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Karim Ainouz, il regista di “ La vita invisibile di Euridice Gusmao “ a Venezia come presidente della giuria del progetto 28 Times Cinema

Karim Ainouz, il regista di “ La vita invisibile di Euridice Gusmao “ a Venezia come presidente della giuria del progetto 28 Times Cinema

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Il regista Karim Ainouz sarà presente alla 76ma Mostra del Cinema di Venezia come presidente della giuria del progetto 28 Times Cinema che assegnerà il GdA Director’s Award per il sesto anno consecutivo.

Il regista brasiliano ha avuto occasione di presentare la sua ultima fatica “ La vita invisibile di Euridice Gusmao “ al 72° Festival di Cannes ottenendo il Premio “ Miglior Film Un Certain Regard ” e la designazione quale “ Film della Critica “ da parte del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI.

La pellicola, della quale siamo in grado di presentarvi il trailer italiano, ha come interpreti Carol Duarte, Julia Stockler, Gregorio Duvivier, Fernanda Montenegro e Barbara Santos e vede al centro della vicenda la storia di due sorelle, Guida ed Eurídice, due donne complementari, unite e inseparabili, ma che finiranno per essere divise da un destino ingiusto e dalla società patriarcale della Rio de Janeiro degli anni ’50: affronteranno entrambe un percorso di emancipazione che le porterà a rincorrere i propri sogni senza mai abbandonare la speranza di potersi ricongiungere.

“ La vita invisibile di Euridice Gusmao è tratto  dal romanzo omonimo di Martha Batalha edito da Feltrinelli  ed in occasione dell’uscita in sala, il prossimo 12 settembre, sarà disponibile nelle librerie una rinnovata edizione del volume, proposta in contemporanea alla pubblicazione del nuovo romanzo dell’autrice: “Il castello di Ipanema”. 

“Ero intenzionato a raccontare una storia di solidarietà” – ha dichiarato il regista Karim Aïnouz -“una vicenda umana che sottolineasse una forza tanto più grande nel restare insieme di quanto non si affievolisca nel ritrovarsi da soli, indipendentemente dalle diverse specificità di ciascuno. Con “La vita invisibile di Eurídice Gusmão”, ho immaginato un film dai colori molto saturi, con l’obbiettivo sempre vicino ai personaggi, tanto da palpitare con loro. Ho immaginato un’opera gravida di sensualità, musica, dramma, lacrime, sudore e mascara, ma anche un film che non nasconde crudeltà, violenza e sesso; un racconto che non ha paura di essere sentimentale, più grande della vita stessa – un film che battesse al ritmo dei cuori delle mie amate protagoniste: Guida ed Eurídice.”