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La musica azerbaigiana a Roma protagonista di due serate per celebrare trent’anni di rapporti con il nostro Paese e la città martire di Susha

La musica azerbaigiana a Roma protagonista di due serate per celebrare trent’anni di rapporti con il nostro Paese e la città martire di Susha

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L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian ha organizzato  due serate di concerti: la prima, il 20 dicembre, nei locali del neo-inaugurato Centro culturale dell’Azerbaigian, dedicata a musicisti, studiosi e appassionati: una masterclass sulla musica azerbaigiana con il suonatore di tar di fama internazionale Sahib Pashazade e con il kamancha ed il pianoforte di Khayyam Mammedov e di Saida Taghi-zadeh che si sono esibiti nel concerto “Kharibulbul”, presso il Teatro Sala Umberto di Roma; protagonisti i cantanti Kamile Nebiyeva e Ilkin Ahmadov.

Il successivo 21 dicembre, invece, il teatro Sala Umberto ha ospitato un concerto dedicato alla città di Susha con un  repertorio costituito da brani della musica tradizionale azerbaigiana e della cultura italiana, a voler rappresentare il rapporto privilegiato tra Azerbaigian e Italia, che quest’anno hanno festeggiato i trent’anni di relazioni diplomatiche, giunte ad un livello di partenariato strategico.

La serata è stata aperta dai saluti dell’Ambasciatore designato della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, S.E. Rashad Aslanov, e ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico, espressione del mondo diplomatico, politico, accademico, imprenditoriale e di molti appassionati, che hanno scoperto, in questa occasione, un nuovo piccolo tassello della cultura azerbaigiana.

Tra i brani eseguiti: Il mio Azerbaigian di Alibaba Mammedov, canzoni popolari, ma anche un’ouverture da “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini e l’Estate da “Le quattro stagioni” di Vivaldi.

A spiccare nella cultura musicale azerbaigiana il Mugham, ascoltato durante il concerto, forma musicale caratterizzata da un alto grado di improvvisazione, che dal 2003 è inserito nella lista del  patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco.

Tra la prima e la seconda parte del concerto è stato sottoposto all’attenzione del pubblico un toccante video della città di Shusha girato dall’italiano Fabrizio Conti.

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