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“Una storia dì amore e di desiderio”: il secondo lungometraggio di Layla Bouzid nelle sale italiane

“Una storia dì amore e di desiderio”: il secondo lungometraggio di Layla Bouzid nelle sale italiane

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Layla Bouzid, l’acclamata regista di “Appena apro gli occhi – Canto per la libertà “ è la regista di una pellicola che narra di una storia che assume una risonanza forte e singolare nel presente, raccontando l’emancipazione sentimentale e sessuale che si raggiunge grazie all’educazione, agli studi che danno accesso alla cultura, all’amore per i libri e le parole. Protagonista è Ahmed, giovane francese di origini algerine, cresciuto in una banlieue parigina. Appassionato di letteratura, sceglie di studiare lettere alla Sorbona, anche se fin dall’inizio mette in dubbio la sua legittimità nel prestigioso Ateneo. Nelle aule dell’università incontra Farah, giovane tunisina vitale e appassionata, che si è appena trasferita in Francia.

Mentre scopre insieme a lei un corpus di letteratura araba erotica di cui non immaginava l’esistenza, Ahmed si innamora di Farah e, benché sconvolto da questo desiderio, cerca in tutti i modi di resistere.

Le domande legate alla sua identità aumentano dopo l’incontro con Farah, giovane tunisina vitale e appassionata: insieme scopriranno un corpus di letteratura araba erotica di cui non immaginava l’esistenza.

Spiega la regista: “ Volevo raccontare la storia di un giovane uomo che fatica a vivere con pienezza un sentimento d’amore: Ahmed è letteralmente sovrastato dal desiderio, ma cerca in tutti i modi di resistergli. È un ragazzo di cultura araba, è pieno di dubbi, fragilite e pieno di, difficoltà ad accettare i suoi slanci vitali. (…) Avevo questa necessità di esplorare la vita intima di Ahmed, filmare la sua parte di mistero, e cercare di comprenderla. La sua resistenza mi sembrava risuonare particolarmente in questo territorio periferico, in cui il sentimento amoroso è spesso attraversato da non detti. Là dove domina l’immagine di una virilità esacerbata, ho voluto dare un autentico spazio alla fragilità maschile e accordare una parte significativa alla sua sessualità.”

 

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