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La decima edizione del Premio letterario Angelo Zanibelli “ La parola che cura “ celebrata nella cinquecentesca cornice di Palazzo Farnese a Roma

La decima edizione del Premio letterario Angelo Zanibelli “ La parola che cura “ celebrata nella cinquecentesca cornice di Palazzo Farnese a Roma

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L’attuale Ambasciatore di Francia  Roma, Christian Masset, ha concesso, come ormai da dieci anni a questa parte, alla Sanofi, azienda della salute a livello mondiale specializzata nello studio e nella realizzazione di farmaci per migliorare la vita delle persone, gli splendidi ambienti di Palazzo Farnese per la celebrazione della decima edizione del Premio Letterario “ La parola che cura “ in ricordo di Angelo Zanibelli, già Direttore della Comunicazione e delle Relazioni istituzionali della prestigiosa azienda francese.

Il Premio Letterario “Angelo Zanibelli – La parola che cura” nacque nel 2013 con l’intento istituzionale di valorizzare la narrazione come strumento sociale e terapeutico e, particolarmente, per dare voce alle storie di pazienti e di chi se ne prende cura, nella convinzione che condividere l’esperienza della malattia sia già parte importante della cura.

Molto toccante la cerimonia nel suo genere che, presentata da Antonio Polito e con la presenza del Sindaco della città dell’Aquila Pierluigi Biondi ( città nella quale è ubicato uno degli stabilimenti Sanofi ), è iniziata con le parole decisamente soddisfatte dell’Ambasciatore Masset, seguite da quelle di Marcello Cattani, Presidente e AD di Sanofi Italia oltre che dalla forbita descrizione della struttura del Premio e della composizione della Giuria operata da un Gianni Letta estremamente performante ed altrettanto colto.

L’edizione 2022 ha visto vivere esperienze dirette di persone malate e di chi accudisce loro con amore tale da poter imprimere un cambiamento nella vita dei pazienti; allo scopo Sanofi produce nei suoi stabilimenti, e fornisce, vaccini in grado di proteggere e salvare la vita di milioni di persone in maniera responsabile e socialmente utile.

Ben centosedici le opere letterarie in concorso nelle tre categorie scelte quest’anno: la Saggistica, la Narrativa e gli Illustrati e che, esaminate da una prestigiosa Giuria presieduta da Gianni Letta e della quale hanno fatto parte nomi prestigiosi della scienza, del giornalismo, della cultura, della medicina, hanno concorso a redigere una rosa di titoli finalisti così composta: a) per la sezione Narrativa “ Io non ti lascio solo “ di Gianluca Antoni e “ Mio fratello è un gigante “ di Luigi Mastroianni; b) per la sezione Saggistica: “ Il tesoro leggero “ di Luca Richeldi e “ Disuguaglianze “ di Domenico Ribatti; c) per la sezione Illustrati “ Cosa c’è nella mia testa “ di Pierdomenico Baccalario, Federico Taddia e Luca Bonfanti, e “ Io e te “ di Anna Rita Verardo.

Alla presenza di Pinuccia e Chiara Zanibelli e del figlio Matteo, la Giuria ha designato i premiati ai quali ha conferito il prestigioso Premio: si tratta di “ Cosa c’è nella testa “  scritto a più mani da Pierdomenico Baccalario, Federico Taddia e Luca Bonfanti, “ Il tesoro leggero di Luca Richeldi “ e “ Mio fratello è un gigante “  di Luigi Mastroianni.

A latere del Premio, sono state conferite: una menzione speciale a Paolo Milone per la sua opera “ L’arte di legare le persone “, il “ Premio valore del partenariato pubblico-privato “ ad Astrid Finochiaro,  il Premio “ La parola che cura “ all’Associazione Italiana Anderson Fabry, ed il Premio “ Personaggio dell’anno  in ambito sanitario“ a Silvio Brusaferro.

 

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