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LUCIANO PAVAROTTI, UN DOCUMENTARIO SUL LEGGENDARIO TENORE ITALIANO A NOVE ANNI DALLA MORTE

LUCIANO PAVAROTTI, UN DOCUMENTARIO SUL LEGGENDARIO TENORE ITALIANO A NOVE ANNI DALLA MORTE

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In seguito al successo del documentario The Beatles: Eight Days A Week – The Touring Years, riprende la collaborazione tra Imagine Entertainment di Ron Howard, Brian Grazer, White Horse Pictures di Nigel Sinclair e Guy East per la produzione di un nuovo documentario autorizzato sulla vita di Luciano Pavarotti, famosissimo tenore, filantropo e icona del XX secolo. Il lungometraggio sarà realizzato in collaborazione con Polygram Entertainment, partner di Universal Music Group, con il cofinanziamento di STUDIOCANAL, che gestirà anche le vendite internazionali insieme a White Horse Pictures che seguirà le vendite in Nord America.

La regia è affidata a Ron Howard, vincitore di vari premi Oscar, che curerà la produzione insieme a Nigel Sinclair, Brian Grazer, Michael Rosenberg e Jeanne Elfant Festa. All’équipe creativa si aggiungeranno anche Mark Monroe, premiato sceneggiatore di Eight Days A Week, e Paul Crowder, con il ruolo di produttori esecutivi affiancati da Guy East e Nicholas Ferrall di White Horse. Cassidy Hartmann sarà consulente per la sceneggiatura e Co-Executive Producer. Mark McCune avrà la funzione di Supervising Producer. Altri produttori esecutivi saranno Dickon Stainer (Presidente e CEO di Global Classics, UMG) e David Blackman (Responsabile di Polygram Entertainment), insieme con Didier Lupfer e Ron Halpern per STUDIOCANAL. Il film-documentario sarà prodotto con la collaborazione del Patrimonio Pavarotti, Universal Music Classics e Decca Records.

Luciano Pavarotti, uno degli artisti classici più famosi nella storia dell’industria discografica, rimane un po’ un enigma. Si diceva che non sapesse leggere la musica, ma avesse un talento naturale. Figlio di un fornaio, si impose sulla scena della lirica al Covent Garden di Londra negli Anni Sessanta, per poi diventare una figura artistica e culturale di grande spicco e dominare anche la cultura popolare. Come quello di molti grandi artisti, l’itinerario di Pavarotti fu pieno di difficoltà e contraddizioni, alti e bassi, passioni e delusioni. Tanti lo conoscono ma pochissimi conoscono bene la sua storia. Il documentario cercherà di esplorare il difficile, tempestoso e trionfale viaggio di un artista magistrale divenuto una grandissima figura di livello mondiale.

L’aria ‘Nessun Dorma’ dall’ultimo atto della Turandot di Puccini, ha finito per essere il simbolo del tenore; le potenti interpretazioni del brano hanno cementato la sua popolarità a livello mondiale, con vendite discografiche superiori ai 100 milioni di copie, conquistando cinque dei 20 LP di musica classica che hanno venduto di più a livello mondiale.

Con il suo inconfondibile fazzoletto bianco, il tenore è il sinonimo della musica lirica per molte generazioni in tutto il mondo. Una vera icona della cultura e della vita pubblica, un vero “Cittadino del mondo”.

Non è necessario amare o conoscere la lirica per apprezzare l’eccezionalità di Pavarotti. Chiunque abbia visto le sue esibizioni riesce a cogliere il suo genio, attraverso il calore dell’ampio sorriso, la personalità a tutto tondo e, naturalmente la commovente potenza di una voce senza eguali. Pavarotti è nell’immaginario di tutti un grande interprete, richiamando un pubblico di ogni classe sociale che lo ha identificato come “re dei do di petto”.

Pavarotti si è distinto per il suo lavoro umanitario: la fondazione ‘Pavarotti & Friends’ ha organizzato numerosi concerti e attività di beneficenza a Modena. Queste occasioni, finalizzate alla raccolta di fondi da destinare ai bambini delle zone tormentate dalla guerra, tra l’altro, hanno visto il tenore collaborare in scena con star internazionali di ogni tipo. Il cantante ha anche fondato e finanziato il Pavarotti Music Center in Bosnia e raccolto fondi di beneficenza per i rifugiati provenienti dall’Afghanistan e dal Kosovo.

Il Maestro è stato anche il primo cantante lirico a diventare una star delle arene, portando le arie più belle fuori dal teatro e in complessi enormi, grazie alle sue esibizioni soliste alla presenza di decine di migliaia di persone.

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