“Le Iene Show” tornano martedì con Nadia Toffa. Anticipazioni
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Dopo il primo appuntamento con “Le Iene Show”, andato in onda domenic 2 ottobre con la conduzione di Ilary Blasi, Frank Matano e Giampaolo Morelli, torna l’appuntamento del martedì con una diversa conduzione. “Le Iene Show”, infatti, tornano domani, martedì’ 4 ottobre in prima serata su Italia 1, con il secondo dei due appuntamenti settimanali condotto da Nadia Toffa, Andrea Agresti, Paolo Calabresi, Giulio Golia e Matteo Viviani.
Ecco alcune anticipazioni deii servizi della puntata di domani: Piccole migranti siriane raccontano. La Iena Roberta Rei incontra due ragazzine siriane a Idomeni, il campo profughi al confine tra Grecia e Macedonia che, prima della sua recente chiusura, ospitava circa 10.000 migranti. Con le loro famiglie, Shafak e Maya stanno fuggendo dalla guerra di civile che ha devastato il loro Paese per raggiungere l’Europa. Per capire cosa vedono e cosa vivono realmente i profughi più piccoli durante questo viaggio di speranza, Shafak e Maya documentano, con due telecamerine, ciò che accade quotidianamente nella tendopoli alla frontiera.
La Iena Dino Giarrusso incontra Roberto Benigni per parlare con lui di Costituzione italiana e del Referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Secondo l’attore comico toscano, sarà ancora “la più bella del mondo”? (ndr, l’intervista integrale sarà disponibile sul sito e sulla pagina facebook delle Iene dopo la messa in onda).
Inchiesta di Matteo Viviani sul caso di don Franco Reverberi Boschi, sacerdote di Sorbolo, in provincia di Parma, accusato di “Imposiciòn de tormentos”, cioè tortura, dalla Procura di San Rafael in Argentina. Secondo alcune delle vittime sopravvissute alle torture nel centro di detenzione di San Rafael nel periodo della dittatura di Jorge Rafael Videla nel ‘76, il religioso avrebbe assistito, senza mai intervenire, alle innumerevoli violenze da loro subite.
Don Reverberi Boschi, che ha respinto tutte le accuse e si è sempre professato innocente, viene inizialmente chiamato come persona informata dei fatti davanti al giudice, per poi essere successivamente indagato ufficialmente.
Il sacerdote, però, decide di non presentarsi in aula e di recarsi in Italia nel suo paese di origine.
Nel 2011 la giustizia argentina chiede allo Stato Italiano l’estradizione e Reverberi entra nella lista dei ricercati internazionali dell’Interpol.
La magistratura italiana, respinge, però, la richiesta di estradizione. Nel codice penale italiano, infatti, non esiste il reato di tortura.
La Iena intervista Patrizio Gonnella (Associazione Antigone Contro la tortura) e Carlos Cherniak (Ministro Plenipotenziario dell’ambasciata Argentina in Italia) e, successivamente, per raccogliere la sua versione dei fatti, raggiunge Don Franco Reverberi Boschi a Sorbolo, dove tuttora dice messa, dà la comunione e confessa i suoi fedeli.
Gaetano Pecoraro si reca a Bucaletto, una contrada nella periferia est di Potenza, nata per accogliere temporaneamente gli sfollati del terremoto dell’Irpinia verificatosi il 23 novembre 1980. Qui, oltre trent’anni fa, sono stati costruiti circa 500 prefabbricati, destinati ad ospitare per un periodo di 10/15 anni i terremotati rimasti all’epoca senza un’abitazione. La situazione che la Iena si trova davanti è, però, più complessa: tra le oltre 2.000 persone presenti, che si trovano a vivere in uno stato di degrado e abbandono, non ci sarebbero solo le vittime del terremoto, ma anche chi ha dovuto far fronte a situazioni di emergenza abitativa. Nel tempo, infatti, i prefabbricati transitori sarebbero stati adibiti a case popolari. L’inviato viene, inoltre, a conoscenza della presenza di amianto in buona parte delle strutture. Come scrive nel 2007 l’Azienda Sanitaria di Potenza in una lettera al Sindaco, “i prefabbricati non rispondono ai requisiti igienico-sanitari […] per i locali di civile abitazione” e, inoltre, l’amianto contenuto nel parametro esterno di alcune strutture “presenta lesioni, rotture e crepe”, diventando così pericoloso per la salute. Bussando di porta in porta, la Iena viene poi informata che molte persone della zona soffrono o hanno sofferto di malattie polmonari e di tumori di vario genere.
Giulio Golia intervista Oreste Spagnuolo, dal 2008 collaboratore di giustizia, ex componente del gruppo di fuoco di Giuseppe Setola, il boss camorrista del clan dei Casalesi.