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“Le Confessioni”, un giallo politico intrigante di grande attualità

“Le Confessioni”, un giallo politico intrigante di grande attualità

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Cast "Le Confessioni" di Roberto Andò. Ph. Sabina Flice

Cast “Le Confessioni” di Roberto Andò. Ph. Sabina Flice

LE CONFESSIONI: UN THRILLER POLITICO SUL RUOLO DEL POTERE
Alla vigilia di un vertice G8 accade un fatto spiacevole ed imprevisto: il direttore del Fondo Monetario Internazionale viene trovato morto nella sua stanza all’interno di un esclusivo albergo tedesco; suicidio, come sembra, o omicidio, come si sospetta?
La chiave di tutto è un monaco italiano, Salus, presente alla riunione degli otto ministri dei paesi economicamente più avanzati al mondo; nell’albergo che ospita il summit, sono presenti anche una famosa scrittrice di libri per ragazzi ed una rock star e poiché risulta che il monaco ( chiamato dal direttore del F.M.I. per essere da lui confessato prima della riunione nel corso della quale si dovrebbero adottare importanti e segretissime determinazioni in grado di influire negativamente su diversi paesi al mondo ) sia stata l’ultima persona a vederlo vivo, i sospetti degli inquirenti e le paure dei ministri si accentrano su di lui che è anche proprietario della busta di plastica con la quale è rimasto soffocato il direttore, busta che è servita al monaco per trasportare un registratore che aveva con se al momento della confessione e che non si trova.

Toni Servillo-Salus. "Le confessioni"

Toni Servillo-Salus. “Le confessioni”

Alterne vicende ruotano intorno al mistero, un thriller politico con richiami alle tecniche ed ai mezzi di Hitchcock ( gli uccelli, ad esempio ) e di Polanski che comunque non rappresentano la parte più centrale del film in quanto la vicenda è talmente intrisa di politica, di economia, di atteggiamenti squisitamente religiosi e, soprattutto, evidenzia in maniera drammatica la forza del denaro e l’egoismo di chi lo gestisce: la ben dosata miscela di questi elementi ne fa una pellicola affascinante, piena di pathos e dalle conclusioni che lo spettatore è indotto a sperare durante tutto il tempo del suo svolgimento.
Il terrore dei ministri, è tutto nel fatto che essi ritengono che il monaco, attraverso l’esercizio del sacramento della confessione, possa essere venuto a conoscenza di manovre che nessuno al mondo, tranne loro, debba conoscere e si muovono di conseguenza, ricorrendo ad ogni possibile espediente per sapere da lui quanto abbia potuto conoscere, ma il monaco – un certosino dedito ad una attiva intensità morale e religiosa che persegue attraverso la preghiera, il silenzio, la solitudine e la povertà – si appalesa uomo paradossale, spiazzante non tanto perché sembra celarsi dietro il segreto della confessione ma quanto perché ogni suo atteggiamento è saggiamente e completamente intriso di fervore religioso, di citazioni del Vangelo al punto di apparire un vero e proprio disturbatore degli eventi che si svolgono al confronto di uomini padroni del mondo in lotta con lui, povero e che dichiara di non disporre di nulla, neppure della propria vita.
Il personaggio “ antagonista “ del monaco, il direttore del Fondo, è invece il suo esatto contrario: un uomo straricco che è in grado di muovere le pedine dello scacchiere mondiale attraverso gli impenetrabili segreti dell’economia e della finanza che qui sono viste non tanto come una scienza esatta ma come vere e proprie teologie rivolte a pochi in grado di governare, con le loro decisioni, i destini del mondo intero, anche al di là di quelle che possono essere le decisioni dei maggiori capi di stato.
L’apparente duello tra i due o, se vogliamo, la loro collaborazione, è il leit motiv del film di Roberto Andò che si gioca su un terreno impervio, proprio quello dell’economia, i cui canoni sembrano essere stati incrinati da una sola formula matematica che al sapiente monaco, ex matematico, è stata trasmessa dal morto e che, solo lui, è stato in grado di decifrare, formula che gli consente di rispondere senza proferire parola ai pressanti interrogativi dei ministri che, intanto, hanno dato corso al vertice che si erano prefissi di tenere.
La natura del film, che vanta un cast di livello internazionale ed è ambientato in un hotel della città di Heilingendamm, in Germania, sul mar Baltico, perfettamente adatto a descrivere la sfida tra il forte potere economico ed un uomo armato solo dell’arma del silenzio, è quella di un thriller che si muove non su un piano ideologico ma, molto delicatamente, in un’area incerta, dove ogni parola ha il suo vero ed il suo contrario, dove i pensieri si concretizzano ma contemporaneamente sfumano: proprio come in un giallo che sa di Hitchock e di Polanski ed ogni scena è fedelmente accompagnata dalle belle musiche di Nicola Piovani; i personaggi a contorno, pur bravi ed a completamento della vicenda, restano però tali, soltanto apparentemente utili al suo svolgimento.
Semplicemente stupenda la scena del funerale del Direttore del Fondo Monetario, tutta intrisa di spiritualità e di induzione al bene spirituale invece che all’imperante materialismo dell’uomo di oggi ( ma forse di sempre ).

Il cast internazionale, diretto da Roberto Andò, è composto da TONI SERVILLO, PIERFRANCESCO FAVINO,
CONNIE NIELSEN, MARIE-JOSEE CROZE, GIULIA ANDO’, ANGELO PASQUINI

“Le confessioni” arriva nelle sale italiane il prossimo 21 aprile, distribuito in 250 copie.

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