La solidarietà di Pupi Avati e del Sindacato dei giornalisti a Vittorio Cecchi Gori
Condividi questo articolo:
Anche i Giornalisti Cinematografici con Pupi Avati e gli autori ANAC che insieme a più di cinquanta firme eccellenti del cinema italiano chiedono per il produttore una riconsiderazione della sentenza con la concessione degli arresti domiciliari.
Proprio quando Vittorio Cecchi Gori sembrava si stesse rialzando dalle vicende personali e giudiziarie che lo hanno travolto, è arrivata la sentenza che lo vede condannato a 8 anni di reclusione. Solo lo scorso giugno aveva fwsteggiato la fine delle riprese del film documentario che racconta la sua storia e quindi anche la storia del cinema, di Marco Spagnoli e Simone Isola, “Cecchi Gori, di vizi e di virtù”, poi modificato in “Una famiglia Italiana”. In quella occasione il produttore aveva annunciato la sua intenzione e speranza di poter ritoranare a fare cinema, continuando la tadizione di famiglia che lo ha visto sui set sin da bambino, al fianco del papà Mario.
Roma, 4 Marzo – Anche i Giornalisti Cinematografici aderiscono all’appello promosso da Pupi Avati con gli autori Anac e subito firmato da una cinquantina di nomi eccellenti del cinema, tra registi, autori, protagonisti, produttori, operatori culturali per un’ “oculata e tempestiva riconsiderazione” del caso di Vittorio Cecchi Gori, il produttore in arresto da alcuni giorni.
“Nessuna intenzione di contestare in alcun modo gli aspetti giuridici” della sentenza nei suoi confronti ma, come si legge nell’appello, la richiesta del cinema italiano è che “si debba tenere opportunamente conto” dell’età del produttore e delle sue precarie condizioni di salute. “Contiamo su un’oculata e tempestiva riconsiderazione del tuo caso che mitighi la sentenza e che ti restituisca a quel minimo di serenità che sappiamo meriti” gli scrive Pupi Avati “Sia tu che tuo padre Mario siete assi portanti della storia del nostro cinema. La gran parte dei più significativi autori italiani ha lavorato per il tuo gruppo imponendosi nel mondo grazie allo straordinario operato delle tue società di produzione e distribuzione” e conclude: “Noi del così variegato e conflittuale cinema italiano in questa circostanza ci troviamo in piena sintonia nel dirti tutto il nostro affetto e soprattutto la nostra solidarietà” .
Tra le firme che hanno sottoscritto l’appello lanciato da Avati i registi Giuseppe Tornatore, Paolo Taviani, Giuliano Montaldo, Marco Bellocchio, Matteo Garrone, Gabriele Salvatores e ancora Paolo Virzì, Giorgio Diritti, Giovanni Veronesi, Fausto Brizzi, Cinzia Th Torrini, Umberto Marino, Stefano Reali e il Presidente dell’Anac Francesco Ranieri Martinotti, Tra gli attori: Stefania Sandrelli, Carlo Verdone. Diego Abatantuono, Silvio Orlando, Christian De Sica, Gigi Proietti, Massimo Ghini e tanti altri.
Con Pupi Avati, l’Anac e il Sngci anche i produttori Carlo Degli Esposti, Aurelio De Laurentiis, Laurentina Guidotti e, con Renzo Rossellini, Enrico Vanzina, Maurizio Costanzo, gli operatori culturali: Felice Laudadio, Piera Detassis, il neo presidente della Biennale Roberto Cicutto. Il presidente del Nuovo Imaie Andrea Miccichè e Laura Delli Colli con il Sngci.