ARTE ANTEPRIME FILM CINE&TURISMO CINEMA INTERVISTE LIBERAMENTE LIBRI LO SAPEVATE CHE... MODA E TENDENZE MUSICA NEWS RECENSIONI FILM RECENSIONI SR E JR RUBRICHE TEATRO TV
Caricamento in corso

 Valentina Pitzalis: “Per nove anni ho subito una campagna d’odio pazzesca da parte della famiglia del mio ex marito”

 Valentina Pitzalis: “Per nove anni ho subito una campagna d’odio pazzesca da parte della famiglia del mio ex marito”

Condividi questo articolo:

 Valentina Pitzalis: “Per nove anni ho subito una campagna d’odio pazzesca da parte della famiglia del mio ex marito. Ora l’incubo è quasi finito” 

“Devo pagare 98.000 euro di spese legali”

Valentina Pitzalis, vittima dell’ex marito e della famiglia di lui. Una storia che ha dell’incredibile e che ha avuto risvolti agghiaccianti. Ora che l’incubo è finito ci sono le pendenze economiche, per fortuna ci sono le associazioni per le donne che subiscono violenza. In occasione della puntata speciale contro la violenza sulle, ospite domani a Verissimo Valentina Pitzalis, la ragazza sopravvissuta nel 2011 a un tentato femminicidio da parte dell’ex marito, morto durante l’agguato, che non si rassegnava alla separazione e che ha tentato di darle fuoco appiccando l’incendio nella sua casa di Bacu Abis in Sardegna.

Oltre a questa tragedia, che l’ha resa invalida al 100%, Valentina ha dovuto sostenere una battaglia legale contro la famiglia di lui che l’accusava di omicidio colposo, incendio doloso e istigazione al suicidio: “Questi nove anni sono stati all’insegna di una campagna d’odio e di diffamazione pazzesca e ferocissima da parte dei genitori di Manuel che sostenevano che io fossi la reale carnefice e che abbia ucciso il loro figlio”.

Silvia Toffanin racconta: “Hanno provato varie volte a far riaprire l’inchiesta che era stata chiusa perché era tutto molto chiaro. Ci hanno provato due volte e non è andata bene perché non c’era nessun elemento, ma una terza volta, nel 2017, sono riusciti a farla riaprire. L’indagine è durata tre anni, in cui hanno anche intercettato il mio telefono e quello della mia famiglia per sei mesi. Hanno fatto di tutto e di più. Ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia perché sapevo di non aver fatto niente”. E aggiunge: “Sono stata minacciata di morte, sui social mi auguravano cose terribili, anche dopo tutto quello che avevo subito. Io però ho deciso di praticare la felicità anche perché non voglio dargliela vinta in alcun modo”.

Il 1° ottobre di quest’anno l’incubo è terminato con il GIP che l’ha liberata dalle accuse. Ma Valentina ha ancora un ultimo ostacolo da superare per mettersi tutto alle spalle: “Dopo tutto quello che ho passato non sono in grado di supportare le spese legali che ho affrontato anche se ho vinto la causa, perché la controparte si è dichiarata nullatenente e non si è arrivati a un processo. Tutte le spese sostenute, che ammontano a circa 98mila euro, dovrei pagarle io. Da sola non riuscirò mai a sostenerle, però l’associazione ‘Fare del bene Onlus’ ha attivato una campagna, che partirà dal 25 novembre, dal nome ‘Aiutiamole’ e che quest’anno ha deciso di sostenermi per aiutarmi a chiudere definitivamente i conti con il passato. Ringrazio tutti quelli che mi vorranno aiutare”.