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Pacific Rim 2. La Rivolta

Pacific Rim 2. La Rivolta

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Dieci anni dopo le vicende narrate in Pacific Rim (Del Toro, 2013) gli attacchi dei mostri giganti provenienti da un’altra dimensione si sono fermati e il mondo ha potuto iniziare a ricostruire. I robot (Jeagers) che avevano fronteggiato i mostri (Kaiju) sono stati riorganizzati ed ora svolgono il compito di difesa del territorio non solo contro i mostri, ma anche contro le minacce del crimine organizzato, che per le proprie operazioni illecite ha cominciato a sfruttare la tecnologia degli Jeagers abbattuti. Nel frattempo il Pan-Pacific Defense Corps, che si occupa del reclutamento e dell’addestramento dei piloti Jeagers, si trova in una situazione di stallo.

Da una parte per le difficoltà a trovare nuovi candidati, dall’altra per la
“minaccia” di una
Corporation
che promette di realizzare la possibilità di guidare gli Jeager da remoto, rendendo de facto obsoleto il programma per come fino ad ora concepito.
Le vicende seguono i destini di due protagonisti, un ex piolta Jeager disilluso (Boyega), nonché il figlio di uno degli eroi del precedente episodio, il quale ha lasciato il corpo di difesa e si è dato alla vita “da strada”, ed una adolescente (Spaeny) che, nonostante la giovanissima età, conosce come l’Ave Maria la tecnologia Jeager, al punto da riuscire addirittura a costruirne uno in miniatura con i soli rottami di quelli distrutti.

Il rocambolesco incontro tra i due li porterà ad essere arrestati e costretti, lui a ritornare al corpo di difesa, lei ad essere arruolata come cadetta pilota e, quindi, a condividere il medesimo destino. Neanche il tempo di arrivare alla base, però, che una nuova minaccia inizia a paventarsi all’orizzonte.
Pacific Rim 2 è un film che non tradisce la voglia di discostarsi dal
predecessore per diversi aspetti. Nonostante la storia in tutti e due i casi sia solo un pretesto per mostrare la grandiosità dei Robot e degli scontri con i mostri giganti, l’approccio estetico e cinematografico appare diametralmente opposto.
A prescindere dall’evidente cambio di direzione nella fotografia che è quasi un manifesto d’intenti – qui solare, mentre cupa e notturna nel precedente -, nel 2013 Del Toro – che pur quando gira un blockbuster fracassone non riesce a rinunciare alla sua autorialità – cercò di offrire una sorta di appassionata e
riverente agiografia della poetica giapponese dei Mecha (Robot Giganti contro invasori alieni) e dei Kaiju (Godzilla et similia), tant’è che i riferimenti al celeberrimo Neon Genesis Evangelion erano anche fin troppo espliciti.
DeKnight abbandona tutto ciò, elimina i riferimenti letterali alla cultura pop nipponica (anche se non quelli per così dire geografici) e si avvicina di più all’estetica videoclippara del Bay di Transformers. E’ sufficiente notare come sia cambiata, rovesciata diremmo, la dinamicità degli scontri e dei movimenti degli Jeagers.

Mentre nel primo film Del Toro, per renderne la pesantezza e
maestosità, preferì mostrarli in tutta la loro lentezza anche solo ad attivarsi, al punto di farli apparire in qualche modo goffi, ora DeKnight ne offre una versione ultracinetica, capaci di movenze impensabili nel primo episodio. Pur potendo apparire un dettaglio insignificante, questo aspetto cambia la sostanza cinematica del tutto.

Tra le cose che più sono state apprezzate nel film del 2013 c’era il fatto che gli scontri – data appunto la suddetta lentezza dei robot – erano chiarissimi, cioè si capiva perfettamente cosa accadeva e chi
colpiva chi, mentre ne
La rivolta
, pur non arrivando alla confusione totale di molti episodi di Transformers, questo aspetto un po’ è andato perso, costringendo ora lo spettatore a prestare molta attenzione alla dinamica degli scontri.
Insomma, meno autoriale ed elegante del film di Del Toro, questo Pacific Rim 2 presenta però alcuni pregi.: innanzitutto pur nella pretestuosità di molti passaggi, il film ha ritmo e non annoia mai. La storia presenta anche alcune piccole sorprese ben orchestrate e, a differenza di quello che potrebbe sembrare, non offre il tripudio di stereotipi del quale era infarcito il film del 2013.
Sopratutto Pacific Rim 2 pur presentandosi come un giocattolo
fracassone senza pretese, riesce a non scadere mai nella commedia e/o nel comico
tout court
come purtroppo questo accade sempre più di frequente in titoli di cassetta ben più blasonati.
In conclusione, Pacific Rim 2 è un film inferiore all’originale sotto tutti gli aspetti, ma alla fine intrattiene a dovere, e lo fa senza presentare
macroscopiche assurdità, palesi errori di
continuity
, illogicità interne e buchi di sceneggiatura madornali. E di questi tempi non è certo una cosa da poco.