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Oliviero Beha: ha vinto la sua battaglia con la Rai, troppo tardi

Oliviero Beha: ha vinto la sua battaglia con la Rai, troppo tardi

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Oliviero Beha (immagine dal web)

Oliviero Beha: ha vinto la sua battaglia con la Rai, troppo tardi. Dopo una lunga controversia giudiziaria, Oliviero Beha ha vinto – purtroppo tardivamente, in quanto la decisione arriva dopo la sua prematura scomparsa – la sua battaglia contro la Rai.
Con la sentenza n. 3946/2017, pubblicata il 12 settembre, la Corte d’Appello di Roma ha riconosciuto che il noto giornalista è stato ingiustamente demansionato dalla Rai per il periodo compreso tra il 9 luglio del 2008 e il 4 novembre del 2010, e di conseguenza ha riconosciuto in favore dei suoi eredi un risarcimento del danno pari a circa 180 mila euro, condannando anche l’azienda a pagare le spese legali.
La causa era stata promossa da Beha, assistito dal giuslavorista Avv. Giampiero Falasca (Partner DLA Piper), per contestare la scelta dell’azienda di “parcheggiarlo” su programmi e attività del tutto marginali, in violazione del suo contratto di lavoro, della professionalità da lui costruita nel corso di una lunga carriera e delle sentenze che, già dal 2004, avevano accertato il suo diritto a vedersi assegnati mansioni adeguate alla sua qualifica di assunzione, che era quella di capo-redattore con funzioni di vice-direttore di Rai Sport.
La Rai negli anni ha sempre trascurato questi obblighi, proponendo a Beha posizioni prive di spessore giornalistico o l’impiego in ruoli saltuari (nel migliore dei casi) o evanescenti (nel caso più frequente).
In particolare, nel periodo considerato dalla sentenza Beha ha effettuato un commento settimanale sugli avvenimenti sportivi, della durata di 2 minuti circa, durante il Tg3 delle 19 in onda la domenica.
Per contestare queste scelte dell’azienda, Beha aveva chiesto al Tribunale di Roma che fosse riconosciuto il suo demansionamento e il conseguente risarcimento del danno, ma in primo grado la sua domanda era stata respinta.
Con la decisione della Corte d’Appello (le cui motivazioni complete saranno pubblicate nei prossimi mesi), viene rovesciata la sentenza precedente e viene riconosciuto che la Rai ha illegittimamente emarginato Oliviero Beha, affidandogli compiti e attività inadeguate rispetto alla sua professionalità.