Matt Dillon a Roma per premiare i registi emergenti di Alice nella città
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Matt Dillon è a Roma come Presidente della giuria della sezione per giovani e ragazzi, Alice nella Città, sezione indipendente della Festa del Cinema di Roma. Dillon, che torna sempre con grande piacere a Roma, arriva in veste di giurato e dovrà selezionare, insieme ai colleghi Anna Foglietta, Claudio Giovannesi, Gabriele Mainetti, Giordano Meacci Camilla Nesbitt e Francesca Serafini, le opere prime e seconde di giovani registi emergenti. Lui, che ha iniziato giovanissimo il mestiere dell’attore, ha dichiarato di sentirsi onorato da questo compito, ” non sono mai stato presidente di nulla…, non è facile scegliere, la qualità dei film in concorso è molto elevata, sto vedendo tanti bei film”.
Matt Dillon racconta poi di un episodio che gli è accaduto quando aveva solo 15 anni ed era a Roma in giro con la Vespa (quasi fosse stato il protagonista di Vacanze Romane) , girando la città si è imbattuto Ginger e Fred, così ha avuto modo di conoscere Federico Fellini che il giorno dopo lo ha invitato a pranzo. Ecco perchè per l’attore, che oggi ha cinquantadue anni, è particolarmente legato alla capitale, anche lui affascinato dal cinema italiano degli anni d’oro. Forse anche l’ incontro con il mito del cinema mondiale lo ha spinto a passare dietro la macchina da presa, tentando la strada della regia con il film City of Ghosts, che in Italia però non ha avuto il successo che meritava. A chi gli chiede cosa lo abbia spinto a diventare regista, Dillon risponde che il suo principale obiettivo è quello di raccontare una storia, rendendola personale, ecco cosa cerco nei film che stiamo selezionando per il concorso di Alice nella Città, vorrei vedere registi che osano, che si mettono in gioco. Simpatico e disponibile, Matt Dillon ha portato una ventata di Hollywood a Roma, ma guai a chiedergli quale sia il personaggio, tra i tanti che ha interpretato, che più gli è rimasto dentro: “il mestiere dell’attore è bello proprio perchè può essere tante persone diverse, ma non si può portare dentro nessuno dei personaggi che interpreta…”.