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Il nuovo film di Sorrentino da domani in sala: “Loro”… mica se lo aspettavano, un Silvio così.

Il nuovo film di Sorrentino da domani in sala: “Loro”… mica se lo aspettavano, un Silvio così.

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Set del film “Loro” di Paolo Sorrentino.
Nella foto Paolo Sorrentino con Toni Servillo e Giovanni Esposito.
©Foto di Gianni Fiorito
Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d’autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film; può essere riprodotta solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film.
È sempre obbligatoria la menzione dell’autore-fotografo: Gianni Fiorito.

Presentato oggi in anteprima stampa al cinema Moderno The Space di Roma “Loro 1”, la prima metà del nuovo film di Paolo Sorrentino, in uscita domani nelle sale di tutta Italia.
Preannunciato come “film su Berlusconi”, in realtà tiene quest’ultimo in stand-by per più di un’ora, lasciando la scena – appunto – a “loro”, quelli che di lui parlano, quelli che hanno creato e alimentato la sua leggenda e per i quali l’aspirazione massima è incontrarlo.
Degni rappresentanti di quel folto, variegato e per molti aspetti mostruoso esercito sono Sergio Morra, giovane avventuriero figlio di papà palazzinaro (interpretato da un ottimo Riccardo Scamarcio che guarda al Mastroianni di Fellini), e Santino Recchia, (ex) “Ministro” impersonato da un calvo e intenso Fabrizio Bentivoglio (di virziana memoria). A legarli (a distanza) una donna, la Tamara di Euridice Axen, compagna del primo e interessata amante del secondo, e un’ossessione comune, ottenere i favori di “Silvio”.
Il quale compare, in un efficace gioco di specchi, proprio nella sua villa sarda di fronte a quella dove Morra ha organizzato una festa piena di belle ragazze per attirare l’attenzione del magnate. Tra “loro” Kira, la donna di Silvio concupita da Morra e interpretata da una strepitosa Kasia Smutniak (che, all’apice della festa – al solito magistralmente ritratta da Sorrentino -, regala un nudo integrale e magnetico).

Set del film “Loro” di Paolo Sorrentino.
Nella foto Paolo Sorrentino con Toni Servillo e Giovanni Esposito.
©Foto di Gianni Fiorito
Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d’autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film; può essere riprodotta solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film.
È sempre obbligatoria la menzione dell’autore-fotografo: Gianni Fiorito.

Non appena la festa si spegne, con buona pace dei molti invitati, rimasti delusi per l’arrivo tanto atteso e non avvenuto… comincia un nuovo capitolo, opposto nei toni, nei temi, nel ritmo e… nelle frequentazioni rispetto a quello che ha occupato tre quarti del film.
Già perché la vera provocazione di Sorrentino pare essere questa, lasciare feste, “bunga bunga”, giochi di prevaricazione, aspirazioni malsane… fuori dal regno di Silvio. Lasciare insomma la mitologia a “loro”, a quelli che stanno fuori, appunto, e che – nonostante infelici tentativi quali quello di Recchia – mai potranno entrare. Dove? Non tanto nelle ville, quanto piuttosto nell’anima e nell’intimità di Silvio, ossia l’unico luogo davvero inaccessibile dell’italiano più chiacchierato e processato dell’ultimo mezzo secolo. Un luogo ch’è il centro dell’interesse del regista, cui preme “il racconto dell’uomo, innanzitutto, e in modo solo marginale del politico. Si potrebbe obiettare che si sa molto non solo del politico, ma anche dell’uomo. Io ne dubito. Un uomo è, per quanto mi riguarda, il risultato dei suoi sentimenti più che la somma biografica dei fatti”. Ed ecco quindi, prima del ricongiungimento finale (e sempre a distanza) col “mondo di loro”, il Silvio che non t’aspetti – impersonato da un superlativo Toni Servillo -, tutto formato famiglia, che esordisce vestito da odalisca (!), corteggia con varia fortuna la moglie Veronica, istruisce all’arte della convinzione il nipotino, canta accompagnato da Apicella, provvede alla sepoltura della malcapitata pecorella che ha introdotto il film, smaschera il misero doppio gioco di Recchia e recluta persino un redivivo Fabio Concato per una privatissima e struggente serenata… E tutto nell’atmosfera sospesa della sua villa in Sardegna. Supervisore, il faustiano servitore Paolo Spagnolo (Dario Cantarelli), traghettatrice verso “Loro 2”, la ragazza che chiude il film (Ruby?) e dice, rivolta allo spettatore… “Silvio, ti amo”.

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