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Un salto nel medioevo alla ricerca del canto a più voci. La nascita della polifonia

Un salto nel medioevo alla ricerca del canto a più voci. La nascita della polifonia

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Romani Cantores (immagine dal web) La nascita della Polifonia

Un salto nel medioevo alla ricerca del canto a più voci. La nascita della polifonia

Il coro dei ” Romani Cantores”, nel suggestivo scenario della chiesa Evangelica Battista, ha intrapreso un viaggio a ritroso nel tempo al fine di analizzare la complessità dell’evoluzione della musica che, dal medioevo e attraverso i secoli, si è trasformata fino a giungere a noi così come oggi la conosciamo.
Un concerto realizzato sotto la direzione del maestro Dario Paolini che da profondo conoscitore della musica ha saputo alternare il racconto della nascita della polifonia con l’ascolto di brani musicali sapientemente scelti dal vasto, sia pure incompleto e frammentario, repertorio di musica sacra compresa tra i secoli XI e XVI.
Una lezione- concerto che il maestro Paolini ha reso piacevole e interessante, commentando i brani proposti, spiegandone le scelte e la tecnica interpretativa.
La storia ricostruisce la musica o forse sarebbe più esatto dire la voce dalle sue prime espressioni per poi esaminare le prime strutture del canto gregoriano che dalla scuola di Parigi si afferma e da li sviluppa quelle nuove melodie che daranno vita a successive polifonie.
Come già detto pur nell’ambito di una lezione- concerto , è stata la passione, il piacere e la professionalità del direttore che hanno reso il racconto materia vivente e non mero elenco di nozioni a tenere in un attento silenzio il pubblico per circa due ore.
Da sottolineare la cura e l’affiatamento con cui i ” Romani Cantores” hanno preparato questo difficile repertorio a dimostrazione che un coro non è solo un aggregato di voci ma quasi un piccolo fenomeno sociale.
Tante persone che si incontrano accomunate da una medesima passione per il canto, socializzano e si comprendono; le singole voci si fondono in un’unica voce che trasmette un’ emozione e un sentimento in un perfetto quadro unitario e armonico.
Tra quelle antiche mura l’empatia pubblico ,cantori e direttore è palpabile.
Al di là dell’ indubbia bravura del coro, il merito di aver saputo creare un’atmosfera così densa di sensazioni va al direttore Paolini che ha trasformato la lezione- concerto in una magia.
Quando le note di ‘ O Jesu Christi” di Jachet Van Berchem si diffondono, l’emozione dei presenti raggiunge il culmine e quelle parole non dette penetrano fino nel profondo dell’anima.
Potenza della voce!

Paola De Roma