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Quincy Jones: La Libertà si chiama Jazz

Quincy Jones: La Libertà si chiama Jazz

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Quincy Jones a Roma

QUINCY JONES: LA LIBERTA’ SI CHIAMA JAZZ!  L’ artista americano 85enne per la prima volta a Umbria jazz il 13 Luglio 2018
Quincy Jones a Roma, uno dei miti della storia della musica internazionale, ha incontrato la stampa che ha accolto con trepidazione ed entusiasmo l’arrivo dell’intramontabile musicista e produttore, che si è presentato al pubblico in perfetta forma e tenuta giovanile con cappellino da baseball e jeans.
Ad accoglierlo Renzo Arbore, presidente della fondazione Umbria Jazz che cosi si è espresso: “ avere uno degli inventori del jazz moderno, il grandissimo Quincy Jones, per il 45mo anniversario e’ un’emozione incredibile” . Presenti anche alla conferenza stampa Nanni Zedda che curerà la regia della serata, Nick Harper e Carlo Pagnotta direttore artistico di Umbria Jazz.
Per celebrare gli 85 anni di questa icona della musica, Umbria Jazz ha organizzato uno spettacolo che è anche una festa di compleanno. Sul palco dell’arena Santa Giuliana si alterneranno, grandi artisti che in passato hanno lavorato con lui: la star della canzone americana Patti Austin, i virtuosi della vocalità jazz Take 6, Dee Dee Bridgewater, Noa, e il suo storico partner il chitarrista e compositore Gil Dor, un grande della musica brasiliana, Ivan Lins, e, da Cuba, Alfredo Rodriguez e Pedrito Martinez. Special guest della serata Paolo Fresu trombettista jazz molto apprezzato anche all’estero e considerato da Quincy Jones uno dei più grandi musicisti italiani. La serata sarà accompagnata dalla ORCHESTRA DA CAMERA DI PERUGIA e presentata da NICK THE NIGHTFLY
Durante la conferenza l’artista ha espresso tutto il suo amore per l’arte e la cultura italiana. E’ un legame forte quello con l’Italia consolidato da amicizie importanti “ sono cresciuto con molti musicisti italiani come Romano Mussolini; tra i più cari ricordo anche Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Ennio Morricone, con il quale ho uno stretto rapporto di amicizia; in generale ho un forte legame con la musica Italiana e il jazz italiano” .
“ Mi sento come Michelangelo” afferma ironicamente “ e mi considero un uomo fortunato perché ho potuto conoscere tutti i più grandi musicisti del mio tempo”.
Jones non è solo un semplice musicista ma è un compositore, un direttore d’orchestra, un punto di riferimento per il mondo musicale afroamericano. A tal proposito ricordiamo la Listen Up Foundation di Quincy Jones che raccolse fondi nel 2001 per la costruzione di case per Nelson Mandela in Sudafrica, e nel 2004 organizzò un concerto dal vivo a Roma con numerosi artisti quali Carlos Santana, Alicia Keys, Angelina Jolie, Oprah Winfrey, Evander Holyfield, Chris Tucker e altri, davanti a mezzo milione di spettatori.
In qualità di arrangiatore che ha scritto musica per decine di artisti, senza dimenticare le colonne sonore o la produzione di dischi entrati nella leggenda come «Thriller», che ha venduto 130 milioni di copie. Elencare gli artisti per i quali e con i quali nel corso della carriera Jones ha lavorato, nelle sue varie mansioni, è praticamente impossibile. Tra questi: Count Basie, Duke Ellington, Ray Charles, Sarah Vaughan, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Dean Martin, Frank Sinatra, Clifford Brown & Helen Merrill, Dinah Washington, Lionel Hampton, Diana Ross, Ella Fitzgerald, Barbra Streisand, Tony Bennett.
Quincy Jones ha via via ampliato i suoi orizzonti musicali senza pregiudizi, esplorando dal suo punto di vista pop, hip hop, soul, musica africana e brasiliana, musica classica e creando “ibridi” che sfuggono a qualsiasi paletto o limitazioni di genere. Una carriera lunghissima, costellata da 28 Grammy, iniziata quando da ragazzino suonava in piccoli locali, come ricordato anche nell’occasione romana “per tirare su qualche soldo insieme a un altro giovane di buone speranze, Ray Charles”.
Ai giornalisti l’eterno ragazzo di Chicago, ha spiegato cosa sia per lui il concetto di libertà e come sia stato fondamentale avere una formazione jazz che gli ha permesso di esprimersi liberamente “Il jazz per me era e resta libertà. Non ha cambiato significato. Il jazz è libertà di andare dove si vuole con la musica. Il jazz è tante cose, dal be- bop all’hip- hop. Io ho suonato e prodotto ogni tipo di musica, dalla classica al pop, e anche questo fa parte di un approccio jazz”. Libertà, contaminazioni e radici sono concetti che tornano spesso nelle parole e nella musica di Jones che ha ricordato anche la genesi di «We are the world», che ha ormai più di 30 anni: «Dopo l’iniziativa – racconta – promossa da Geldolf e Bono in Gran Bretagna, Harry Belafonte viene da me proponendomi un grande tour, cosa difficile; allora abbiamo deciso di registrare una canzone. Se è servito? Sì, perché abbiamo raccolto 63 milioni di dollari riuscendo così a fare operazioni benefiche in Etiopia e non solo».
Dalle sue parole traspare tutto il sentimento di un uomo che ha messo in primo piano le sue emozioni e che come lui stesso afferma “ non ho mai scelto pensando al successo o ai soldi ma alle emozioni. Perché se una musica mi sa emozionare ritengo che possa emozionare anche gli altri e quindi funzionare…”
Appuntamento quindi Venerdi 13 Luglio sul palco di Umbria jazz con il re della musica che siamo sicuri ci regalerà ancora una volta brividi sulla pelle!

Maddalena Maglione