“ NON SI RUBA A CASA DEI LADRI “ : SI PUO’ TRUFFARE PER VENDETTA?
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Un fatto ormai divenuto di ordinaria amministrazione è alla base di questo nuovo e divertente film dei fratelli Carlo ed Enrico Vanzina: un piccolo imprenditore viene truffato da un politicante corrotto e che vanta una lunghissima manus all’interno della Roma Ladrona.
Come può reagire il poveretto truffato se non utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione? Ed ecco che si inventa non, come dovrebbe, di denunciare il corrotto, ma di tentare di mettere le mani sul suo patrimonio debitamente nascosto in Svizzera, utilizzando tutti i suoi amici ed anche un simpaticissimo altro “ fregato .
Massimo Ghini è il politico, molto abilmente interpretato e Manuela Arcuri, burinissima, è sua moglie mentre il “ fregato “ è il bravissimo Vincenzo Salemme che, insieme alla moglie ( Stefania Rocca ) tenta, quasi arrivandoci, di mettere le mani sul tesoro svizzero del politico ladrone; Maurizio Mattioli, altra vittima della politica ed anche della sua dissolutezza, è uno degli amici di Salemme che concorrono alla conquista della meditata vendetta, mentre un corredo molto ben assortito di altri personaggi collabora a far scorrere la vicenda su binari di buona, ma senz’altro efficace, comicità non disgiunta – purtroppo – da uno screening sulla odierna società corrotta e dissoluta.
Feste da sogno, miliardi che corrono da un posto all’altro, trovate e gags a volte addirittura originali ( anche se questo film che uscirà nelle sale il prossimo 3 novembre è confermativo della tecnica e della narrativa vanziniana ) mettono abilmente in risalto come un qualunque e semplice imprenditore,disperato, più o meno corretto, possa essere “ fregato “ dalla tecnica usata dai politici per conquistare successi economici che, sembrerebbero essere destinati soltanto a coloro i quali si siano addentrati nell’arena in un mestiere tanto depravato e tanto abilmente raggirato quale è quello che dovrebbe curare gli interessi della popolazione e non i propri.
Diverse trovate originali distinguono però questa pellicola, come il colore del giallo che fa da sfondo alla vicenda: una simpatica e solitaria zia vecchietta che imprime una inaspettata svolta alla vicenda sconvolgendo il risultato finale dell’intero svolgimento della stessa e che, giustamente, non stiamo a raccontarvi per non privarvi del gusto di poter assaporare questa commedia all’italiana che sa tanto di audace colpo della “ solita ignota “.
Anche lo scambio di coppie quali intestatari del conto corrente svizzero del politico imbroglione è descritto in maniera veramente buffa, attraente quasi, certamente assai comica.
Certo, una morale va anche tratta dopo aver visionato questa pellicola che nell’arco di noventatre minuti e con una bellissima fotografia e con un’altrettanto azzeccata sceneggiatura che spazia da Roma a Zurigo, da case borghesi ad abitazioni da sogno passando per ambientazioni festaiole da mille e una notte non disdegnando anche momenti di pathos quali quello che descrive l’arresto di un politico imbroglione o l’intervento dei finanzieri al momento in cui sembra che il sogno del vendicatore sta per realizzarsi: “ Non si ruba a casa dei ladri “ è un film semplice, ma dietro la sua semplicità si intravedono i più impensati livelli di lettura, uno dei quali è quello che fa meditare sul fatto che i corrotti non sono sempre invincibili, perché, in fondo, sono solo e semplicemente dei miserabili.
Mafia Capitale docet.