo!!!

E come direbbe Baudelaire: “Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.”

 

Moraci_08Le foto sono di Francesca Marino, Pierluigi D’Ambrosio e Matteo Nardone.

Per chi volesse dei nostri lettori conoscere di più e meglio Maria Laura, ecco alcuni link che ne svelano altri aspetti interessanti ed intriganti dell’Artista e Attrice che abbiamo appena conosciuto:

Showreel”:

https://www.youtube.com/watch?v=OsNdvDVrWkM ;

Discorso finale all’umanità di Charlie Chaplin. Tratto da Il Grande Dittatore!”:

https://www.youtube.com/watch?v=GO0gcv0BAgs ;

Fabio.C. & Maria Laura Moraci al Pantheon. Violoncello e Ballerina”. 25/04/2015:

https://www.youtube.com/watch?v=qMPzrZfj9Sg ;

Fabio Cavaggion under the Pantheon church Rome”, 15 febbraio 2015:

https://www.youtube.com/watch?v=vid0BFDaOsI ;

In apertura del concerto dei Florashome. Maria Laura Moraci, ballerina e coreografa”, 19 dicembre 2014:

https://www.youtube.com/watch?v=UFB6JWNoE90 ;

Roma, città di cinema e di stelle”:

https://www.youtube.com/watch?v=9n3EPBfJ1bs ;

+18 Maria Laura! 🙂 By Carla!”, 12 marzo 2012:

https://www.youtube.com/watch?v=jI43S3V-HN0 .

0) https://www.facebook.com/maria.laura.moraci.11/?fref=ts ;

1) http://fashionconcept.it/it/catalogo_scheda.php?idC=18277&idF=4&id=18277 ;

2) http://www.toplayagency.it/scheda-artista.php?id_attore=18 ;

 

Frasi che fanno parte di lei:

“Per me c’è la necessità di intendere il cinema come un mezzo di comunicazione di massa, così come il teatro, la televisione. Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l’arte e la vita.” -Gian Maria Volonté-

“Il cinema non è un mestiere. È un’arte. Non significa lavoro di gruppo. Si è sempre soli; sul set così come prima la pagina bianca. E per Bergman, essere solo significa porsi delle domande. E fare film significa risponder loro. Niente potrebbe essere più classicamente romantico.” -Jean-Luc Godard-

“Il cinema non è per un’élite, ma per le masse. Parlare ad un’élite di intellettuali è come non parlare a nessuno. Non credo si possa fare una rivoluzione col cinema. Io credo in un processo dialettico che debba cominciare tra le grandi masse, attraverso i film e ogni altro mezzo possibile.” -Elio Petri-

“Preferisco morire in piedi piuttosto che vivere in ginocchio.” -EL CHE-

“I popoli non dovrebbero aver paura dei propri governi:

sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli.”

-V PER VENDETTA-

“Mi aspetto di sconfiggere tutte le mie paure..

Di vivere vivendo senza mai mezze misure..

Mi aspetto di capirmi e non avere più vergogna..

Di essere me stesso in questo mondo che non sogna!

La prospettiva non è una speranza!

La decisione che ha più importanza!

La mia esistenza la voglio gestire..

Ed è un mio diritto.. DESIDERARE!!!” -Fabrizio Moro-