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” SMETTO QUANDO VOGLIO – MASTERCLASS ” SECONDA PUNTATA DELLA TRILOGIA DI SIDNEY SIBILIA

” SMETTO QUANDO VOGLIO – MASTERCLASS ” SECONDA PUNTATA DELLA TRILOGIA DI SIDNEY SIBILIA

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Siamo alla seconda punta del sequel ( per ora preannunciato in tre puntate ) che Sidney Sibilia ha progettato per la famosa banda dei ricercatori e che ha già appassionato gli spettatori italiani con il gruppo molto ben assortito formato da Edoardo Leo, Valerio Aprea e da altri quali Stefano Fresi, Pietro Sermonti e tutti gli altri che concorrono alla storia, ben intessuta fin dal primo film “ Smetto quando voglio “.

Stavolta le parti sembrano ribaltate: la banda dei ricercatori, che per chi lo avesse dimenticato, aveva scoperto un sistema legale per produrre droga “ legale “ infilandosi nei varchi lasciati aperti da vuoti della legge finendo comunque condannati, viene addirittura cooptata dalla polizia che cerca di contenere il commercio di un particolare tipo di droga.

Pietro Zinni ( l’ottimo, simpatico Edoardo Leo ), il capo della banda dei coltissimi ed attivi scienziati e cervelloni vari, viene interpellato in carcere da una ispettrice di polizia che intende combattere il dilagare delle smart drugs attraverso le conoscenze specifiche dei componenti la banda che spaziano dalla chimica alla fisica, alla psicologia, alla letteratura, alla antropologia.

Dovrebbero, secondo le intenzioni della poliziotta, agire nell’ombra per arrivare a scoprire la formula chimica della smart drug in quel momento più diffusa e, in cambio, viene loro proposto di ottenere una sorta di perdono dalla giustizia; per portare a termine la missione si rivolgeranno ad altri “ cervelli “ che per necessità di lavoro se ne sono andati a lavorare all’estero.

E’ proprio il caso di dire che le vicende attraversate dalla banda  per conseguire il risultato hanno dello “ stupefacente “, sotto l’aspetto della spettacolarità delle azioni e della grande e paradossale inventiva che Sidney SIbilia riesce a mettere in campo: azioni degne di un film di spionaggio o di avventura, idee che hanno del fantastico, un ritmo incalzante e che riesce ad appassionare perché l’emozione che il film riesce ad instaurare nello spettatore è veramente tanta: non vedi l’ora di sapere come andrà a finire.

Tra problemi familiari, un bambino che deve nascere e che si presenta proprio quando la banda degli undici sta per arrivare a conseguire la tanto desiderata formula, situazioni paradossali nelle quali Edoardo Leo è un vero e proprio maestro, una moglie ( Valeria Solarino ) che lo vorrebbe abbandonare al suo destino di carcerato ma che non ci riesce, fughe, scazzottate su treni in corsa, inseguimenti con l’utilizzo di auto e moto della seconda guerra mondiale, belle panoramiche in carcere ed ottima descrizione dell’ambiente questo film, apparentemente soltanto a carattere comico, è invece in film che affronta ancora una volta, come il primo, il problema serio della precarietà e dei cervelli costretti a fuggire all’estero.

Paradosso nel paradosso; molte scene sono state girate all’interno della Sapienza, proprio nel cuore dell’ambiente dove i cervelloni vengono formati: ma è un segno di rispetto verso un regista coraggioso che ha fatto dei suoi film un vero e proprio cult tra i giovani che via via stanno assorbendo addirittura il linguaggio utilizzato nelle pellicole che formano la trilogia.

Il film, che uscirà in sala il 2 febbraio prossimo, si chiude con un vero e proprio annuncio del suo proseguimento, che avrà come sottotitolo “ Masterclass “ ma del quale non sveleremo le vicende che si annunciano quanto meno spettacolari.