Presentata a Roma la serie Netflix de “ Il Gattopardo “
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Kim Rossi Stuart, Benedetta Porcaroli, Deva Cassel, Saul Nanni sono i principali interpreti di un nutritissimo cast che caratterizza questo film tratto da uno dei più grandi romanzi italiani di tutti i tempi, un racconto epico, sorprendente e sensuale, ambientato in Sicilia durante i moti del 1860.
E’ articolato in una serie di sei episodi che Netflix manderà in onda a partire dal prossimo cinque marzo con la direzione di ben tre registi: Tom Shankland ( per gli episodi 1-2-3-6), Giuseppe Capotondi ( per l’episodio 4) e Laura Luchetti ( che dirige l’episodio 5)
Nel corso della conferenza stampa di presentazione Tom Shankland ha dichiarato: “Volevo realizzare un adattamento de Il Gattopardo che catturasse l’emozione, l’opulenza e la sensualità bruciata dal sole dell’incredibile romanzo di Tomasi di Lampedusa per una nuova generazione. Questo libro ha sempre avuto un grande significato per me. Ancora prima di leggerlo, Il Gattopardo aveva uno status mitico nella mia famiglia, perché era uno dei romanzi preferiti di mio padre. Quando l’ho letto per la prima volta durante un viaggio on the road in Sicilia, l’effetto su di me è stato ipnotico. Certo, ero coinvolto nella lotta del Principe per affrontare l’ondata del Risorgimento che travolgeva la sua vita, ma allo stesso tempo non ho mai sentito di leggere qualcosa che parlasse esclusivamente del passato. Le descrizioni quasi allucinatorie della Sicilia di Tomasi di Lampedusa (un’esplosione di fertilità in un giardino siciliano, l’intensità implacabile del sole) e i temi della battaglia senza fine tra desiderio e dovere, della lotta per proteggere ciò che si ama in un mondo che si sta sgretolando, risultavano immediati e potenti. Quando ho letto i meravigliosi script di Richard Warlow, sono rimasto entusiasta di vedere che condivideva il mio stesso istinto su come adattare il romanzo: catturare la qualità di un vero classico, ma sempre in modo autentico, vitale, sensuale e dinamico “ Ed, in effetti c’é riuscito concretizzando una sorta di lettera d’amore alla Sicilia realizzando un’opera che appare senza dubbio un capolavoro con una sua interiorità stilistica e intenzionale e con una nostalgia riflessiva senza pari.
Il regista dell’episodio 4, Giuseppe Capotondi, si è dichiarato entusiasta del fatto che dirigere l’episodio nel quale è evidente la ricchezza dei costumi, la moltitudine di comparse, le carrozze, i cavalli e gli straordinari palazzi ha reso significativa la profondità con la quale la Sicilia ottocentesca di Tomasi di Lampedusa ed il potere si trasformano per preservare se stessi concretizzando in tal modo il detto, ancor oggi comune: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi “.
Laura Luchetti, regista del quinto episodio, quello nel corso del quale Don Fabrizio in un monologo pieno di emozione e di verità universali afferma di appartenere ad “Una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi e i nuovi” ritiene di aver raggiunto l’apice narrativo del Quarto episodio, l’unico girato a Torino, l’episodio delle verità, della caduta delle maschere, della consapevolezza della realtà di ognuno dei personaggi. La malinconia di Don Fabrizio nel rendersi conto che il suo tempo è passato è un elemento che rappresenta il cuore dell’episodio e la bellissima scrittura del testo mi ha permesso di approfondire il racconto sul femminile, soprattutto nel cambiamento del personaggio di Concetta, sottile e al tempo stesso esplosivo.
Al cuore della serie troviamo Don Fabrizio Corbera, l’indimenticabile Principe di Salina, che conduce una vita intrisa di bellezza e privilegio. Ma l’aristocrazia siciliana si sente minacciata dall’unificazione italiana, e Fabrizio si rende conto che il futuro della sua casata e della sua famiglia è in pericolo. Per non soccombere, Fabrizio sarà costretto a stringere nuove alleanze, anche se questo significherà andare contro ai suoi principi, fino a trovarsi di fronte ad una scelta che pare impossibile. Don Fabrizio avrà il potere di organizzare un matrimonio che salverebbe il futuro della sua famiglia, quello tra la ricca e bellissima Angelica e suo nipote Tancredi ma, facendolo, spezzerebbe il cuore della sua adorata figlia Concetta. La serie esplora con lo sguardo di oggi temi che si tramandano da secoli e sono universali: il potere, l’amore e il costo del progresso.
Il Gattopardo rappresenta la grande ambizione artistica e produttiva di Netflix in Italia, che mira a tradurre in una serie sontuosa ed emozionante la vitalità e il legame con l’oggi del capolavoro di Tomasi di Lampedusa, uno di quei romanzi che hanno la qualità rara di raccontare un momento della Storia e insieme di travalicare il tempo, con la centralità di un personaggio – il Principe di Salina – una figura iconica che incarna un modo di vedere il mondo e va oltre la singola vicenda raccontata nella storia assumendo una valenza simbolica.
Con il principe, questa storia ci mostra, infatti, la condizione universale di coloro che appartengono a una “generazione disgraziata, a cavallo fra vecchi e nuovi tempi”, ma è anche un racconto intimo che lega il grande patriarca alla famiglia, la moglie i figli tra cui l’amata Concetta e il nipote Tancredi. Il romanzo ci dona qua e là squarci geniali delle loro psicologie, insieme a quella dell’affascinante Angelica. Nella serie, grazie al respiro degli episodi trovano maggiore spazio per essere raccontati nella loro complessità, ognuno alla ricerca di una strada in questo universo mutevole e pieno di opportunità.
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