Oppenheimer
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La storia del progetto Manhattan e degli anni successivi attraverso gli occhi di Robert Openheimer e in parte di Levis Strauss e di come le loro storie personali si sono intrecciate. Gran parte del film è dedicato allo sviluppo del progetto più grandioso di sempre ma molto spazio è stato dato anche alla vicenda di Strauss.
Il film comincia con il giovane Openheimer che studia in Europa e incontra alcuni dei mostri sacri delle fisica come Bohr e Heisenberg e si chiude con un voto in commissione al senato in cui è stato decisivo un giovane senatore: J.F.Kennedy.
La trama del film scorre bene e non è una pellicola storica come si potrebbe pensare, è più biografico. Alcuni personaggi sono quasi di contorno come un Einstein che assomiglia più a Babbo Natale che al padre della relativà, ma anche Fermi che compare di sfuggita o Feynman; parti più importanti le hanno Teller e Lorenz.
Il film dura molto, 3 ore, ma non è mai noioso: la scelta di raccontare i fatti in prima persona paga, anche se non c’è nessun personaggio/attore che spicca in modo particolare.
E a te Junior come è sembrato? Conoscevi la storia della bomba?
Jr: Conoscevo qualcosa si, più dal punto di vista tecnico che storiografico però. Personalmente il film mi è piaciuto tantissimo, trovo eccellente la scelta di Cillian Murphy nel ruolo di Oppenheimer, riesce a raccontare bene la storia facendo scorrere gli eventi fluidamente; come dicevi tu non spicca con prepotenza, è pacato e permette di guardare la vicenda attraverso i suoi occhi. La scelta della prima persona è assolutamente azzeccata, consente di vedere i retroscena di quest’impresa: il “reclutamento” dei membri, le questioni personali, le difficoltà, l’ansia, il senso di colpa, l’aspettativa… Si ha un assaggio di ciò che deve essere stato trovarsi veramente in mezzo al nulla, circondati da menti brillanti per fabbricare una delle cose più straordinarie e tremende che l’uomo abbia mai concepito.
Sr: Si, credo che il senso fosse proprio quello: dare un’idea di quello che è successo alle persone più che dei fatti storici. La scelta del film è quella: lascia quasi del tutto in disparte il periodo storico in cui la vicenda si è svolta, il mondo che c’era intorno a quel deserto e a quelle università.
Diventa anche un film sulla morale o su una possiabile morale nell’età della tecnica: la bomba è di certo una delle scoperte tecniche in grado di cambiare il mondo davvero, di cambiare lo scenario. Questo il film lo rappreseta bene secondo me seguendo il punto di vista dei protagonisti: il passaggio da un’etica basata sulle intenzioni ad una che prova a farsi carico più delle conseguenze delle azioni, un’etica della responsabilià.
Una cosa che personalmente avrei preferito è vedere di più la parte scientifica, le scoperte e le grandi menti che le hanno rese possibili, anche se il rischio documentario sarebbe stato molto più consistente.
Jr: Sono d’accordo, avrei apprezzato qualche dettaglio in più, tuttavia è chiaro che questa aggiunta avrebbe reso la storia più noiosa agli occhi di chi non si interessa di scienza, senza contare il rischio documentario. Riguardo la morale penso che il film per tutta la durata ponga una fondamentale domanda a cui nè il pubblico nè i personaggi sanno rispondere: “Cosa si dovrebbe fare?” Non costruire la bomba avrebbe probabilmente significato essere bombardati dai Tedeschi, costruirla significava doverla usare in qualche modo per provarne la forza. Mi è rimasta molto impressa una frase detta da Oppenheimer: “Immaginiamo un futuro e immaginarlo ci inorridisce. Non la temeranno finché non la capiranno. E non la capiranno finché non l’avranno usata.” Oppenheimer si rendeva conto che da quel punto i avanti la storia sarebbe cambiata, non vedeva altra scelta perché, come lui stesso ha detto: “Non so se noi siamo affidabili con un’arma simile ma so che i nazisti non lo sono”. Quindi cosa fare? Non costruire niente e lasciare che i tedeschi lo facessero comunque per poi distruggere l’umanità o costruirla e affrontare le conseguenze? Robert ha scelto la seconda ma molti altri non erano di questa opinione, uno fra tutti Niels Bohr: “Lei è l’uomo che ha dato loro il potere di distruggere se stessi. E il mondo non è pronto.” (A Oppenheimer). Non credo ci sia una risposta giusta o una risposta sbagliata, comprendo il punto di vista di Oppenheimer, credeva di portare la pace così facendo, nessuno avrebbe più attaccato nessuno con un’arma simile in circolazione ma, ahimè, le speranze spesso sono illusioni che evaporano facilmente. Come ha affermato Lloyd Garrison la pace durerà “Finché non faranno una bomba più potente.”
Sr: È vero che qualche spiegazione in più avrebbe avuto il rischio dell’effetto soporifero del documentario ma raccontare qualche personaggio molto meno. Uno fra tutti Feynman che è un personaggio che si presta assai bene, anche per l’immagine che si è creata nel tempo di lui.
Per l’etica hai di certo ragione, e va un po’ fuori dal racconto di un film, anche se credo, come ti dicevo, che sia anche il racconto del periodo in cui cambia: da quella a cui siamo stati abituati da sempre, quella sulle installazioni, a quella che richiede la tecnica, le conseguenze.
Quella che diventa anche legge per noi: un omicidio è diverso a seconda che volessi farlo, che sia successo per sbaglio, che sia un incidente, ecc… a quella che ci fa dire anche adesso: un operaio che costruisce mine e che fa bene il suo lavoro se scoppiano tutte è responsabile dei loro effetti? Magari sui bambini.
La bomba atomica è forse il primo tema in cui questo cambia radicalmente e il film lo racconta anche se in un modo un po’ superficiale secondo me.
Jr: Quelche parola in più su Feymann l’avrei apprezzata anche io, ma dall’altro lato capisco la necessità di stringare i tempi, il film dura già molto ed è complicato pensare di aggiungere altre parti. Penso che per quello che riguarda tematiche simili sia estremamente complicato stabilire la responsabilità, Oppenheimer dice al presidente di sentirsi il sangue sulle mani e lui risponde che a nessuno interessa chi ha costruito la bomba, solo chi ha dato l’ordine di usarla conta, ma è davvero così? Di chi è la responsabilità? Viviamo in un mondo in cui, come facevi notare tu l’omicidio non è considerato in quanto tale ma in relazione alle circostanze, se era intenzionale o no fa molta differenza per la nostra concezione ma sempre di un omicidio stiamo parlando. La nostra morale è essenzialmente legata alla religione, l’omicidio è una delle cose più brutte che si possano fare secondo tale ragionamento, è quindi possibile avere una giustificazione? Allo stesso modo si possono comprendere le motivazioni di Oppenheimer, ma sono abbastanza per assolverlo? E soprattutto se si cos’altro si sarebbe potuto fare?
Sr: Niente: è lo scopo della tecnica fare tutto quello che è possibile fare, l’etica passa in secondo piano. Un po’ la stessa cosa che succede adesso con il WEB, in cui ad esempio i social si dicono non responsabili dei contenuti anche se sono discutibilissimi.
Feymann però lo avrebbe reso molto più pop e più giovane secondo me, anche se a vedere quante persone c’erano in sala e quanti ragazzi non ne ha avuto bisogno! Una cosa che mi ha stupito non poco: pensavo che il tema fosse da nerd o poco più.
Ma qualcuna delle battute di Feymann sarebbe entrata di certo nel lessico moderno: forse sarà il prossimo film di Nolan! Me lo immagno già sulla locandina Feymann che dice: “nobody really understands quantum mechanics”.
Jr: Sarebbe molto bello di certo, speriamo raccolgano la proposta. L’atmosfera è quella dei film di Nolan, un mix fra serietà, catastrofe e qualcosa di incomprensibile. Mi ha fatto molto piacere vedere il gran successo che ha avuto, a mio parere assolutamente meritato, neanche io me lo sarei immaginato inizialmente. Le sale erano piene, l’età degli spettatori variava moltissimo e questo è molto bello, immagino abbia aiutato la scelta di attori conosciuti, in ogni caso mi fa piacere. Chissa se, dato il successo continueranno a fare una “serie” di film sulle più importanti scoperte scientifiche, cosa ne pensi?
Sr: Non sarebbe strano, almeno da lui. Dopo la relatività generale di Interstellar, il concetto di tempo di Tenet e la fissione nucleare direi che un altro argomento scientifico che ha a che fare con la filosofia ci starebbe. E Feynman non sarebbe l’unico candidato possibile, mi viene in mente Tesla ad esempio o anche Majorana o Boltzmann anche se non rispetterebbero l’ordine “cronologico”.
Che ne dici se per il prossimo proviamo con un classico giallo?
Jr: Vedremo immagino, i soggetti candidati non mancano di certo, ora è il momento di cambiare genere, è l’ora di Poirot!
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