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I tuoi desideri muovono il mondo, la recensione del nuovo film di Silvio Muccino

I tuoi desideri muovono il mondo, la recensione del nuovo film di Silvio Muccino

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I tuoi desideri muovono il mondo di Silvio Muccino. Recensione di Andrea Gentili.

Silvio Muccino interpreta un Life Coach per dare e ricevere amore. Il nuovo film del regista emulo di Anthony Robbins. Tre personaggi del tutto particolari ma in grado di interpretare quasi tutte le specificità e le categorie umane della nostra travagliata epoca, tre personaggi in cerca di avventura per concretizzarsi ed ottenere ciò che in fondo al loro animo gli fa credere di essere divenuti perfetti ed invincibili mentre invece alla fine dovranno rendersi conto che il “ tradizionale “, in fondo, è il più grande bene universale. Il lavoro che il personaggio Giovanni Canton, cialtronesco ma in fondo pieno di sicurezza della riuscita dei suoi piani educativi da applicarsi a chi voglia essere posto in grado di riuscire ad ottenere il successo nell’ambito del lusso, del potere, del successo in genere e nell‘amore è un inno alla teoria secondo la quale i desideri dell’uomo sono così forti da muovere il mondo e che sono raggiungibili attraverso la modifica di noi stessi e della realtà che circonda il nostro micro mondo; e Silvio Muccino, life coach nostrano, lo interpreta in maniera magistrale, con atteggiamenti che vanno dal pazzoide allo schizofrenico ma anche dal romantico sfrenato all’assolutamente tradizionale.

Per dimostrare la veridicità delle sue teorie, che possono anche apparire astruse se non demenziali, Muccino – Canton organizza un concorso per reperire tre persone che dovranno partecipare ad un corso al termine del quale saranno in grado di soddisfare facilmente i loro più assurdi e sfrenati desideri, in tutti i campi dello scibile che ricomprende i rapporti umani; i tre, la sua segretaria Matilde Silvestri ( una splendida Nicole Grimaudo ) assegnatagli dall’ambizioso editore Paolo Rubens ( Luca Ward ), Ernesto Colapicchioni (Maurizio Mattioli) e Luciana Marino ( l’ottima Carla Signoris ) vengono coinvolti dall’iniziativa di Canton al punto che le loro storie in un certo qual modo si intrecciano e proprio la complessità delle argomentazioni del life coach li pone in condizione di scoprire i loro veri sentimenti e le loro recondite aspettative; ognuno di loro ha un problema grande nella propria vita: Matilde è innamorata di un uomo sposato che non si decide mai ad abbandonare la moglie, Ernesto è un buono profondamente innamorato della moglie malata alla quale cerca di nascondere il proprio licenziamento e Luciana, dipendente del Vaticano e brava segretaria di un vescovo, sposata con figli, nutre il desiderio di vedere pubblicati alcuni suoi scritti a sfondo erotico che legge intanto alle sue anziane amiche che, ascoltando, vanno in trance.

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Inverosimilmente i problemi dei tre personaggi saranno tutti risolti dal corso tenuto dal life coach, non nel senso teorico da lui paventato ma, anzi, coinvolgendo lui stesso nel raggiungimento più o meno soft delle proprie aspettative. Scopo del film è certamente quello di smascherare i nostri più o meno reconditi desideri di affermazione attraverso la simulazione di modelli “ vincenti “ che ci vengono proposti ogni momento dalla nostra società consumistica e disumana attraverso l’applicazione di una maschera che ci impedisce di vedere la realtà vera, maschera che il sentimento insito in ognuno di noi riesce far cadere illuminandoci sulla vere essenze della vita: il sentimento, la positività, la speranza, il tutto al di là di quanto già in America era in voga da tempo con il ricorso alla utilizzazione di “ santoni “ ai quali ispirarsi e dai quali farsi guidare. Molto ben fatto il film, bravissimi gli interpreti, ottime le musiche di Peter Cincotti, adatte al soggetto che Silvio Muccino e Carla Vangelista insieme hanno ideato e realizzato; la regia di Muccino è semplicemente perfetta, accurata e ben preparata già ben prima dell’inizio delle riprese. Il lavoro sarà nelle sale a partire dal 26 febbraio prossimo, distribuito da Medusa ed ha la durata di 105 minuti. D a vedere, per l’originalità del genere trattato e per le interpretazioni dei personaggi.

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