I MAGNIFICI 7 – un western di tutto rispetto
Condividi questo articolo:
Bartholomew Bogue è uno spietato criminale bramoso soltanto di oro e potere. Con il suo esercito di pistoleri , e lo sceriffo a libro paga, mette le mani sulla città di Rose Creek depredando i contadini della loro terra. Tra i tanti, l’onesto lavoratore Matthew Cullen esprime a muso duro la sua frustrazione contro Bogue. Quest’ultimo, lo fredda senza alcuna pietà. L’omicidio perpetrato scatenerà il desiderio di vendetta della signora Cullen, che assolderà prima il cacciatore di taglie Sam Chisolm e poi l’intera squadra dei “Magnifici 7”.
C’è un meraviglioso film di Ridley Scott – American Gangster – dove Frank Lucas, interpretato da Denzel Washington( Sam Chisolm in questo film), pronuncia una frase emblematica: “…Perchè prendere una cosa che è perfetta e buona, e rovinarla?”. Il rischio di un remake è infatti proprio quello di fallire vergognosamente di fronte all’opera alla quale si ispira. E’ con estremo piacere che affermo che tale aspetto non è in nessun modo imputabile a questa pellicola. Antoine Fuqua( Training day; Southpaw) dirige forse, con I Magnifici 7, uno dei suoi lavori più interessanti e onesti. Se con film come Shooter aveva dato quasi l’idea di fare un cinema meramente spettacolare e a tratti reazionario, qui riesce ad essere invece lucido e corretto nei confronti del genere western. E’ vero, non rischia niente dal punto di vista della trama, e la sua regia è chiaramente quella di un ottimo mestierante e non di un geniale cineasta, ma l’intero ingranaggio sembra funzionare alla perfezione. L’opera è anzitutto corale; Denzel Washington è sempre bravo e affascinante, ma anche gli altri fanno la loro parte: Vincent D’Onofrio, col personaggio di Jack Horne, timorato di Dio e al contempo buffo e scellerato; Chris Pratt, che interpreta a meraviglia il donnaiolo e giocatore d’azzardo Josh Farraday e un grande Lee Byung-hun, che ci riporta alle atmosfere dell’adrenalinico e stupefacente Il Buono Il Matto Il Cattivo di Kim Jee-woon. Anche gli altri tre pistoleri, tra cui troviamo il magnetico Ethan Hawke, non sbagliano praticamente niente. Per quanto riguarda la regia, è impossibile non fare caso a quanto essa stessa sia derivativa. Fuqua si focalizza sui campi lunghi e monta in maniera serrata sui primi piani dei personaggi. Da Sergio Leone a Tarantino, i riferimenti sono espliciti. Tra le sequenze più palesemente avantpop c’è sicuramente quella in cui Sam Chisolm entra a cavallo a Rose Creek, attraendo con la sua pelle nera lo sguardo stupito e incredulo dei cittadini: come non ricordare la scena di Django Unchained di Quentin Tarantino in cui Django arriva in compagnia del Dottor Schultz, con una diligenza, in città.
Un’opera quindi, I Magnifici 7, davvero appassionante, avvincente, che ha dalla sua anche un’acuta riflessione, con le giuste dovute proporzioni riconducibile al capolavoro di Quentin Tarantino The Hateful Eight, sul rapporto tra giustizia e giustizia di frontiera. Insomma, per gli amanti del genere, o per chi avesse voglia di godersi scene d’azione tecnicamente impeccabili e uno script allettante, l’ultimo film di Fuqua è quello che fa per voi.
Luca Di Dio