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Scusate se esisto: Paola Cortellesi la vera mattatrice. Recensione

Scusate se esisto: Paola Cortellesi la vera mattatrice. Recensione

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SCUSATE SE ESISTO: PAOLA CORTELLESI LA VERA MATTATRICE. Recensione di Andrea Gentili

Dopo aver assistito alla proiezione di questo accattivante film di Riccardo Milani e del quale è titolare del soggetto e della sceneggiatura anche Paola Cortellesi, si esce dalla sala con la convinzione che per essere davvero se stessi è meglio, quasi sempre, fingersi qualcun altro; il perché ce lo spiega una affascinante ed espressiva, davvero bella Paola Cortellesi, stavolta nei panni dell’architetta Serena Bruno,  con una performance magistrale attraverso la quale riesce ad evidenziare tanti di quei particolari che riguardano il momento che attraversiamo in maniera semiseria ma veramente esplicita ( anzi, per qualche particolare fin troppo esplicita ).

Come ha fatto la simpatica attrice ad affascinarci?

Fingendosi un po’ astuta, un po’ paesana, mostrando un bisogno di amore senza pari, un bisogno che nasce dentro di lei, architetta in carriera all’estero ma in forte difficoltà in Italia dove viene apprezzato soltanto quel fingersi qualcun altro cui accennavo: una ragazza paesana ma evoluta, intelligentissima ed apprezzata nel suo lavoro, ma anche sfortunata ( perché sempre in buona fede ) nella vita pratica.

Ed ecco che dopo aver fatto una brillante carriera scolastica ed universitaria ed una gavetta in varie parti del mondo, mietendo successi che ancor oggi sembrerebbero riservati al sesso forte, avendo nostalgia dell’Italia, fa il gran passo e torna da noi: che delusione, davvero!

Nella ricerca di un lavoro si spinge fino a lavorare come cameriera in un ristorante, un normale ristorante dove incontra un non normale proprietario che la affascina e la fa innamorare; la storia inizia proprio nel momento in cui scocca in lei la scintilla dell’innamoramento e da qui si dipanano una serie di intrecci a sfondo semiserio e socialmente tutti da discutere perché si finisce con il toccare un argomento complesso come quello dell’omosessualità, sia pure in chiave semicomica.

Chi è il Raoul Bova proprietario del ristorante? E’ Francesco. un macho che incanta l’architetta Serena Bruno ( la nostra Paola Cortellesi ) ma che macho non è; lei non se ne accorge subito tanto ne è innamorata, ma grande è la sua delusione quando scopre la realtà e quando lui le confessa altresì di essere stato sposato e con un figlio, un figlio che quasi non ha mai visto e che ad un certo punto appare sulla scena creando grande  imbarazzo tanto  a  lui   quanto  a  Serena che, in cambio dell’ aiuto ricevuto da Francesco ( Raoul Bova ) è costretta a ricambiare il favore di attendere al figlio; la questione si complica dando vita ad una serie di macchiette, di situazioni al limite del paradosso e che sfiorano in maniera fin troppo esplicita l’argomento più importante del film, quello della omosessualità; l’argomento, pur importante nella società in cui viviamo, è affrontato, come detto, in maniera esplicita e sfoggiando atteggiamenti che forse si sarebbero potuti evitare o che per lo meno avrebbero potuto essere smussati.

Il problema dell’inserimento della donna nelle attività sociali, invece, è affrontato in maniera delicata ma esplicita: tutti si aspettano che l’architetta, donna, non partecipi a determinate attività lavorative che si ritengono erroneamente riservate ad un uomo; e lei si finge uomo per partecipare a gare di appalto e di progettazione riuscendo ad imporsi con la complicità del suo datore di lavoro Francesco per l’occasione travestito da uomo vero.

Film a sfondo sociale, quindi: l’amicizia, l’amore, il bisogno di comunicare e quello di ingannare il prossimo per inserirsi nel mondo lavorativo, l’omosessualità sono i temi di questo delicato e bel film che si avvale, oltre che di Raoul Bova e di Paola Cortellesi, anche di un bravissimo Ennio Fantastichini nei panni di un sussiegoso patron di una grande società di appalti, di un appassionato Corrado Fortuna che interpreta un architetto sfortunato ma talmente intelligente che riesce a subodorare che la Cortellesi “ ci marcia “ per ottenere un prestigioso incarico ( e della quale si innamora );  Lunetta Savino interpreta a puntino la parte di una segretaria brava ed efficiente, fedele al suo capo ma da lui concretamente poco o male apprezzata; una bella serie di personaggi di contorno completano il cast del film: caratteristica la figura della zia paesana oltre a quella della madre di Serena e caratteristico lo staff di impiegati a vario titolo che corredano l’ufficio dell’appaltatore interpretato da Fantastichini.

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