“ Dolcissime “, un dramma diffuso affrontato con allegria e tanta speranza
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Tra i problemi dell’adolescenza evidenziati da questo film ce n’è uno che riguarda tre simpatiche “balenottere”, tre ragazze torinesi amiche da sempre che sono afflitte ( ma non troppo ) dal problema del sovrappeso e che vengono malignamente fatte oggetto a scuola di un inqualificabile episodio di bullismo.
Il bullismo, appunto, è l’argomento di questo bellissimo film di Francesco Ghiaccio che in maniera anche e sopratutto psicologica descrive la reazione delle tre simpatiche adolescenti portate a decidere, per reazione, di affrontare le loro compagne atlete di una squadra di nuoto sincronizzato ( e pertanto fisicamente molto meglio dotate di loro ) partecipando ai campionati della scuola.
La simpatia che emana da questa pellicola è certamente velata da una forma di malizia e di perfidia ma sostanzialmente la vittoria è conquistata dalle tre simpatiche ragazze fuori del peso forma attraverso la evidenziazione dei classici problemi dell’età adolescenziale ed in particolar modo attraverso una soluzione originale e serena che è quella del rispondere simpaticamente al male con il bene: tre ragazze in età adolescenziale i cui problemi vengono messi in evidenza dall’ottima regia di Francesco Ghiaccio e dalla perfetta sceneggiatura di Marco d’Amore che hanno saputo individuare tanto l’argomento da trattare che il modo di evidenziarlo oltre che le soluzioni per addivenire alla vincita verso un problema tipico della nostra epoca, quello della ghettizzazione dell’estetica che viene amplificata dagli strumenti tecnologici adottati dai cyber bulli, nel caso di specie un filmato ripreso di nascosto in piscina quando le tre grassotte si esibiscono in divertenti esibizioni dopo aver largamente abusato di dolciumi e di nutrimenti ad elevato potere calorico.
“ Dolcissime “ è una fotografia usata senza mezzi termini per descrivere tanto il problema che l’ambiente in cui le ragazze sono cresciute, i loro problemi ed i drammi familiari che li alimentano oltre che la ingegnosa soluzione da loro adottata per riscattarsi usando il mezzo del non auto compatimento.
L’ambiente del nuoto sincronizzato è giustamente utilizzato per descrivere il contrasto tra le due tipologie di adolescenti che inevitabilmente vengono a confrontarsi e ben descritto, all’interno della pellicola, è quello familiare delle ragazze che tassativamente, come per reazione, rifiutano di mettersi a dieta conservando in tal modo il loro aspetto saturo di simpatia, quasi una reazione alle imposizioni spesso pesanti delle loro famiglie.
Insomma un bell’esempio di incontro tra grassocce e filiformi atlete a loro volta soggette ad altre imposizioni per “restare in linea “, un bellissimo pentimento da parte di chi le ha denigrate che sottende alla descrizione quasi accorata di un crudele fenomeno tipico delle nostre attuali generazioni , una sconfitta dell’autocompatimento.
Molto simpatiche e brave le tre ragazze: Giulia Barbuto Costa Da Cruz, Margherita De Francisco e Giulia Fiorellino ma anche molto degna di nota è la figura della loro antagonista-amica, l’insegnate di nuoto sincronizzato interpretata da Alice Manfredi che, insieme a Valeria Solarino, la mamma inflessibile di una delle ragazze, completano il cast di un film che oltre tutto rappresenta in maniera evidente la forza dell’amicizia al di la dei possibili inciampi e degli imprevisti tipici dell’età e delle singole appartenenze sociali.
Il film é stato presentato al Giffoni Film Festival e sarà nelle sale dal 1 agosto prossimo.