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Aspen Institute dibatte sulle prossime Olimpiadi di Parigi: non soltanto una sfida sportiva, ma anche uno specchio del mondo in cui viviamo

Aspen Institute dibatte sulle prossime Olimpiadi di Parigi: non soltanto una sfida sportiva, ma anche uno specchio del mondo in cui viviamo

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Aspenia, la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù, ha organizzato un talk dall’oggetto: “ Sfida olimpica. Politica ed economia dello sport “ per trattare, alla presenza di autorevoli relatori del calibro del Presidente del CONI Giovanni Malagò, del Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo Beniamino Quintieri, di Evelina Christillin membro del Consiglio della FIFA, di Angelo Maria Petroni, Segretario Generale di Aspen Institute, di Daniele Masala campione olimpico e docente universitario e di Giulio Tremonti Presidente della Commissione Affari esteri e Comunitari del Parlamento Italiano cui ha partecipato, da remoto, il giornalista Paolo Garimberti nel corso del quale sono stai esaminati due principali aspetti per rivolgere lo sguardo alle prossime Olimpiadi di Parigi.

Dei due aspetti trattati, il primo, quello relativo ai rapporti dello sport olimpico con lo stressato sistema internazionale che vive un momento di transizione quanto mai conflittuale ed il secondo, quello relativo agli aspetti economici connessi alla organizzazione di un evento di grande ed universale importanza, nello specifico le imminenti Olimpiadi di Parigi che si terranno dal 26 luglio all’11 agosto, particolare rilevanza è stata data alla geopolitica sportiva che vede lo svolgimento dei Giochi visti da secoli come evento portatore di pace ma che nello specifico avvengono in grave tempo di guerra con la conseguenza di evidenziare come lo sport, purtroppo, non sia oggi in grado di realizzare quella pace che la politica non riesce ad ottenere. Il secondo aspetto, più materiale dal punto di vista economico, è stato trattato nel corso del dibattito, quale elemento di natura estremamente incerta in quanto a fronte delle spese che il paese ospitante è chiamato a sostenere non sembrano corrispondere eguali vantaggi di ordine economicamente quantificabile atteso che la ragioni del prestigio dell’essere chiamati ad organizzare risultano spesse volte sovrastanti ai risultati economico – contabili.

Insomma, l’aforisma di de Coubertin secondo cui l’idea delle Olimpiadi ed il relativo spirito olimpico sono tali da poter riuscire a creare uno stile di vita basato sulla gioia dello sforzo, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto universale dei principi etici fondamentali caratterizzati da spirito pacifista ed universale, non appare al momento concretamente applicabile.

Particolare riguardo è posto dai relatori al tema della partecipazione degli atleti russi ed ucraini alle prossime olimpiadi parigine, argomento ancora in via di trattativa relativamente al fatto che dovrebbero ( o vorrebbero ) partecipare ai Giochi senza esporre le bandiere nazionali. Ma altrettanta attenzione va posta verso tutti gli altri paesi attualmente in guerra in altre aree geografiche, con la conseguenza che, malgrado il Comitato Olimpico Internazionale abbia dato corso ad una serie di riforme, non appare al momento prevedibile una svolta a carattere pacifistico.

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