Marco Mengoni intervista Vincenzo Mollica, video e podcast
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Marco Mengoni intervista Vincenzo Mollica: L’intervistatore per eccellenza per la prima volta ha deciso di farsi intervistare da un artista
Esce oggi, lunedì 27 gennaio, la sesta puntata del podcast Il Riff di Marco Mengoni. L’ospite della puntata è VINCENZO MOLLICA. Da sempre piuttosto riservato, Vincenzo Mollica non è solito rilasciare interviste. La vita però insegna che c’è sempre una prima volta, e questa è la prima volta in cui l’intervistatore per eccellenza ha deciso di farsi intervistare da un Artista.
“Ho conosciuto Vincenzo Mollica dieci anni fa, quando ero all’inizio della mia carriera – racconta Marco – in questi anni, di domande me ne ha fatte tante. Per questo Riff si sono invertiti i ruoli perché sono stato io ad intervistare Vincenzo”.
Il podcast esce nel giorno del compleanno di Vincenzo Mollica, a pochi giorni dal 70°esimo Festival di Sanremo e dal suo 40°esimo anno di lavoro al TG1. Nulla di preparato, nulla di scritto, una chiacchierata a ruota libera nella quale Vincenzo Mollica ha deciso di raccontare alcune delle storie meravigliose che compongono la sua vita e la sua carriera. L’empatia presente tra i due ha permesso a questa chiacchierata di trasformarsi in una mezz’ora ricca di emozioni.
“L’artista vero non cambia mai perché ha i suoi tempi e non si fa mai imporre i tempi della contemporaneità, perché l’artista vero vive senza tempo e segue il suo tempo interiore che è un altro tempo, è il tempo dell’arte– dice Mollica – Tutti questi tecnicismi, questa ossessione per la velocità ti aiuta solo per una cosa: a non capire. Noi non dovremmo accelerare, dovremmo rallentare se vogliamo realmente capire qualcosa di quello che sta succedendo. La tecnica è utile, ma non è tutto. Se quella tecnica non viene riempita di sostanza, rimane un tubo vuoto che non ha niente da esprimere, non ha niente da dire. Per cui, il tempo che io sento e che cerco è quello che gli artisti, quelli veri, mi fanno respirare. A me piace quel tempo lì. Non mi piace il tempo a misura di telefonino. I telefonini fanno il loro lavoro ma io non posso essere schiavo di un telefonino che mi dice come mi devo fotografare o con che velocità devo parlare perché se no, non entro nel minuto che mi è stato concesso o nelle due righe che mi sono state date. La nostra vita ha un grande privilegio: potersi esprimere in maniera libera. E deve fare sempre questo: esprimersi in maniera libera, creare in maniera libera, vivere in maniera libera. Questa è la cosa più importante. Il tempo della vita e il tempo della storia non sempre coincidono, ma quando coincidono è un bel tempo”.
Chiacchierando sulla preparazione culturale delle nuove generazioni, Vincenzo Mollica ci descrive come sono per lui i ragazzi di adesso, con la dolcezza di chi non smette mai di stupirsi ed incuriosirsi:
“[…] i ragazzi mi vengono a chiedere di Fellini, di Pazienza, di Hugo Pratt, di Fabrizio De André, mi chiedono tante cose, sanno che ho conosciuto queste persone. Io ho molta fiducia in questi ragazzi, è vero che siamo circondati da musiche che volano, da liberi pensatori inutili, che siamo circondati da chincaglierie che manco ai mercati generali, però è anche vero che bisogna saper guardare per cercare le cose belle e le cose belle ci sono. […] io vedo poco da tanto tempo, da ormai 4 anni, e i miei occhi sono molto annebbiati però ho una piccola lineetta, una piccolissima lineetta che gira nel mio occhio destro, l’unico da cui percepisco qualcosa, che mi permette ogni tanto di vedere qualcosa di quello che ho davanti a me, quella piccola lineetta trovo che sia la migliore metafora di questo tempo. C’è tanta nebbia intorno a noi, ma proteggiamola, teniamocela da conto quella piccola lineetta di vista nostra, personale, che ci somiglia, teniamocela da conto, perché lì c’è la vera vita e c’è il modo di guardare. Perché guardare è importante quanto sentire, quanto ascoltare, ma soprattutto sentire qualcosa che è più importante di tutto che poi è il tempo del nostro cuore. Il tempo del nostro cuore non appaltiamolo agli altri, godiamocelo.”
Dopo le interviste precedenti con Beppe Sala, che ha raccontato a Marco il percorso che lo ha spinto a candidarsi, e Sofia Viscardi, con la quale Marco ha riflettuto sul futuro dei Millennials, Marco ha chiacchierato delle sue passioni in comune con Neri Marcorè, ha intervistato Antonio Dikele Distefano, che gli ha raccontato di com’è riuscito ad inventarsi un mestiere grazie alla sua curiosità e intraprendenza e ha poi concluso il 2019 con una profonda chiacchierata con Alessandro Cattelan.