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Viggo Mortensen presenta “Green Book”: il vincitore della XIII edizione di RFF?

Viggo Mortensen presenta “Green Book”: il vincitore della XIII edizione di RFF?

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Viggo Mortensen presenta “Green Book”: il vincitore della XIII edizione di RFF?

https://www.youtube.com/watch?v=N20vJpUN7Kk

Roma ama Viggo Mortensten e lui ricambia presentando alla Festa del Cinema un altro caplavoro, “Green Book”, che lo vede protagonista di una storia di amicizia. Un’amicizia insolita, soprattutto per l’eoca in cui  ambientata. E’ il 1962, Tony Lip è un italoamericano, lavora  come buttafuori nei locali notturni della New York contaminata dalla mafia e dal razzismo latente. Dopo la chiusura del locale in cui lavora si arrangia come può per non far mancare nulla alla sua famiglia. Un uomo semplice che ha imparato a sopravvivere nella giungla newyorkese senza perdersi… Paradossalmente la chiusura del locale notturno diventa l’occasione per trovare un nuovo lavoro, fare da autista ad un musicista nero, Don Sherley, accompagnandolo nelle tappe della tournee organizzata negli Stati del Sud, dove le persone di colore ancora sono discriminate, ghettizzate in locali separati da quelli frequentati dai bianchi. Il paradosso sembra essere la chiave del film che scena dopo scena racconta la questione razziale quasi come sottofondo. Il pregiudizio più forte arriva proprio dall’uomo di colore che, pur consapevole di essere cnsiderato un “fenomeno da circo”, sceglie di esibirsi per l’alta società, subendo ogni sorta di umiliazione. Cerca forse un riscatto personale, quello che il successo non gli ha dato. E’ propro la musica il momento di incontro tra i due uomini così diversi: la musica apre a Lip un mondo nuovo in cui non c’è più un colore della pelle delle mani che suonano, ma solo l’emozione che arriva dritta al cuore; Per Don, è la chiave di accesso a un mondo che gli sarebbe totalmente precluso. Quello che per Lip era solo un lavoro ben pagato diventa una missione che va oltre il lavoro che svolge impeccabilmente, osserva  Shirley, ne coglie la profonda solitudine e per una volta è lui ad insegnare qualcosa al maestro…mostrandogli che l’amicizia non è legata al denaro o al potere. Nasce tra loro una complicità che li arricchisce e li unisce. Green Book è tratto dalla vera storia di Tony Lip, ovvero Tony Vallelasca, ed è un piccolo capolavoro grazie alla splendida interpretazione di Viggo Mortensen, che fa vivere un personaggio dalle mille sfaccettature con la leggerezza e la naturalezza di un vero talento attoriale, corroborato da un’impeccabile sceneggiatura dal riitmo fluido, puntellato di battute divertenti che mantengono viva l’attenzione dello spettattore per tutti i 130 minuti del film. Impecabile anche la scelta dei costumi e della scenografia, non un vero road movie, ma un viaggio nell’animo umano alla ricerca del vero io. Per la prima volta Mortensen recita in italiano, in un ruolo divertente, seppure molto profondo, che racconta la comunità italiana a New York, in una veste nuova e molto piacevole. Lip non è il solito mafiosetto alla ricerca di danaro facile, è un uomo con valori profondi e solidi. La famiglia non rappresenta il “potere” ma il senso stesso della vita, degli affetti veri. Non è il solito cialtrone, svolge con rigore il suo lavoro, qualunque esso sia, come gli ha insegnato il padre: “qundo lavori, lavora…”. “Green Book” sarà, probabilmente, il terzo film di Viggo Mortensen premiato alla Festa del Cinema di Roma. Acclamato dal pubblico con lunghi minuti di appalausi alla proiezione ufficiale di ieri, 24 ottobre, Mortensen in sala, ha regalato al pubblico un caloroso e appassionato racconto sul film e su come si è preparato al personaggio, ed è proprio dall’incontrato con il “vero” Tony Vallelasca che inizia ad entrare  nel personaggio, al ristorante di Vallelasca la cucina italiana contribuirà a far ingrassare Viggo di ben 15 chili. Mortensen, ancora pieno del suo personaggio ha salutato il pubblico dicendo “guidate con prudenza…”. La visione di “Green Book”, ci ha ripagati delle mille disavventure per raggiungere l’Auditorium Parco della Musica, ben due ore e mezzo per attraversare la città, “premiati” dall’incontro con lo spendido attore, timido e disponibile.

Foto in copertina e video di Francesco Policicchio; Photogallery di Sabina Filice