Una sosta che vale il viaggio, sulle orme di Ulisse alla scoperta dell’antica Trinacria
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Una sosta a Milano, sulle orme di Ulisse alla scoperta, gastronomicamente parlando, dell’antica Trinacria. A questo abbiamo assistito a Identità Golose Milano, nei nuovi spazi di Via Romagnosi 3, per oltre mezzo secolo sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Dal 28 novembre al 1° dicembre scorso, ospiti a cena gli chef dell’associazione Le Soste di Ulisse che hanno presentato le eccellenze gastronomiche del territorio siciliano.
Organizzatori dell’iniziativa Paolo Marchi e Claudio Ceroni che in collaborazione con Pino Cuttaia, Presidente de Le Soste di Ulisse per il triennio 2018-2020, hanno deciso di dar vita a diversi appuntamenti tra i quali queste quattro cene a “otto mani” con piatti a base di ingredienti che mettono in risalto il territorio siciliano ed in particolare, in questa prima uscita, le provincie di Agrigento, Enna e Palermo, grazie alla presenza di Pino Cuttaia, La Madia a Licata (Agrigento), Damiano Ferraro, Capitolo Primo a Montallegro (Agrigento), Gioacchino Gaglio, Gagini Social Restaurant a Palermo e Angelo Treno, Al Fogher a Piazza Armerina (Enna).
Questa di Milano è solo una delle tante iniziative programmate del neopresidente fino al 2020 per far conoscere al mondo la Sicilia e il suo immenso patrimonio turistico, enogastronomico, artistico, paesaggistico, culturale e monumentale, tenendo sempre fede ai valori di credibilità, onorabilità, abnegazione, passione, qualità, costanza e professionalità, che animano tutti e 41 i soci, attivi in campo enogastronomico e dell’hôtellerie, tra cui 13 stellati dei 16 per la Guida Michelin 2019 presenti nell’Isola, charming hotel e pasticcerie storiche, dall’anno della sua fondazione, il 2002, 15 amici che si scambiavano i clienti con il passaparola e si organizzavano insieme per accompagnarli a scoprire le bellezze dell’Isola!
Tutti valori che trapelano anche dalle parole di Pino Cuttaia quando ci racconta di come veramente si può e si deve preservare il lavoro dei piccoli produttori, valorizzare le “piccole risorse isolane”, perché è molto più difficile alzare la claire del proprio esercizio commerciale quando ti trovi in un territorio difficile, anche da raggiungere, lontano dalle solite rotte turistiche. Senza di loro, senza i loro prodotti, anche lui, per sua stessa ammissione, non sarebbe arrivato alle soglie delle due stelle Michelin.
Per far ciò vuole non solo mostrare la parte più bella della Sicilia, l’eleganza della sua accoglienza ma anche il calore del suo abbraccio, la cultura e l’arte derivante da secoli e secoli di storia ma anche le sue piccole imperfezioni, soprattutto se dietro queste si cela autenticità, veracità, onestà. Essere fieri anche di quei carretti o Apecar che vendono frutta e verdura ad ogni angolo della strada, e ciò garantisce la longevità della tradizione culinaria, la sicurezza che ci sarà sempre qualcuno che, nell’intimità della propria cucina, preparerà un piatto tipico con questi prodotti.
In fondo “La Cucina è Cultura – come ha sottolineato Pino Cuttaia – e il ruolo de Le Soste di Ulisse rispetto al territorio siciliano è portare e riportare nella nostra terra, con l’impegno di tutti i suoi membri e un calendario di eventi e attività programmati fino al 2020 in Italia e all’estero, sempre più ospiti qualificati e profondamente conoscitori e appassionati delle eccellenze di cui siamo artefici, comprese quelle artistiche, storiche, culturali e architettoniche. Importantissimi le giovani leve nei nostri settori che abbiamo deciso di andare a cercare nelle scuole per poter dare loro impronte meno rigidamente didattiche, ma più aderenti al nostro concetto di professionalità”
Un’associazione che guarda anche all’estero dove sono molto presenti le comunità siciliane, come in Canada, New Jersey, California, e che ancora oggi grazie alla tavola non hanno reciso il cordone ombelicale con la propria terra, un sentimento ancora più sentito dalla terza generazione.
A breve sul portale de Le Soste di Ulisse potranno essere acquistati i nuovi tour esperienziali, pacchetti tailor made, che daranno al visitatore la possibilità di vivere una Sicilia a tutto tondo integrando non solo la componente enogastronomica, ma come detto l’accoglienza, il paesaggio, il territorio, l’arte, la cultura e la storia di questo territorio.
Ritornando alla serata, il menù proposto è stato il seguente
Filetto di alalunga rosato al battuto di pepe nero, vinaigrette solida di caviale povero, riccioli di calamari alla cannella e croccante alle mandorle, l’antipasto dallo stile barocco di Damiano Ferraro, che dalla sintonia tra gli ingredienti di mare e di terra trae la sua forza. Si prosegue con il primo piatto di Angelo Treno, Cavatelli di grano orizzonte con ragù di salsiccia di maialino nero, profumo di finocchietto selvatico su fonduta di Piacentino DOP, nato dal ricordo dei profumi e dei sapori di quando a casa sua si preparavano i maccheroncini fatti a mano il giorno prima e il ragù dalla lunghissima cottura. Secondo piatto ad opera di Gioacchino Gaglio, Maialino in cortile (accompagnato da una salsa di cavolicelli selvatici, da una pasta di acciughe e una maionese al limone), memore di esser cresciuto in una famiglia che allevava suini, utilizzava tante verdure selvatiche, oltre a preparare le conserve di acciughe, intorno alla casa non mancava mai un agrumeto. A concludere il piatto dolce di Pino Cuttaia, la Cornucopia di cialda di cannolo, ricotta e arancia simbolo e tripudio di pura sicilianità.