“ Labirinti in Trastevere”: il Museo di Roma espone foto degli studenti della RUFA
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Dal 16 novembre prossimo e fino al 13 marzo 2022 il Museo di Roma, sede di Trastevere, in Piazza Sant’Egidio 1/b, e la RUFA, Rome University of Fine Arts, espongono fotografie ed immagini in movimento realizzate da studenti ed ex studenti della rinomata Università capaci di catalizzare l’attenzione, di trasferire all’osservatore non solo emozioni, ma anche sentimenti, atmosfere e pensieri.
La pregevole mostra pone in risalto tutta una serie di nuove modalità espressive indirizzate a ricerche sperimentali, alla contemplazione con particolare riferimento alla cura delle immagini.
L’esposizione di quest’anno, che fa seguito a quella già realizzata a Palazzo Braschi dalla RUFA nel 2019, coincide con il decimo anniversario del decennale dell’Università e si prefigge lo scopo di offrire un percorso esperienziale basato sull’osservazione, da parte degli studenti espositori, del tredicesimo Rione di Roma.
In particolare, l’esposizione di quest’anno, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali è organizzata da RUFA a cura di Raffaele Simongini e Alessandro Carpentieri, Servizi museali Zètema Progetto Cultura, rappresenta un’occasione per l’Accademia di Belle Arti RUFA di festeggiare il decennale della scuola di fotografia e il primo anno della nuova scuola di audiovisivo con un progetto realizzato da ex-studenti diplomati e studenti del primo anno: Leonardo Amorosi, Matteo Bonanni, Alice Brignone, Ginevra Brizioli, Gabriella Carbone, Claudia Coppola, Agnese De Luca, Federica De Salvatore, Anna Di Paola, Armando Egidi, Andrea Ferretti, Marta Ferro,Lorenzo Finardi, Alessandra Florea, Carolina Iaccarino, Sabina Ismayilova, Eleonora Marinanza, Emanuele Mazzone, Ayla Mueller, Maria Vittoria Pecchioli, Mirko Pizzichini, Benedetta Pionati, Chiara Preti, Serena Radicioli, Claudia Rolando, Guido Leon Salerno, Francesca Salvati, Nicole Scilipoti, Lorenzo Teodosi, Tommaso Termine, Federica Troiani.
Con la mostra “ Labirinti InTrastevere ” gli organizzatori intendono avviare una riflessione sul concetto di contemporaneità soffermandosi sul senso di contemplazione delle immagini come antidoto all’accelerazione dell’esistenza dettata dalla labirintica Rete digitale prendendo esempio dagli artisti, che di solito, dopo aver viaggiato con la mente a lungo, arrivano in un luogo immaginario dove possono finalmente esprimere con le opere il loro mondo interiore: é la nostalgia romantica di una patria perduta che viene riconquistata da una ricerca dell’assoluto.
Prima di approdare in un posto sicuro, ogni artista deve districarsi dentro un labirinto, fisico o mentale, per trovare una via d’uscita. È una chiara metafora della fotografia: perdersi in un immenso labirinto al fine di realizzare la visione perfetta.
Perché, quindi, non immaginare Trastevere come un labirinto stratificato dalla storia e dai linguaggi?
Il titolo della mostra fotografica, secondo i curatori, allude a una immaginaria Trastevere labirintica, ad uno spazio da attraversare come nomadi giunti in una terra tutta da scoprire, uno spazio di transito tra il reale e l’immaginario, dove l’interno e l’esterno, il paesaggio e l’architettura, le figure e gli sfondi perdono qualsiasi riferimento razionale, per diventare momentanei attraversamenti di un tempo precario a cui vogliamo restituire il senso di un istante perfetto.
Dopotutto il Covid ha costretto a una segregazione in uno spazio chiuso caratterizzato da schermi digitali, dove l’esistenza è apparsa come dominata dalla logica algoritmica e dalla statistica: é ora di ricominciare a viaggiare e a perdersi nei differenti linguaggi e in spazi immaginari. Appare pertanto necessario dopo la pandemia da Covid-19, ripartire da una alfabetizzazione delle immagini di matrice cinematografica per sollecitare la libera contemplazione delle immagini in movimento.
In questo divenire la figura del flâneur, armato di telecamera, ha la forza di districarsi nella città con uno sguardo disinteressato per perdersi nelle strade e nelle piazze come in una foresta piena di simboli.
L’obiettivo? Imporre un imperativo spirituale allo sguardo: tornare a guardare concedendosi una pausa che restituisca valore al tempo e alla riflessione, una pausa dettata dai ritmi di Trastevere.
A corredo della mostra fotografica, l’iniziativa propone anche una serie di proiezioni in cui l’audiovisivo regna sovrano. Se si vive infatti in una metropoli è difficile conservare un atteggiamento di distacco quasi contemplativo nei confronti della realtà ed è ancora più difficile ascoltare quella voce interiore che spesso suggerisce di rallentare i frenetici ritmi della vita per muoversi con lentezza e liberare la mente dagli obblighi che impone la quotidianità.
Artisti in mostra:
Sala Daguerre
Ginevra Brizioli, Anna Di Paola, Marta Ferro, Maria Vittoria Pecchioli, Benedetta Pionati, Claudia Rolando, Francesca Salvati.
Sala Lumiere
Leonardo Amorosi, Matteo Bonanni, Alice Brignone, Gabriella Carbone, Claudia Coppola, Agnese De Luca, Federica De Salvatore, Armando Egidi, Andrea Ferretti, Lorenzo Finardi, Alessandra Florea, Carolina Iaccarino, Sabina Ismayilova, Eleonora Marinanza, Emanuele Mazzone, Ayla Mueller, Mirko Pizzichini, Chiara Preti, Serena Radicioli, Guido Leon Salerno, Nicole Scilipoti, Lorenzo Teodosi, Tommaso Termine, Federica Troiani.
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