WONDER WHEEL l’ultima grandiosa fatica di Woody Allen
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Woody Allen è un maestro. Un regista equilibrista, che nella sua carriera ha alternato opere comiche e drammatiche con uno stile inconfondibile. Tanto vituperati, però, sono i suoi film degli anni 2000. Forse proprio per una perdita di smalto delle battute e delle trame, che si sono inevitabilmente ripetute. Ma siamo certi che questi siano fattori da condannare? Wonder Wheel, infatti, non è certamente lontano dai temi alleniani. La trama è ridotta all’osso. Coney Island, anni ’50. Le spiagge sono affollatissime e il parco giochi illumina tutta la città. Carolina, ex moglie di un gangster colpevole di aver spifferato all’FBI le malefatte del marito, scappa dalle grinfie degli scagnozzi che la cercano per fargliela pagare e si rifugia dal padre, Humpty, che vive con la moglie, Ginny, e il figlio di lei. Ginny ha però una relazione extraconiugale con Mickey, il bagnino. Per un caso fortuito Mickey e Carolina si incontrano e tra i due scatta qualcosa. Le gelosie e le insoddisfazioni sposteranno così gli equilibri già precari dei protagonisti. Né una commedia, né un giallo, né un film meramente drammatico. Semmai una perfetta commistione di tutti questi generi. A rendere grandiosa quest’ultima fatica di Allen non è infatti la storia, ma il modo in cui essa viene dipanata nell’arco dei suoi 100 minuti. Il regista, ancora una volta, torna ad esplorare alla perfezione le psicologie dei suoi personaggi. Ritorna sul tema del tradimento, che in Woody Allen appare quasi sempre come un fenomeno patologico; passa in rassegna il carattere altalenante e ballerino dei sentimenti; non indugia certamente sulle conseguenze che il passare del tempo ha sugli esseri umani. Ma soprattutto, così come nell’ultimo bellissimo Cafè Society, un nuovo vigore sembra impossessarsi delle immagini del cinema di Allen. Wonder Wheel è un film luminosissimo, che sfrutta le luci del parco giochi al solo scopo di accompagnare i sentimenti estemporanei dei personaggi. Luci caldissime per gli attimi febbrili e ombre e luci basse per gli istanti nervosi e deprimenti. Una pellicola che dimostra, ancora una volta, anche un amore sconfinato per il cinema classico. Basti pensare alle sequenze dove i protagonisti si scambiano effusioni amorose sotto una pioggia quasi surreale per quanto è coreografica. E’ per tutte queste ragioni che Woody Allen è sempre una sorpresa. Il suo cinema è un dono inestimabile: solo con lui il romanticismo e l’ironia del destino convivono in maniera così anticonvenzionale.
Luca Di Dio