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GOMORRA-LA SERIE 2: il finale di una stagione che ha diviso.

GOMORRA-LA SERIE 2: il finale di una stagione che ha diviso.

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Gomorra la serie. Ph. M. Arizzi

Gomorra la serie. Ph. M. Arizzi

Siamo definitivamente giunti al termine della seconda stagione di Gomorra-la serie. Ieri, con gli episodi n. 11 e 12, si è chiuso un cerchio destinato sicuramente a riaprirsi, come è stato dichiarato dagli autori stessi della serie; la terza stagione si farà!

Il resoconto delle scorse due puntate non fu certamente positivo, almeno per quanto riguarda la mia personale posizione critica rispetto all’opera. Provando a riassumere: scelte narrative troppo furbe, poca suspense, grosse lacune stilistiche e una mancanza eccessiva, tangibile di elementi slegati dalla periferia campana e invece intimamente ancorati alle dinamiche camorristiche. Il tracollo sembrava insomma alle porte… Ma ricredersi è bello, piacevole. Le due puntate finali, infatti, girate da Claudio Cupellini (Alaska), hanno rinvigorito una stagione tutto sommato un po’ sottotono, attenta forse più all’azione che al racconto drammatico della barbarie criminale. Il regista padovano si muove stavolta benissimo, sia dal punto di vista tecnico, regalandoci un realismo delle immagini folgorante, sia dal punto di vista puramente descrittivo/narrativo. Gli ultimi due episodi ritornano così a toccare le collusioni più impensabili tra Camorra e Stato, mettono al centro la distorsione e la brutalità del potere criminale, ma soprattutto danno vita, visivamente, al Male. Un Male da cui distaccarsi diviene impossibile. Un Male che non permette che ci siano margini di emulazione o, come si è detto spesso, di ispirazione per le generazioni più giovani.

Al netto delle dodici puntate di Gomorra-la serie 2, credo sia quindi inevitabile apprezzarne le qualità estetiche, la bravura e la spontaneità degli attori e lo script, che pecca- ripeto-  per un tipo di racconto apparentemente circoscrivibile al solo territorio periferico napoletano, ma rimanendo comunque avvincente e costringendo lo spettatore a rimanere ben saldo sulla poltrona a godersi lo spettacolo.

Per concludere, questa seconda stagione, come la prima, ha diviso il pubblico e la critica: da una parte si parla di una serie ignobile e ipocrita e dall’altra di una serie bellissima, avvincente. Personalmente sono entusiasta, ma aspetto come tutti i prossimi appuntamenti per giudicare se dietro Gomorra-la serie ci sia un reale entusiasmo artistico oppure un, direi triste, interesse commerciale.

Luca Di Dio

Gomorra 2: il cast. Ph. M. Arizzi

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