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LO AND BEHOLD – un capolavoro

LO AND BEHOLD – un capolavoro

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maxresdefaultWerner Herzog non ha bisogno di alcun tipo di presentazione. Per gli estimatori della settima arte è uno di quegli artisti che può tranquillamente meritare di essere annoverato tra i Maestri. Ci ha abituati benissimo, da sempre, questo fantastico regista tedesco… Solo per citare due pietre miliari da lui dirette: Fitzcarraldo Nosferatu, il principe della notte. Non c’è quindi da stupirsi che la sua ultima fatica Lo and Behold è senza mezze misure un capolavoro.

Stiamo parlando di un documentario monumentale, tra i più belli e appassionanti degli ultimi anni. Herzog ci porta a riflettere su un fenomeno/tema delicatissimo: Internet. Ambiente a dir poco oscuro, quello della rete. Potrebbe apparire quasi assoluto, impossibile da essere descritto, raccontato, analizzato. Ma è proprio qui che il genio sa essere lucido e riesce ad imbastire, con la potenza delle immagini e della narrazione alternata tra voce fuori campo e testimonianze dirette, una tavola vastissima di informazioni affascinanti e a dir poco suggestive. Con fare vagamente estetizzante, Werner Herzog divide la sua “Odissea sulla rete” in capitoli, e abbiamo contenuti di tipo meramente tecnico-scientifico e altri di carattere più analitico-critico. Tra le fasi più inquietanti dell’opera sta senza dubbio quella sulla dipendenza; vengono intervistati veri tossicodipendenti dall’uso di Internet, costretti a rivivere in isolamento dopo quello già vissuto precedentemente nel mondo virtuale, che li aveva tragicamente anestetizzati, lobotomizzati. Da qui si possono osservare le sofferenze e lo straniamento che il Web causa nei confronti della vita reale e di comunità. E’ chiaro poi, che tramite altri interventi, quelli degli addetti ai lavori, Internet non emerga solamente come la manifestazione terrena del Male. Vengono enunciati i pregi, i vantaggi, che questa scoperta rivoluzionaria ha apportato in maniera capillare in tutti gli aspetti della società contemporanea. E’ proprio questo, il punto più sensibilmente visionato da Herzog: una ricerca costante, ricca di dettagli e sfumature, che possa far ripensare all’utilizzo così sfrenato di Internet in chiave critica ed autocritica. L’intento del regista tedesco è quello di misurasi e farci a nostra volta misurare con il futuro e le sue implicazioni. Un intero capitolo è dedicato non a caso alla possibilità di traferire le nostre abitudini e la nostra stessa vita su un altro pianeta. Gli scienziati sono convinti che ci sia una reale e allo stesso tempo spaventosa possibilità che questo avvenga, a dimostrazione del fatto che anche film come Interstellar di Christopher Nolan non sono poi così astratti e fallaci.

Lo and Behold è in sostanza una di quelle opere di cui sarà difficile dimenticare l’impatto. Un impatto intelligente, magistralmente gestito, che vuole prendersi sul serio senza dare messaggi troppo marcati. Spetta all’osservatore della pellicola capire e prendere posizione riguardo al problema Internet. Herzog, inoltre, come ci ha insegnato nelle sue opere precedenti, non ha alcuna intenzione di scadere in una pellicola strettamente documentaristica o di fiction. I due aspetti sembrano andare sempre di pari passo, con quelle immagini così costruite ma allo stesso tempo realistiche e spontanee. Un film dove tutto funziona e dove tutto sembra gridare con voce sottile.

Un po’ come nella bellissima locandina del film, il nostro cervello sembra essere vittima di un intreccio maligno e subdolo. Werner Herzog, con questo film, ci dà la possibilità di ritrovarci e di scovare la luce laddove regna il buio di Internet.

Luca Di Dio