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Leonora addio, il nuovo film di Paolo Taviani omaggia Pirandello

Leonora addio, il nuovo film di Paolo Taviani omaggia Pirandello

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Non è la prima volta che il regista Paolo Taviani, dedica un lungometraggio a Luigi Pirandello, uno tra i più grandi protagonisti della nostra letteratura. 38 anni fa era il 1984 e l’opera Kaos, ideata e realizzata insieme a suo fratello Vittorio, otteneva un grande successo grazie alla trasposizione di 4 novelle.

Oggi, con la sua maestria, Paolo Taviani ci presenta una persona debole e malata. Nella prima scena di Leonora addio, Luigi Pirandello appare immobilizzato in un letto; non ha alcuna forza se non per esprimere le ultime volontà di fronte ai figli.

Anche se è stato un grande scrittore, la morte deve passare inosservata; nessuno dovrebbe elogiarne la figura, nemmeno sui giornali e non dovrebbero esserci né fiori, né vestiti, né processioni. A seguito della cremazione poi, le ceneri dovrebbero andare disperse o semplicemente essere murate “in qualche rozza pietranella campagna di Girgenti, dove era nato.

La prima e più lunga parte del film, girata in bianco e nero, ripercorre le tappe principali di un viaggio faticoso tra la capitale e la Sicilia svoltosi a quasi 15 anni dalla morte. Dalle molteplici difficoltà burocratiche per consentire il trasferimento delle ceneri, la storia continua con altri momenti imbarazzanti, come l’impossibilità di viaggiare in aereo e la tentazione di svelare chi sia il personaggio. Le autorità infatti sanno bene che tante persone, sarebbero pronte a tutto pur di trasformare un anonimo funerale in un fastoso omaggio che Pirandello non avrebbe mai voluto, né tantomeno gradito.

Nonostante tutte le difficoltà, il viaggio viene portato a termine, le ceneri vengono murate e come d’incanto, lo schermo si colora per lasciare spazio all’ultimissima novella scritta da Luigi Pirandello, Il chiodo. Un racconto poco conosciuto ma che non per questo, abbia meno da dire rispetto ad altri.

La vicenda è ispirata a un fatto vero. Protagonista de Il chiodo è il giovane Bastianeddu. Strappato in Sicilia dalle braccia della madre e costretto a seguire il padre al di là dell’oceano, il ragazzo non riesce a sanare la ferita che lo spinge a un gesto insensato: uccidere una bambina di 8 anni, aprendole un buco in testa con un chiodo.

Non mancano tutte le tematiche care al grande scrittore siciliano come il disagio dell’uomo moderno, la sua solitudine e soprattutto il paradosso di una situazione come quella della novella, in cui avvocati ed addetti alle indagini, cercano a tutti i costi una spiegazione razionale ad un atto scellerato, che però non viene a galla.

Detto ciò, “quale messaggio propone Leonora addio?” ci siamo chiesti tutti.

La domanda sorge spontanea nello spettatore che spera di darsi una risposta nel corso della proiezione. Cosa lega profondamente le vicende raccontate nel film? 

Di certo, la tematica maggiormente presente in Leonora addio, la troviamo nelle innumerevoli contraddizioni della vita e che il drammaturgo siciliano amava raccontare. Contraddizioni a cui l’uomo non può sottrarsi e che lo portano spesso ad assumere comportamenti “strani”. Nessuno forse più di Pirandello ha saputo mettere in crisi il concetto di “normalità” intesa come “conformismo”.

Quando abbiamo finito di girare Kaos da uno dei racconti di Pirandello, avevamo avuto come idea con Vittorio di raccontare il fatto assurdo che c’è dietro il funerale perché affascinati da una storia che sembrava scritta da lui stesso, racconta Paolo Taviani. Infatti le vicende rocambolesche legate alle sue ceneri sembrano ricordare l’ironia con cui egli sapeva deridere le convenzioni sociali a cui ci aggrappiamo.

Ma il regista sottolinea anche che a differenza di altri racconti in cui prevale il grottesco, in questo caso si giunge a una riflessione riguardo all’amore. E in effetti, l’epilogo della vicenda e la frase finale del film riguardo al tempo potrebbero esserne una prova. Uso il condizionale perché uscendo dalla sala, al termine della proiezione, ho avuto modo di sentire opinioni piuttosto discordanti. Qualcuno ha anche aggiunto che in Leonora addio il paradosso e le assurdità non siano l’essenziale.

Del resto, davanti ad una produzione artistica ciascuno può riempire di significato personale le immagini proposte. Sicuramente l’opera di Paolo Taviani riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore e, come dice il regista, la figura di Pirandello aleggia sempre nel racconto, così come è stata sempre presente durante le riprese del film.

Leonora addio sarà in sala da domani, giovedì 16 febbraio. Vale la pena entrare al cinema finché si è in tempo, per vederlo nel buio della sala, lontano da ogni distrazione e dare un significato personale.

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