La Cineteca Nazionale alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
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Tre giganti del passato, quattro speranze per il futuro. La presenza del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia guarda a ieri, oggi e domani, come è giusto per un’istituzione che forma i cineasti del futuro e al contempo conserva, restaura e diffonde la memoria e la conoscenza del cinema del passato.
Michelangelo Antonioni,Giuseppe De Santis eAlessandro Blasetti sono i grandi cineasti che verranno riproposti sugli schermi del Lido grazie ai restauri di tre capolavori: Il deserto rosso di Antonioni (1964) e Non c’è pace tra gli ulivi di De Santis (1950) nella sezione Venezia Classici, La lunga strada del ritornodi Blasetti (trasmissione televisiva Rai del 1962) nella sezione Proiezioni Speciali.
Letizia Lamartire, Elio Di Pace e Hleb Papou sono invece i tre allievi del CSC i cui cortometraggi saranno proiettati a SIC@SIC, la sezione della Settimana dellaCritica dedicata al “Short Italian Cinema”. Piccole italiane di Letizia Lamartire e Il legionariodi Hleb Papou sono saggi di diploma; Le visite di Elio Di Pace è un saggio di primo anno, evento del tutto inedito nel rapporto fra CSC e festival internazionali.
Infine, Giovanni Totaro è il diplomato della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia il cui lungometraggioBuon inverno – Happy Winter verrà presentato fra i titoli Non-Fiction della sezione Fuori Concorso. Il film è una rielaborazione del brillante saggio di diploma con cui Totaro concluse a Palermo nel 2015 il suo triennio di studi in Cinema Documentario.
VENEZIA CLASSICI
Il deserto rosso – Michelangelo Antonioni, 1964
Restauro: CSC – Cineteca Nazionale e Istituto Luce – Cinecittà in collaborazione con RTI-Mediaset.
Prima proiezione alla Mostra: Sala Casinò, lunedì 31 agosto.
Il film che nel ’64 segna il passaggio fra la trilogia in bianco e nero degli anni “60 (L’avventura, La notte, L’eclisse) e i film internazionali degli anni successivi. La sperimentazione sul colore rilegge in chiave esistenziale il paesaggio padano già protagonista di Il grido (1957) e dei primi documentari neorealisti del regista. Un film-sintesi di tutto Antonioni, riproposto nel decennale della sua scomparsa.
Sinossi
Un incidente d’auto provoca in Giuliana uno choc che, aggravato dall’ambiente particolare in cui la professione del marito, ingegnere elettronico, la costringe a vivere, si tramuta in uno stato di nevrosi depressiva. Corrado, un amico del marito, si sente attratto dalla donna e tenta di aiutarla ad uscire dalla sua solitudine piena di incubi, intrecciando con lei una fuggevole ed amara relazione. Tale esperienza non fa che aggravare lo stato depressivo della donna che si vede inconsapevolmente ingannata anche dal suo figlioletto, il quale finge d’essere colpito da una grave malattia. Fallito il tentativo di porre fine violentemente alla propria esistenza senza scopo, Giuliana continuerà la sua vita in precario equilibrio tra rassegnazione e pazzia.
Cast
Regia: Michelangelo Antonioni; sceneggiatura: Tonino Guerra, Michelangelo Antonioni; fotografia: Carlo Di Palma; montaggio: Eraldo Da Roma; musica: Giovanni Fusco; scenografia: Piero Poletto; produzione: Film Duemila, Federiz, Francoriz; interpreti: Monica Vitti (Giuliana), Richard Harris (Corrado), Carlo Chionetti (Ugo), Xenia Valderi (Emilia), Rita Renoir (Linda).
Nota del restauro
Restauro realizzato in 4K a partire dai negativi scena e colonna messi a disposizione da RTI-Mediaset. La correzione del colore è stata supervisionata dal direttore della fotografia Luciano Tovoli, al fine di restituire al film la giusta colorimetria e il tono fotografico voluti all’epoca da Michelangelo Antonioni e Carlo di Palma. Restauro del suono a cura di Federico Savina. Tutte le lavorazioni sono state eseguite presso il laboratorio Fotocinema di Roma.
Non c’è pace tra gli ulivi – Giuseppe De Santis, 1950
Restauro: CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con CristaldiFilm di Zeudi Araya e Massimo Cristaldi.
Proiezione ufficiale alla Mostra: Sala Giardino, domenica 3 settembre.
Nel centenario della nascita di Giuseppe De Santis, è possibile rivedere il film nel quale si realizza appieno la sua idea di “realismo”: le tematiche del dopoguerra care al neorealismo incontrano la tragedia greca, in una messinscena stilizzata che mescola le suggestioni del grande cinema americano e dei maestri sovietici. Ovvero, di tutti i grandi amori cinematografici del regista ciociaro.
Sinossi
Il pastore Francesco Dominici, tornato dalla guerra, cerca invano lavoro nella sua terra segnata dagli eventi bellici. Una notte, per vendicarsi di un furto di pecore subito dalla sua famiglia e perpetrato dal losco Agostino Bonfiglio, arricchitosi con la borsa nera e l’usura, va a riprendersi le sue pecore con l’aiuto della sua innamorata Lucia e della sorella Maria Grazia, ma viene denunciato e arrestato.
Cast
Regia: Giuseppe De Santis; sceneggiatura: Libero De Libero, Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, Gianni Puccini; fotografia: Piero Portalupi; montaggio: Gabriele Varriale; scenografia: Carlo Egidi; musica: Goffredo Petrassi; produzione: Lux Film; interpreti: Raf Vallone (Francesco Dominici); Lucia Bosé (Lucia Silvestri); Folco Lulli (Agostino Bonfiglio); Maria Grazia Francia (Maria Grazia Dominici).
Nota del restauro
Restauro realizzato a partire dai negativi scena e colonna messi a disposizione da CristaldiFilm di Zeudi Araya e Massimo Cristaldi. La scansione a 4K dell’immagine e l’acquisizione del suono sono state realizzate presso il laboratorio del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale. Le restanti lavorazioni sono state eseguite presso il laboratorio Fotocinema di Roma. L’originario tono fotografico del film è stato ricostruito con la supervisione del direttore della fotografia Giuseppe Lanci. Restauro del suono a cura di Federico Savina.
EVENTO SPECIALE
La lunga strada del ritorno – Alessandro Blasetti, 1962
Restauro: CSC – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa in collaborazione con Rai Teche.
Alessandro Blasetti è stato il più importante uomo di cinema dell’Italia fascista, non solo per i capolavori girati negli anni ’30 ma anche per il decisivo contributo alla nascita e alla costruzione degli enti statali voluti per il cinema dal regime, dal Centro Sperimentale a Cinecittà. Nel dopoguerra, come scrisse Carlo Lizzani, “da vero liberale cominciò a prodigarsi per la difesa del cinema italiano di ogni tendenza dalle censure e dai conformismi di quei primi anni del dopoguerra”. Fu uno dei primi cineasti italiani a comprendere le potenzialità espressive e comunicative della televisione. La lunga strada del ritorno, andato in onda nel 1962, è il suo primo lavoro per la Rai.
Sinossi.
La prima trasmissione televisiva di Alessandro Blasetti. Un toccante reportage sui reduci italiani della Seconda guerra mondiale, che raccontano le drammatiche vicende dei soldati italiani sui vari fronti. Grande sperimentatore di forme audiovisive, Blasetti compone un affresco su un periodo drammatico della nostra storia recente, alternando materiali di repertorio a testimonianze personali, tra cui spicca quella di un sergente maggiore che ricorda la ritirata di Russia, sorpreso in un’osteria di montagna, tra compaesani ed ex commilitoni: Mario Rigoni Stern.
Nota del restauro: La lunga strada del ritorno, trasmissione televisiva curata e diretta da Alessandro Blasetti nel 1962, è stata recuperata da RAI Teche e restaurata in digitale in collaborazione con l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa. La trasmissione, originariamente divisa in tre puntate, è stata digitalizzata in 2k a partire dai negativi in 16mm e in seguito montata in unico blocco. La pulizia digitale è stato eseguita con i software Phoenix Refine e DaVinci.
Al restauro ha collaborato il CIAN, l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa sorto nel 2006 in convenzione tra il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Regione Piemonte, il Comune di Ivrea e Telecom Italia Spa, per la conservazione e la diffusione dei documenti visivi realizzati in ambito d’impresa.
Il cinema industriale ha rappresentato dagli anni Trenta agli anni Ottanta un settore importante della politica aziendale e ha prodotto migliaia di documentari. La riscoperta degli archivi industriali consente inoltre di valorizzare ambiti produttivi del cinema italiano a lungo dimenticati, reintegrando nella filmografia di importanti cineasti le opere da loro realizzate per il cinema d’impresa. L’archivio conserva, infatti, opere di: Ermanno Olmi, Michelangelo Antonioni, Alessandro Blasetti, Paolo e Vittorio Taviani, Bernardo Bertolucci, Luciano Emmer, Dino Risi, Valentino Orsini. A Venezia, oltre che con il restauro di Blasetti, la sede del CSC di Ivrea sarà presente anche in occasione dell’incontro “Autori Fedic alla Ribalta e in Cineteca”, curato da Paolo Micalizzi, che si terrà giovedi 7 settembre, ore 15-17, all’Hotel Excelsior nello Spazio Incontri Venice Production Bridge. A gennaio 2017 la Federazione Italiana dei Cineclub (FEDIC) ha depositato la sua cineteca presso l’Archivio di Ivrea: oltre 5.000 “film amatoriali”, talvolta opere giovanili di autori importanti (da Bruno Bozzetto a Franco Piavoli) la cui qualità espressiva ci ricorda una battuta di Charlie Chaplin, nei panni di Calvero, in Luci della ribalta: “Siamo tutti dilettanti, perché la vita è troppo breve per diventare professionisti”.
I CORTI DI SIC@SIC
Tre cortometraggi prodotti dal Centro Sperimentale di Cinematografia saranno proiettati nell’ambito della Settimana della Critica. Ciascun cortometraggio sarà associato ad uno dei lungometraggi in programma, con il quale condividerà tutti gli orari di proiezione.
Le visite – Elio di Pace, 2017
Proiezione stampa/industry | Giovedì 31 agosto | 20:00
Proiezione ufficiale | Venerdì 1 settembre | 14:00
Replica | Sabato 2 settembre | 09:00
Sinossi
Il figlio di Nunzia è in carcere, lei e la cognata Franca non gli fanno mancare nulla e sono sempre presenti in occasione della visita ai detenuti del lunedì mattina. Gaetano, marito di Nunzia, non può tollerare di avere il figlio in galera; pensa così di collaborare con la giustizia mettendo in crisi la moglie.
Elio Di Pace (1988) è stato allievo di Ruggero Cappuccio al Corso di Formazione per i Mestieri dello Spettacolo. Laureato in Discipline delle Arti Visive della Musica e dello Spettacolo e, alla magistrale, in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale presso l’Università di Salerno. Le visite è il suo primo cortometraggio. Dal 2016 studia Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Piccole italiane – Letizia Lamartire, 2017
Proiezione stampa/industry | Sabato 2 settembre | 20:00
Proiezione ufficiale | Domenica 3 settembre | 14:00
Replica | Lunedì 4 settembre | 09:00
Sinossi
Nel 1943 il regime fascista vieta la produzione e la vendita di giocattoli. Le fabbriche di balocchi verranno riconvertite in industrie belliche. Fin qui la storia ufficiale. La leggenda inizia quando Italia, una bambina fascistissima ma un po’ polemica, decide di ribellarsi a tale editto durante una recita scolastica, scatenando un putiferio. Sua madre, temendo gravi ripercussioni, la trascina al Ministero delle Corporazioni per chiedere scusa direttamente al ministro Rizzi che ha emanato la legge. Quel giorno, però, è il 25 luglio e la piccola storia delle due donne si intreccerà agli eventi della Grande Storia e della fine del fascismo.
Letizia Lamartire (1987), laureata al Conservatorio dopo aver concluso gli studi di musica e recitazione all’Accademia dello Spettacolo UNIKA di Bari, viene ammessa al corso di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia. Piccole italiane è il suo cortometraggio di diploma. Attualmente è impegnata nella scrittura del suo primo lungometraggio.
Il legionario – Hleb Papou, 2017
Proiezione stampa/industry | Venerdì 1 settembre | 20:00
Proiezione ufficiale | Sabato 2 settembre | 14:00
Replica | Domenica 3 settembre | 09:00
Sinossi
Daniel, figlio di genitori africani nato a Roma, è un agente del reparto mobile della Polizia di Stato. Un giorno scopre che la sua squadra dovrà sgomberare il palazzo occupato dove vivono la madre e il fratello. Scisso tra l’amore per la famiglia e la fedeltà alla Polizia, Daniel dovrà scegliere da che parte stare.
Hleb Papou (1991) nato in Bielorussia, vive in Italia dal 2003. Nel 2012 il suo primo cortometraggio – The Red Forest – viene selezionato allo Short Film Corner di Cannes e vince il Primo Premio al Festival Nazionale Roma FilmCorto. Si laurea al DAMS nel 2014 e due anni dopo termina gli studi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il legionario è il suo lavoro di diploma.
FUORI CONCORSO
Buon inverno – Happy Winter – di Giovanni Totaro, 2017
Giovanni Totaro è un ex allievo della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia, sostenuta dalla Sicilia Film Commission. Il film selezionato da Venezia trae spunto dalla rielaborazione e dallo sviluppo del saggio di diploma con cui Totaro concluse a Palermo nel 2015 il suo triennio di studi in Cinema Documentario. È cofinanziato dalla Sicilia Film Commission nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei” e prodotto da Indyca, Zenit Arti Audiovisive e Rai Cinema.
Sinossi
Ogni anno d’estate, sulla spiaggia di Mondello a Palermo, vengono costruite più di mille cabine pronte ad ospitare altrettanti nuclei di bagnanti che vi passeranno la stagione. Per queste persone le “capanne” sono lo scenario perfetto per nascondersi dietro uno status sociale che la crisi degli ultimi anni ha minato. Una famiglia s’indebita per fare le vacanze al mare e apparire benestante tra i bagnanti; tre donne si abbronzano per sentirsi ancora giovani e diventare le star dell’estate, mentre nella stessa spiaggia un barista pensa a guadagnare più soldi possibili per superare l’inverno. Tutti aspettano la notte di ferragosto per vivere da protagonisti la fiera della vanità estiva e continuare a fare finta che la crisi economica non esista.