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LA CENA DI NATALE: CONTINUA LA VICENDA AMOROSA DI POLIGNANO A MARE

LA CENA DI NATALE: CONTINUA LA VICENDA AMOROSA DI POLIGNANO A MARE

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1478091930792“La cena di Natale”, è  il “ seguito “ di “ Io che amo solo te “, il lavoro di Luca Bianchini ambientata, anche stavolta nella cornice, oltremodo splendida, di Polignano a Mare in veste invernale,  meravigliosamente ricoperta di neve.

E’ la vigilia di Natale e durante l’anno passato nulla è cambiato negli intrighi amorosi dei vari personaggi tra quelli più in vista della cittadina pugliese, si riunisce per la cena di Natale: Matilde riceve in dono un prezioso anello dal marito Don Mimì che si “ accorge “ di averla trascurata negli ultimi tempi; lei, che tanto innocente non è, resta tanto sorpresa che vuole dimostrare ai familiari ed ai compaesani la sua felicità al punto che decide di tenere, in maniera irrituale, il cenone a casa sua invitando la nemica in amore “ Ninnella “, sua consuocera e passato amore di Don Mimì.

La casa di Matilde e di Don Mimì, che presuntuosamente essi chiamano “ il Petruzzelli “ è talmente grande ed opulenta da ospitare tutti, ed anche di più..…..

chiatti La tavola è imbandita e gli ospiti stanno per pendere posto: tra di essi il figlio di Matilde e Don Mimì, Damiano, con la moglie incinta, Ninnella con la figlia Nancy e la odiata sorella Pina che abita a Milano e si sente una super donna evoluta rispetto ai paesani di Polignano; sono inoltre presenti, tra gli altri, un avvocato gay con la sua amica lesbica che vuole da lui un figlio ( Daniela ) ed un corteggiatore dell’avvocato, Mario.

Prima della cena sparisce l’anello che Don Mimì ha donato a Matilde, Damiano viene ossessionato dalla sua amante che gli rimprovera di aspettare un figlio da lui e di provocare scandalo e Matilde richiede, minacciando peste e corna, agli ospiti di aiutarla nella ricerca dell’anello che lei stessa ha nascosto all’interno della pacchiana casa, mentre Don Mimì e Ninnella stanno per darsi finalmente alla fuga per Parigi abbandonando il paese.

placidoCaratteristica principale di questa nuova pellicola è la fotografia che gode peraltro di una eccellente sceneggiatura la cui ambientazione è estremamente facilitata dallo splendore del paese pugliese, dal mare che lo circonda, dalla eccezionalità della costa estremamente frastagliata; buona è l’interpretazione di Riccardo Scamarcio nella parte dell’ambiguo Damiano ma veramente superiore è quella di Michele Placido che impersona magistralmente un Don Mimì il cui amore giovanile per Ninnella non si è mai spento.

Le donne delle due famiglie che siedono a tavola per il cenone interpretano perfettamente bene tutti i sentimenti di odio, di affetto, di concorrenza leale e sleale tra di loro, le antipatie paesane, le gelosie e gli orgogli posti in atto perché queste non si evidenzino ( ma tutto il paese sa…… ) e le due brave attrici, Maria Pia Calzone ( Ninnella ) ed Antonella Attili ( Matilde ) rendono perfettamente l’atmosfera di un cenone tiratissimo e pieno di una serie incredibile e ben concatenata di imprevisti; il più o meno lieto fine è assicurato con quasi totale soddisfazione di tutti, ma l’amarezza do ognuno, comunque, resta.

Il film è da vedere, se non altro per il paesaggio e per la fotografia di Roberto Forza e per la regia accorta di Marco Ponti.

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