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Esce domani “In Viaggio con Adele”, il film italiano che apre la Festa del Cinema di Roma

Esce domani “In Viaggio con Adele”, il film italiano che apre la Festa del Cinema di Roma

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In Viaggio con Adele

Esce domani “In Viaggio con Adele”, il film italiano che apre la Festa del Cinema di Roma. Presentato stamani in anteprima stampa “In viaggio con Adele”, il film di pre-apertura della tredicesima Festa del Cinema di Roma, prodotto dalla Paco Cinematografica di Arturo Paglia con Denis Friedman Productions e da domani nelle nostre sale distribuito da Vision Distribution.

Ad introdurre la conferenza stampa alla Casa del Cinema sono stati Laura Delli Colli e Antonio Monda, rispettivamente Presidente e Direttore Artistico della Festa del Cinema di Roma.
Entrambi hanno confessato di essere stati profondamente colpiti dall’opera prima di Alessandro Capitani, soprattutto per il suo sguardo delicato, rispettoso e nello stesso tempo coraggioso nell’indagare le sfumature di due diversità inizialmente inconciliabili.

Che sono rappresentate da Aldo Leone (Alessandro Haber) e dalla ragazza che dà il titolo al film e il cui nome in realtà poco si discosta da quello del primo, Adele, interpretata da una Sara Serraiocco sotto-traccia e capace in ogni istante di sorprendere con i suoi grandi occhi e i gesti fecondamente fuori dagli schemi.

Aldo è un consumato attore teatrale che, alla soglia dei settant’anni, è in lizza per il suo primo ruolo cinematografico di rilievo – il Cyrano che da decenni rappresenta con successo sul palcoscenico – e nientemeno che per Patrice Leconte. L’ultimo ostacolo sono un provino a Parigi e la concorrenza dell’interprete italiano più richiesto, Toni Servillo (che mai si vedrà ma la cui ombra non cesserà di tormentare Aldo).

Il protagonista e la sua agente-amante Carla Mariani (un’intensa Isabella Ferrari) stanno per prendere il volo della vita, quando… una telefonata rischia di mandare tutto all’aria: una vecchia fiamma di Aldo, l’unica donna che lui abbia mai amato, è morta lasciando sola Adele, la figlia novella maggiorenne della cui esistenza l’uomo era stato tenuto fino a quel momento all’oscuro.

Il viaggio nelle campagne pugliesi, da lotta contro il tempo per arrivare alla festa parigina che può aprirgli le porte del provino, si trasforma a poco a poco per Aldo nella scoperta di un affetto inatteso e… delle sue stesse, inconfessate fragilità. Dopo un primo, inevitabile e reiterato rifiuto, quindi, Aldo, specchiandosi in quella ragazza problematica e apparentemente agli antipodi, scoprirà una sintonia in grado di sostituire la fredda luce dei riflettori con quella, calda e avvolgente, dell’amore.
È la sintonia tra due irriducibili solitudini. Semplicemente, la sintonia tra un padre e una figlia.

Certosino il lavoro sui personaggi, del quale hanno reso testimonianza gli attori in conferenza stampa. Personaggi, anche qui, agli antipodi da chi li interpreta, ma solo ad una prima lettura.
Haber, infatti – co-autore del soggetto assieme a Nicola Guaglianone e Tonino Zangardi e protagonista di un’interpretazione trattenuta ed esplosiva al contempo – ha scoperto di condividere con Aldo, uomo solipsista, egocentrico ed ipocondriaco, la medesima sconfinata passione per la recitazione e un’analoga tensione verso il superamento della propria finitezza.
Sara Serraiocco, da parte sua, ha raccontato la Lunga preparazione di Adele, a partire dal dialetto, che – nella sua felice intuizione – doveva essere spinto e stretto come richiesto da una ragazza che vive nella quasi totale chiusura in se stessa, dentro un bizzarro costume da coniglio che forse non a caso ricorda “Gummo” di Harmony Korine.
Isabella Ferrari, poi, ha lodato la sceneggiatura che Guaglianone ha messo nelle sue mani: Carla, nonostante sia un personaggio minore, gode dell’ampio spettro cromatico che impreziosisce i due protagonisti assoluti.
Guaglianone, d’altronde, ha confermato il proprio costante impegno nel creare personaggi tridimensionali e sfaccettati, caratteri densi sui quali non possa essere espresso alcun giudizio definitivo.
E Capitani – che ha elogiato la fotografia di Massimiliano Kuveiller, alla sua prima esperienza in un lungometraggio – si è detto onorato di aver diretto questa storia di diversità nata – in una primissima versione molto differente – oltre vent’anni fa. Quando uno sceneggiatore sconosciuto, sconfortato dall’essere fuori dalle cerchie cinematografiche, per rintracciare il protagonista di un suo cortometraggio decise di consultare… l’elenco telefonico. Quello sceneggiatore era Guaglianone, e l’unico che trovò, che rispose e che partecipò con insperato entusiasmo al progetto, fu un attore il cui cognome stava alla lettera “H”…