75. Berlinale: lo speciale del Forum 2025 è “Ferite aperte, parole aperte”
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Nel secondo anno diretto da Barbara Wurm, il Forum Special della 75ª Berlinale ripropone un programma di film storici e contemporanei, selezionati secondo una serie di temi correlati. La selezione corrisponde al programma principale del Forum e affronta il devastante presente attraverso uno sguardo consapevole al passato.
La selezione dell’anno scorso ruotava attorno al tema “Relazioni e resistenza” ed era dedicata alle voci più silenziose di una resistenza politica virata a prospettive femministe e anti-patriarcali che provenivano per lo più dalle generazioni più anziane; il Forum Special del 2025 si intitola invece “Ferite aperte, parole aperte” e rappresenta una sorta di continuazione logica della passata programmazione, con il focus svolta posto sulle posizioni della generazione più giovane: crescita, risvegli giovanili, coming-of-age e ingresso nella società degli adulti, in contesti problematici segnati da norme culturali, disuguaglianza sociale e ingiustizia politica.
Al Forum saranno presentati in anteprima mondiale due restauri in 4K: “Das falsche Wort” (“La menzogna”, 1987) di Katrin Seybold e Melanie Spitta, una pietra miliare che affronta i crimini commessi contro i Sinti tedeschi, narrati dal punto di vista dei Sinti, restaurato dal Museo del Cinema di Monaco, e “Iracema, uma transa amazônica” (“Iracema”, 1975) di Jorge Bodanzky e Orlando Senna, un ibrido tra documentario e fiction realizzato sotto l’egida del Cinema Novo brasiliano che già decenni fa aveva fatto emergere il cortocircuito del combinato sfruttamento di ambiente, donne e popoli indigeni. Questi due titoli verranno proiettati assieme a tre lavori attuali che attingono a filmati d’archivio: “The Long Road to the Director’s Chair”, un documentario di montaggio, realizzato dall’allora ventottenne Vibeke Løkkeberg, che documenta il primo seminario internazionale di cinema femminile tenutosi al Kino Arsenal di Berlino nel 1973 e ricostruito cinquantun anni dopo utilizzando una registrazione audio d’archivio per creare un vero e proprio manifesto della storia del cinema femminista; “Mes fantômes arméniens” (“I miei fantasmi armeni”) di Tamara Stepanyan, un dialogo intimo con la storia del cinema armeno nell’era sovietica che riflette sia sulla morte del padre della regista, un famoso attore, sia sull’inizio della sua carriera cinematografica; e infine “Scars of a Putsch” di Nathalie Borgers, che ripercorre anch’esso gli eventi politici che hanno avuto luogo decenni fa – in questo caso, il putsch militare del 12 settembre 1980, che pose drasticamente fine al sogno della democrazia turca – e che ancora oggi riecheggiano.
“Ferite aperte, parole aperte” offre l’opportunità di considerare ancora una volta la disparità tra rivolte popolari (represse), attività civiche, campagne di solidarietà e movimenti per i diritti civili da un lato e figure, istituzioni, strutture e sistemi di governo autocratici e dittatoriali dall’altro, un dislivello che caratterizza l’intero globo geopolitico oggi – nella piena consapevolezza delle (ancora) irrealizzate potenzialità d’emancipazione sia passate che presenti.
Un programma di cortometraggi composto da tre opere di studenti pone l’attenzione sulla prossima generazione di registi nel loro tentativo di inserirsi nel nostro mondo di ordini post e neo-coloniali, imperiali, capitalisti, fascisti e stalinisti (e di porgere loro uno specchio): tre punti di vista documentaristici su Georgia, Cina e Uzbekistan; tre focolai di crisi politiche; tre appassionate ricognizioni di un passato e di un presente ostili alla democrazia; tre autentici risvegli di giovani donne che si avviano verso un futuro fragile: “Shinagani gazapkhulebis q’vaviloba” (“Sorgenti di fioriture interiori”) di Tiku Kobiashvili, “Gouchang” (“Fattoria della frutta”) di Nana Xu e “Nagota” (“Nudità”) di Sabina Bakaeva.
Le proiezioni dei film saranno accompagnate dai dibattiti con i registi. Inoltre, ci saranno confronti con altri ospiti: sulla situazione politica (cinematografica) attuale in Georgia con Salomé Jashi (Documentary Association Georgia) e sui movimenti di base e workshop del cinema indipendente con Julia Shaginurova (Tashkent Film School).
Questo febbraio, i film del Forum saranno proiettati al Kino Arsenal, al Delphi Filmpalast, al silent green Kulturquartier, allo Zoo Palast, al Cubix, al Colosseum e allo Stage Bluemax Theater. L’Arsenal di Potsdamer Platz aprirà le sue porte per l’ultima volta alla Berlinale di quest’anno. All’inizio del 2026, infatti, il nuovo cinema Arsenal sarà inaugurato nella Westhalle del verde silenzioso di Wedding.
Per una panoramica dei titoli speciali del Forum annunciati oggi:
https://www.berlinale.de/en/programme/berlinale-programme.html?sort=1§ion_id=50&day_id=2025-01-09
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