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Killers of the Flower Moon

Killers of the Flower Moon

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Un cast di altissimo livello fra cui anche Robert De Niro e Leonardo Di Caprio diretti da Martin Scorsese ci portano negli anni’20 del 900 dentro la storia del popolo Osage, quando i membri della tribù scoprono il petrolio nella loro terra. Quello che prima era un popolo che chiamava padre il fuoco, madrea la luna e nonno il sole, diventa uno dei popoli più ricchi del mondo attirando gli interessi di molti. Interessi non sempre leciti, come quelli di William Kale (De Niro) che studia un piano per mettere le mani sui diritti petroliferi.
Il film è tratto da una storia realmente accaduta e ci porta in una sorta di vecchio west in cui la febbre dell’oro è sostituita dalla febbre per l’oro nero, ma è anche la storia di un amore vero fra Ernest (Di Caprio) e Mollie (Lily Gladstone). Il rimto narrativo c’è di certo, anche se a volte è un po’ lento ed è di certo impegnativo per la durata di 3 ore e 20 minuti.
Cosa ne dici Junior? Ti è piaciuta questa storia da far west? Immagino tu non abbia mai visto un western…


Jr
: Chiunque voglia vederlo deve armarsi di una certa quantità di pazienza. Il film in generale mi è piaciuto, sicuramente fatto bene, si percepisce un massiccio lavoro dietro. Le ambientazioni in particolare sono ben studiate, permettono allo spettatore di figurarsi una sorta di piantina del posto. Sono luoghi estremamente realistici, la scelta di girarlo in Oklahoma e non negli studios ha pagato, sembra davvero di entrare nel far west! Si percepisce molto il fatto che gli Osage fossero padroni della terra e questa sia stata “colonizzata” in seguito dagli americani bianchi che più di una volta sembrano fuori posto, nella lingua, nei costumi; molti di loro accecati dalla fame di ricchezza, come avvoltoi e abili pianificatori che pian piano mirano ad impadronirsi del tanto desiderato oro nero e del denaro derivante da questo naturalmente.

Sr: Lungo lo è di certo e a volte un po’ lento, abbastanza eloquente la scena dei due ragazzi che erano seduti vicino a noi che all’intervallo si sono allontanati e non sono più tornati!
Hai di certo ragione sulle ambientazioni ma secondo me il film “sta su” molto per merito degli attori, tutti. Benchè non sia di certo uno dei miei artisti preferiti mi sono sembrate molto nel personaggio le espressioni fatte da Leonardo Di Caprio, allo stesso modo il personaggio ruvido e ambiguo di Robert De Niro, anche se secondo me ricorda molto altri suoi personaggi famosi, ogni tanto sembrava di vedere Toro Scatenato. Molto brava anche Lily Gladstone, nei panni della capo famiglia di fatto: rendeva benissimo la spiritualità degli indiani d’america.

Jr: Assolutamente d’accordo, Di Caprio molto realistico anche se ho preferito Robert De Niro, estremamente convincente, sempre al limite fra l’amico ed il carnefice, l’aria da genio del male l’aveva tutta. Lily Gladstone la migliore a mio parere, non recitava, era davvero diventata Molly. È riuscita a cogliere l’essenza del suo personaggio: la disperazione, la malattia, la responsabilità, la spiritualità onnipervasiva degli Osage e delle loro tradizioni, ogni particolare, lingua compresa, era curato alla perfezione.

Sr: E cosa mi dici di questa ambientazione? Immagino tu non abbia mai visto un film western. Lo sceriffo, il saloon, strade polverose, cavalli, indiani, pistoleri… hanno un linguaggio tutto loro diverso dai film storici. Ma se la mia generazione c’è un po’ cresciuta, Immagino che per te sia nuovo: piaciuto?

Jr: Non ho percepito così marcatamente questa differenza se devo essere sincera. L’ambientazione mi è sembrata ben fatta e adatta alla storia, è quello che ci si aspetta quando si parla di indiani d’America, no? Detta così sembra più una storiella di cowboy quando invece ho percepito solennità, si sentiva il rispetto per gli Osage che veniva nettamente contrapposto all’opportunismo e all’avarizia dei bianchi.

Sr: Penso tu abbia più l’idea di un film storico, un giorno devo portarti a vedere qualche grande classico, qualcosa come Ombre rosse o Sentieri selvaggi. Devi immaginare un linguaggio delle immagini diverso, dell’epoca di Casablanca, anche se in realtà sono successivi. Ma temo che non sia facile che possiamo vederlo al cinema.
Per tornare a Killers of the Flower Moon direi che siamo d’accordo che è un bel film da consigliare di certo, magari solo con il piccolo avvertimento che è un po’ più lungo di un telefilm, solo un po’…

Jr: Certamente, per i coraggiosi che scelgono di affrontare l’impresa consiglio spassionatamente una sosta al bar del cinema e sgranchirsi le gambe durante l’intervallo per sopravvivere al meglio. Il film merita di certo e a mio parere racconta in modo ordinato e coerente una storia che altrimenti non verrebbe conosciuta.

Sr: Si, ottimo consiglio! E direi che è ora di pensare al prossimo film!

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